Un vaccino terapeutico pediatrico contro l’Hiv sviluppato dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e sperimentato in Italia.
In occasione della Giornata mondiale contro l’Aids 2018 è stata annunciata la sperimentazione di una nuova arma contro il virus dell’Hiv nei bambini: un vaccino terapeutico. La denominazione di terapeutico indica che si tratta di un vaccino non per prevenire la malattia ma per curarla.
L’Ospedale Bambino Gesù è all’avanguardia nel trattamento delle patologie pediatriche. In occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, l’ospedale ha annunciato l’avvio nel 2019 della sperimentazione del primo vaccino terapeutico pediatrico contro l’Hiv, sviluppato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Karolinska Instituet di Stoccolma. Non si tratta della prima sperimentazione di questo innovativo vaccino, ma della seconda. Una prima sperimentazione, infatti, era stata realizzata con successo nel 2013.
L’Ospedale della Santa Sede è capofila del progetto internazionale di ricerca EPIICAL su questo vaccino e ha ottenuto un finanziamento dal National Institute of Health americano che permetterà di testare il vaccino terapeutico su un’ampia coorte di bambini, distribuita in tre Paesi: Italia, Thailandia e Sudafrica.
La vaccinazione terapeutica mira ad “educare” il sistema immunitario di una persona con HIV per aiutarlo a reagire contro il virus che lo ha infettato. I vaccini “terapeutici” si distinguono da quelli “profilattici” in quanto i primi servono a curare persone già infette, mentre i secondi hanno una funzione preventiva (si prendono da sani per evitare i contagi, come i comuni vaccini che si fanno da bambini e da adulti). Ancora purtroppo non esiste un vaccino profilattico contro l’HIV, sebbene la ricerca scientifica sia al lavoro da anni alla sua realizzazione e alla scoperta di un meccanismo che immunizzi l’organismo dal virus dell’Hiv. Probabilmente con il tempo ci si arriverà.
La prima sperimentazione del vaccino terapeutico pediatrico contro l’Hiv, come abbiamo detto, è avvenuta nel 2013, effettuata dall’Unità Operativa di Infettivologia del Bambino Gesù, all’interno del Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero diretto dal prof. Paolo Rossi, in collaborazione con la cattedra di Pediatria dell’Università di Roma “Tor Vergata”. La sperimentazione aveva riguardato 20 bambini nati infetti per via materna (contagio “verticale”), un tipo di trasmissione della malattia che interessa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno.
Con il vaccino terapeutico contro l’Hiv viene somministrato al bambino il Dna di una specifica proteina del virus dell’Hiv. Nelle cellule del bambino vengono così introdotte “informazioni genetiche” che stimolano la risposta immunologica del suo organismo. La cellula umana che riceve il Dna della proteina dell’Hiv inizia a sintetizzarla, migliorando la risposta immunitaria verso il virus. Il vaccino non sostituisce, almeno per ora, la terapia antiretrovirale che si somministra a tutti i pazienti Hiv positivi, ma la affianca. La somministrazione combinata di farmaci antiretrovirali e vaccino terapeutico aveva dato risultati positivi già con la prima sperimentazione, determinando il significativo aumento di risposte immunologiche potenzialmente in grado di consentire il controllo della replicazione del virus dell’HiV.
La seconda sperimentazione del vaccino è stata resa possibile grazie al lavoro di EPIICAL, consorzio nato nel 2015 che coinvolge 27 partner accademici, i più prestigiosi al mondo nell’ambito della ricerca su Hiv pediatrico. Il consorzio è coordinato dall’Ospedale Bambino Gesù e ha lo scopo di mettere a sistema la ricerca di nuove immunoterapie che permettano un controllo della malattia (remissione virologica) senza utilizzare i farmaci antiretrovirali attualmente disponibili.
Il dott. Paolo Palma, immunoinfettivologo del Bambino Gesù, ha spiegato l’obiettivo della ricerca: “La nostra sfida è quella di riuscire a ottenere, grazie al vaccino terapeutico, un controllo della malattia tale da ridurre al minimo nei bambini il ricorso alle terapie antiretrovirali, che sono certamente molto efficaci ma gravate di tossicità nel lungo termine. Un bambino che nasce con Hiv, infatti, inizierà le cure già nel primo anno e dovrà proseguirle per tutta la vita senza interruzioni. Il successo di questo vaccino potrebbe ridurre il rischio dei fallimenti terapeutici legati alla ridotta aderenza nel tempo alle cure antiretrovirali e diminuire sensibilmente i costi per i sistemi sanitari nazionali, che spesso costituiscono un impedimento all’accesso alle terapie, specie nei Paesi più poveri”.
La seconda sperimentazione del vaccino terapeutico per l’Hiv riguarderà in un primo momento i bambini sieropositivi seguiti in Italia dal Bambino Gesù, quindi i bambini con Hiv in Sudafrica e Thailandia, due tra i Paesi con la più alta percentuale di bambini nati infetti per via materna.
e coinvolgerà inizialmente i bambini seguiti in Italia dall’Ospedale della Santa Sede e successivamente i bambini con HIV in Sudafrica e Tailandia, due tra i Paesi con la più alta percentuale di bambini nati infetti per via materna. «Siamo fiduciosi – aggiunge Paolo Palma – che dalla ricerca pediatrica arriveranno le nuove riposte terapeutiche alle esigenze dei pazienti di tutte le fasce di età».
Ogni anno nel mondo si contano circa 180.000 nuove infezioni pediatriche, per un totale di circa 1.800.000 bambini con infezione da Hiv, secondo i dati UNAIDS. In Italia, come nel resto dei Paesi industrializzati, la trasmissione del virus dalla madre al bambino è ormai un evento raro, che riguarda soprattutto realtà sociali che sfuggono alla prevenzione. Nuovi casi di infezione, tuttavia, si verificano negli adolescenti, che sono i soggetti maggiormente a rischio.
Per ulteriori informazioni rimandiamo al sito web del Bambino Gesù.
Che ne pensate di questa nuova terapia contro l’Hiv nei bambini, unimamme?
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