A causa della crisi che ha investito l’Italia sono sempre più i figli “boomerang”, quelli che per mancanza di fondi tornano a vivere sotto il tetto di mamma e papà
A margine di motivi economici oppure a causa di uno stop nelle relazioni personali, ad oggi si contano numeri importanti in merito al ritorno “all’ovile” di giovani che si trovano, di nuovo, a dover ripartire daccapo. Purtroppo sono in netto aumento i figli “boomerang”, ovvero quelli che oggi in Italia non hanno alternative al tetto dei propri genitori. Un fattore, questo, che scaturisce poi in molti casi di fenomeni depressivi.
E’ confermato, infatti, che dopo un periodo di indipendenza, ritornare da mamma e papà può divenire un fattore predittivo della depressione soprattutto se aggravati dal fattore di insoddisfazione a causa delle problematiche economiche e amorose. A sottolineare tale teoria è il Max Planck Institute for Demographic Research, tramite le pagine della rivista Society and Mental Health dove si evidenzia la possibilità di imbattersi in problemi depressivi.
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Depressione in aumento, quindi, per i giovani che ritornano a casa da propri genitori. Anche l’autrice dello studio Jennifer Caputo con la sua squadra, hanno valutato i dati forniti dall’Add Health (National Longitudinal Study of Adolescent to Adult Health) tramite un sondaggio risalente agli anni 90 in cui sono stati presi in valutazione 20 mila adolescenti statunitensi. Figli “boomerang”, così vengono definiti i giovani che ritornano a casa dai genitori dopo aver trascorso un periodo di indipendenza e che hanno riscontrato episodi depressivi.
“Sappiamo molto sui motivi per cui i giovani adulti tornano alle case dei loro genitori” ha dichiarato Caputo. “Non c’è quasi nessuna ricerca su come ciò influisce sulla loro salute mentale. L‘indipendenza economica e sociale sono il segno distintivo del passaggio all’età adulta e avere una propria casa risulta davvero importante. Tanto che il mancato raggiungimento di questo obiettivo potrebbe creare sentimenti di insuccesso. Le mie scoperte mostrano che tornare in una casa dei genitori dopo un periodo di indipendenza può essere davvero un fattore predittivo della depressione” – conclude.
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Percentuali notevoli quelle divulgate dalla società statunitense Pew Research Center risalenti al 2004 dove il 32% dei giovani americani di età compresa tra i 18 e i 34 anni viveva nella propria casa, (62% negli anni 70). Ma guardando a noi, in Italia, secondo i dati Istat, sarebbero 7 milioni i figli che vivono ancora nella casa di origine, mentre secondo Rapporto Giovani, il 70% delle persone sopra i 30 anni sono tornati a casa. Unico comune denominatore le cause: per motivi economici o per relazioni spezzate.
E voi unimamme, che ne pensate di questi dati?
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