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Salute e benessere bambini

Vaccinarsi in gravidanza, poche donne lo fanno per colpa della disinformazione

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valeria bellagamba
Gravidanza e vaccini (iStock)

Le donne in gravidanza si vaccinano poco per colpa della disinformazione. Le fake news e le bufale alimentano l’esitazione vaccinale.

Vaccinarsi in gravidanza non solo è sicuro, ma anche necessario, per evitare rischi al neonato. I bambini piccoli, infatti, sono protetti dal vaccino fatto dalla mamma, fino alla prima dose di esavalente.

Purtroppo, disinformazione, terrorismo no vax e fake news alimentano la paura nelle future mamme e di conseguenza la crescita dell’esitazione vaccinale.

Vaccinarsi in gravidanza è importante

Poche donne si vaccinano in gravidanza, nonostante la vaccinazione sia fortemente raccomandata, per proteggere mamma e bambino. Il motivo di questa situazione è dovuto allo scetticismo sull’importanza della vaccinazione. Scetticismo che ha due origini: molte donne pensano che vaccinarsi in gravidanza non serva oppure hanno paura che faccia male. Soprattutto pensano che faccia male e sia rischioso. Si tratta, però, di convinzioni errate e smentite da studi scientifici, che hanno confermato non solo la sicurezza, ma anche l’importanza della vaccinazione durante la gestazione.

Lo ha ricordato anche il Ministero della Salute con una circolare uscita alcuni mesi fa sulle vaccinazioni per le donne in età fertile e in gravidanza.

Ovviamente, non tutte le vaccinazioni si possono fare in gravidanza. Quelle caldamente consigliate sono:

  • Vaccino anti-influenzale inattivato
  • Richiamo vaccino contro difterite, tetano, pertosse (dTpa), nel terzo trimestre, di solito intorno alla 28a settimana, per proteggere il nascituro dalla pertosse.

La vaccinazione anti-influenzale è raccomandata e offerta gratuitamente alle donne che all’inizio della stagione epidemica dell’influenza si trovino nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Mentre la vaccinazione dTpa va fatta per ogni gravidanza, anche se la donna sia già stata vaccinata o sia in regola con i richiami decennali o abbia avuto la pertosse. La pertosse, infatti, è una malattia batterica che può tornare anche quando è stata contratta naturalmente e nei neonati è pericolosissima, può essere mortale come è accaduto purtroppo in recenti casi di cronaca. Quando un neonato contrae la pertosse, la fonte di infezione è spesso la madre. Per questo è importante che la madre si sia vaccinata in gravidanza, perché protegge il bambino fino alla sua prima dose di vaccino esavalente, che viene somministrato nel terzo mese di vita. Il vaccino dTpa è sicuro sia per la donna in gravidanza sia per il feto.

Invece, il vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR) e quello contro la varicella (o il quadrivalente che li contiene tutti, MPRV) sono controindicati in gravidanza. Pertanto se non si è immunizzati contro queste malattie, ci si deve vaccinare prima di restare incinte.

Uno studio americano, dell’Università del Colorado ha censito le cause di opposizione alla vaccinazione in gravidanza. I ricercatori hanno intervistato 331 ostetrici e ginecologi per conoscere l’adesione alle vaccinazioni raccomandate durante la gravidanza, quella per l’influenza e quella contro difterite, tetano e pertosse. Lo studio è stato pubblicato su Obstetrics & Gynecology.

Il 62% dei medici intervistati ha segnalato un tasso di rifiuto maggiore del 10% per il vaccino contro l’influenza, mentre il vaccino contro difterite, tetano e pertosse è stato accolto meglio, con soltanto il 32% dei ginecologi che ha ricevuto un rifiuto da più di una paziente su dieci.

Tra i motivi principali del rifiuto delle vaccinazioni in gravidanza c’è:

  1. al primo posto la convinzione che il vaccino faccia male, nel 48% dei casi,
  2. poi la convinzione di non essere esposte alle malattie, nel 38% dei casi,
  3. le preoccupazioni generali sui vaccini al 32%,
  4. il desiderio di una ‘gravidanza naturale‘, al 31%
  5. la paura di provocare l’autismo al 25%.

Questa ovviamente è la situazione statunitense, essendo stato lo studio condotto negli Usa e con medici americani. In Italia, invece, la situazione è addirittura peggiore, rileva la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip).

Un documento pubblicato pochi mesi fa dal Siaip conferma che “avere l’influenza o la pertosse nei primi mesi di vita può essere molto pericoloso, e il modo migliore per proteggere il bambino è vaccinarsi durante la gravidanza, una pratica sicura”. Viene ribadito. “La pratica” della vaccinazione in gravidanza, prosegue la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, “è abbastanza diffusa negli Usa e in Gran Bretagna, dove secondo il CDC americano e l’ECDC Europeo circa metà delle donne incinte si protegge, mentre in Italia i dati di copertura mostrano che in media meno del 2% delle donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza si vaccinano“. Una percentuale che corrisponde a circa 3500 donne. Decisamente troppo poche.

Il vaccino dTap è efficace e sicuro, spiegano gli esperti del Siap, è stato dimostrato. “L’ultimo recente studio, condotto negli USA, ha dimostrato che se fatta nel terzo trimestre la vaccinazione riduce del 78% il rischio che il bimbo si ammali di pertosse e di conseguenza delle sue complicanze”.

Che dite unimamme? Meglio vaccinarsi prima, per noi e i nostri figli.

Ricordiamo anche il nostro articolo: Epidemia mondiale di morbillo: esplosione di casi nel 2017 per colpa della disinformazione

valeria bellagamba

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