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Attualità

Ragazzi con la Sindrome di Down cacciati da un ristorante di Torino

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Michele
Foto di Anna Rita (Pagina Facebook di Anna Rita)

Quattro ragazzi con la Sindrome di Down vengono cacciati da un ristorante di Torino. Le reazioni della madre di uno di loro e del titolare della trattoria.

La mamma di un ragazzo con la Sindrome di Down si è sfogata su Facebook per il pessimo trattamento che hanno ricevuto, sabato sera, in un ristorante di Torino. Nel post pubblicato sul social, la donna riporta dettagliatamente quanto è accaduto.

AMAREZZA!
Questa sera è accaduta una cosa che in tanti anni non mi era mai successa e che ci ha provocato un’amarezza incredibile.
L’amarezza non è stata solo mia purtroppo, ma anche dei ragazzi che vedete in foto è dei loro famigliari”

Nel post racconta di essere stata proprio lei, la Signora Anna Rita, a prenotare un tavolo per 11 persone per le 20.15 nella trattoria “Casa Amaro”. Una trattoria che si trova al centro di Torino ed al momento della prenotazione ha segnalato la presenza di una persona celiaca, l’unica cosa importante da dire.

Ragazzi con sindrome di Down cacciati da ristorante: il racconto della mamma

Doveva essere una piacevole serata in quanto il figlio di Anna Rita, Gabriele, era li suoi amici della squadra di nuoto, arrivati a Torino proprio per lui.

Sfortunatamente così non è stato. Anna Rita è amareggiata nel raccontare l’accaduto su Facebook: “I ragazzi si sono seduti subito, e, affamatissimi, erano già pronti per ordinare, quando un tizio con la barba, si è avvicinato a me a ad un’altra mamma e ci ha detto, in maniera molto scortese, che dovevamo avvertire della presenza di 4 disabili perché il locale era piccolo, il sabato sera era pieno e loro non sapevano come gestirli“.

La donna tiene a precisare il comportamento educato e rispettoso dei ragazzi e ribadisce che l’unica notizia da dare era sulla celiachia di uno dei presenti: “I nostri ragazzi sono adulti ed educatissimi, mangiamo tutti rigorosamente con coltelli e forchetta. Abbiamo ribadito che l’unica cosa da segnalare l’avevamo detta, ma ci hanno ripetuto per altre due volte la stessa cosa. I ragazzi sono rimasti malissimo e noi tutti peggio di loro. Li abbiamo fatti alzare e ce ne siamo andati“.

Una volta usciti dal locale, sono riusciti a trovare un altro posto dove poter cenare, grazie alla disponibilità di altri gestori di ristoranti:”Il sabato a quell’ora i locali sono tutti pieni, ma uno dei titolari di CASA BROGLIA si è messo al telefono e ci ha trovato un ristorante poco vicino, LE RONDINI. Persone fantastiche, sia i primi che i secondi gestori”.

Le scuse del gestore della trattoria che ha “cacciato” i ragazzi con la Sindrome di Down

Il titolare della trattoria si giustifica, anche lui, con un post su Facebook: “Si è trattato di un malinteso. Ho posto male la domanda. Non è che non volessi accogliere il gruppo, ma volevo capire se c’erano esigenze particolari. Con un po’ di stress e stanchezza, ci si è trovati davanti a una situazione non bella, soprattutto per i ragazzi che si sono sentiti respinti“.

A seguito del post, il ristoratore ha chiesto scusa direttamente ad Anna Rita, chiarendosi telefonicamente.

La donna in un primo momento ha accettato le scuse dell’uomo: “Mi è sembrato sincero. I ragazzi e loro sono molto soddisfatti delle sue parole“.

La storia sembrata finita, ma dopo poco Anna Rita aggiunge al suo post un commento di una persone presente in trattoria, la stessa sera, che ha osservato e commentato l’accaduto: “Dopo aver visto i ragazzi down andarsene, il signore perplesso chiede spiegazioni al titolare: chiedo conferma di quanto avvenuto al simpatico cameriere, convinto di aver frainteso la vicenda. Macché. Il signore, visibilmente turbato, mi conferma tutto. “Scusa, ma nella pratica, che problemi ti avrebbero potuto creare?” chiedo, tra il confuso e l’incazzato. Visibilmente nervoso, risponde: “Sono 20 anni che faccio questo lavoro, questo tipo di clienti mi rovina la serata, fa rumore, è difficile da gestire. Non posso farli mangiare qua”. E quindi a casa. Cenino a casa loro. Come animali, loro qui non possono entrare“.

A seguito di queste parole Anna Rita ribadisce la sua vergogna per l’accaduto.

Quale sarebbe stata la vostra reazione al posto della mamma di Gabriele? Voi unimamme cosa ne pensate della vicenda?

Michele

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