La tinta per capelli l’ha quasi uccisa: una ragazza francese vittima di una violenta allergia.
Occorre sempre usare la massima prudenza con le tinture per capelli, perché possono essere molto pericolose a causa del rischio di allergie. Meglio affidarsi al proprio parrucchiere di fiducia oppure comprare prodotti di marca che siano sicuri ed effettuare sempre il test allergico prima di tingere i capelli. Altrimenti potete correre rischi molto seri, perfino mettere a repentaglio la vostra vita. Come è accaduto ad una ragazza francese. Ecco la sua storia.
La tinta per capelli ha quasi ucciso una ragazza francese
Un’esperienza terribile, dovuta ad una leggerezza che avrebbe potuto essere fatale: una ragazza francese di 19 anni di nome Estelle, di Vitry-sur-Seine, a sud di Parigi, ha deciso di tingersi i capelli da sola, in casa, acquistando una tinta per capelli al supermercato. Una delle tante che troviamo negli scaffali di centri commerciali e market, peraltro di una marca sconosciuta. La ragazza da bionda voleva tingersi mora, purtroppo, però, le cose per le non sono andate come aveva immaginato.
Tutte, unimamme, sappiamo o dovremmo sapere che le tinte per capelli sono ad alto rischio di reazioni allergiche. Per questo motivo nel foglietto che accompagna le confezioni sono scritti a caratteri cubitali, sottolineati ed evidenziati con colori decisi gli avvisi sul rischio di reazione allergiche e l’imperativo di fare il test di prova su una piccola porzione di pelle prima di tingersi i capelli. La sostanza che può provocare reazioni allergiche è la para-fenilendiammina (PFD), contenuta nel 90% delle tinte per capelli e con una proababilità di scatenare reazioni nel 3% dei casi. Un rischio molto basso, ma pur sempre un rischio.
Qualcuno che rientra i quel 3% c’è e può capitare ad ognuna di noi. È capitato ad Estelle.
La ragazza, dopo aver comprato la tinta per capelli scura, ha fatto il test allergico, ma avrebbe dovuto aspettare 48 ore per vedere eventuali reazioni. Un’attesa troppo lunga per la sua giovane curiosità e la voglia di cambiare look, così Estelle si è tinta i capelli prima dell’esito del test. Una scelta che le è stata quasi fatale.
Poco dopo aver fatto la tinta, il viso di Estelle ha iniziato a gonfiarsi e la ragazza ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie. Il gonfiore è stato tale da raddoppiarle la parte alta viso, sformandolo e sfigurandola. Estelle è finita in ospedale e ha quasi rischiato di morire. Fortunatamente i medici sono riusciti a salvarla e curarla e passati i giorni peggiori dello sfogo allergico, la diciannovenne è ritornata come prima. Ma se l’è vista davvero brutta e le sue foto del volto sformato fanno impressione.
Superata questa bruttissima esperienza, Estelle ha voluto condividere con gli altri quello che le era accaduto e ha pubblicato sul web le foto impressionanti del suo volto gonfio e tumefatto. Nel giro di poco tempo, la sua storia è diventata virale e la giovane studentessa è stata contattata dai media. “Non sono una vittima, ho fatto una stupidaggine, voglio solo dire alle altre di stare attente e di fare il test“, ha detto la ragazza al quotidiano Le Parisien.
Estelle ha raccontato di essere stata contattata dalla BBC, dalla Fox News e da numerosi media internazionali. Un’attenzione che non si aspettava affatto, ma della quale è stata contenta perché ha avuto modo di diffondere ancora di più la sua disavventura e mettere in guardia un vasto numero di persone. Sua madre Sygrid ha detto di essere fiera della figlia e del suo impegno ad aiutare gli altri e prevenire che si ripeta quello che è accaduto a lei.
La giovane ha anche detto di essere stata contattata da persone molte persone vittime di allergie, che le hanno chiesto aiuto. Donne che perdevano i capelli, con gravi problemi. Alcune, riconoscendola, l’hanno anche fermata per strada. Estelle è rimasta molto toccata dalle loro storie e anche se mettono tristezza, è bene che se ne parli. “Dopo una grande tempesta, c’è sempre un arcobaleno in cielo – ha detto la ragazza – ed è arrivato“.
Che ne pensate di questa storia unimamme?
Vi ricordiamo il nostro articolo: Ciuccio e allergie nei bambini: la relazione indagata dalla scienza