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Latte d’asina: aiuto per la crescita dei neonati prematuri in terapia intensiva

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Michele

Uno studio tra il CNR di Torino e l’Ospedale Sant’Anna ha permesso di realizzare un nuovo prodotto per i neonati prematuri a base di latte d’asina

L’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del C.N.R. di Torino (Cnr-Ispa) insieme all’equipe della terapia intensiva neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna di Torino hanno condotto uno studio per creare un prodotto fortificante ideale per la nutrizione dei bambini prematuri. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition.

I prematuri in Italia sono più del 6% di tutti i bambini nati: sono oltre i 30.000 l’anno, di cui 5.000 sono anche sotto i 1.5 Kg di peso. Come per tutti i neonati, anche per loro il latte materno è il primo alimento. Rappresenta l’alimento di prima scelta per garantire le migliori prospettive di salute e di sviluppo a breve e a lungo termine. Per i prematuri il latte materno deve essere fortificato con l’aggiunta di nutrienti, soprattutto proteine derivanti dal latte vaccino, necessari per il loro sviluppo.

Per questi neonati però le proteine presenti nel latte vaccino possono causare intolleranze alimentari, come vomito e distensioni addominali, andando a rallentare la loro crescita.

Proprio per evitare i problemi legati a queste intolleranze nasce lo studio per poter sostituire il latte vaccino con quello d’asina.

Latte d’asina: simile al latte materno e al latte vaccino

Per la sua composizione in termini di proteine, glucidi (zuccheri) e lipidi (grassi), il latte d’asina è molto più simile al latte umano di quanto non lo sia il latte vaccino. Inoltre, il latte d’asina è molto ricco di lisozima, una proteina caratterizzata da elevata proprietà antibatterica.

Per questo motivo è stato studiato se i nati prematuri, alimentati con latte umano arricchito con un fortificante derivato da latte d’asina, potessero presentare una migliore tolleranza alimentare nelle prime settimane di vita, periodo più critico per l’avvio della loro alimentazione.

Lo studio per aggiungere il latte d’asina all’alimentazione dei prematuri

Lo studio ha coinvolto 156 nati prematuri di peso ed età alla nascita molto bassi (inferiore a 1.500 g. e massimo 30 settimane di gravidanza) ed è stato caratterizzato da due fasi importanti:

  • In una prima fase è stata studiata e progettata la formula, come spiega la ricercatrice del Cnr-Ispa, Laura Cavallarin:”Studi recenti avevano già evidenziato che quello d’asina è il latte di mammifero più vicino come composizione al latte umano. Da qui l’idea di provarlo come integratore del latte materno. La prima fase del progetto ha previsto il disegno e la produzione del fortificatore sperimentale. Sono stati ottenuti due concentrati di latte d’asina, con tenore proteico e calorico uguale ai corrispondenti prodotti a base di latte vaccino disponibili in commercio, rispettando la normativa vigente in materia di alimenti per infanzia e garantendone la sicurezza microbiologica. Il latte d’asina, raccolto da due allevamenti piemontesi e uno di Reggio Emilia, è stato fornito da Eurolactis Italia. La formulazione e produzione del fortificatore sono stati brevettati, mentre la polverizzazione ed il confezionamento del prodotto finito sono state condotte con il supporto del Dipartimento di scienze del farmaco dell’Università del Piemonte Orientale e di due imprese farmaceutiche piemontesi, Procemsa e Proge Farm”.

 

  • Nella seconda fase stato avviato uno studio clinico durato 24 mesi per valutare l’adeguatezza nutrizionale del nuovo prodotto in una popolazione di neonati gravemente prematuri. Il direttore, Enrico Bertino, della Terapia Intensiva Neonatale dell’Università di Torino, conferma l’ipotesi dello studio spiegando come è avvenuto l’esperimento: “Metà dei bimbi hanno ricevuto per 21 giorni latte umano con il fortificatore a base di latte d’asina, gli altri quello standard a base vaccina. Essendo i prodotti differenti, le due diete sono state modulate per avere lo stesso apporto nutritivo. Lo studio clinico ha mostrato che gli episodi di intolleranza alimentare erano 2,5 volte inferiori nei soggetti che assumevano il prodotto a base di latte d’asina. In particolare, sono risultati ridotti gli episodi di vomito e di ristagno biliare nello stomaco, indice di malfunzionamento intestinale”.

Per la ricercatrice Laura Cavallarin è un risultato molto importante per permettere una rapida crescita dei prematuri:” Si tratta di un risultato importante sia per il raggiungimento precoce di una completa alimentazione per via orale, obiettivo chiave nell’assistenza dei prematuri nelle terapie intensive neonatali per un loro più rapido ritorno a casa, sia perché, in queste fasi, condiziona lo stato di salute nell’adolescenza e in età adulta

Lo studio clinico durato 24 mesi è ancora in corso di follow-up, per seguire i pazienti fino all’età scolare.

Voi unimamme conoscevate il latte d’asina? Lo usereste come sostituto del latte vaccino?

Michele

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