Ylenia Lucidi è una ventinovenne che, nel 2018, si era sottoposta ad analisi di routine, scoprendo che i reni si erano rimpiccioliti e che andavano sotto sforzo.
La giovane non era ancora entrata in dialisi e quindi non poteva mettersi in lista d’attesa per un trapianto da cadavere. Solo un trapianto infatti le avrebbe permesso di condurre un’esistenza normale.
Mentre era ricoverata in nefrologia la dottoressa Giuseppina Bardini le ha proposto un trapianto da donatore vivente.
In Italia questa pratica rappresenta meno del 10% di tutti i trapianti eseguiti ogni anno. Ylenia però avrebbe dovuto attendere mesi o anni, ma è a questo punto che sua mamma è intervenuta, con un grande gesto di generosità.
Dopo un consulto con la dottoressa Bardini Rita, mamma cinquantaduenne, si è sottoposta all‘asportazione di un rene da donare alla figlia.
L’operazione si è svolta lo scorso 16 gennaio presso l’ospedale San Bortolo di Vicenza.
“Quando ho saputo che mia figlia necessitava di un trapianto non ho esitato un attimo nel propormi. Per me è stata una cosa naturale” ha dichiarato la donna su Cronache Picene.
“Ci hanno controllate dalla testa ai piedi, sottoponendoci a ogni tipo di esame, ho dovuto fare per sei mesi anche una dieta aproteica, è stato uno dei momenti più duri e, per assurdo, non vedevo l’ora arrivasse il giorno dell’operazione. Tutto fortunatamente è andato bene. Avevo paura di non svegliarmi e credo di aver anche sognato di non riuscire a farlo. Ma appena ho aperto gli occhi stavo bene, non avvertivo dolori. Solo dopo un giorno e mezzo ho potuto riabbracciare mio padre Nino e il mio fidanzato Tonino” ha raccontato Ylenia.
Prima del trapianto donatore e ricevente devono affrontare una serie di esami per valutare idoneità o meno al trapianto. Una volta finita la valutazione clinica si passa a quella psicologica per verificare le motivazioni ed escludere un’eventuale traffico di organi.
“Appena sveglia il mio primo pensiero è andato a mia figlia, sapevo che ci separava solo un corridoio e appena me l’hanno concesso sono andata da lei”.
Dopo 17 giorni di degenza Ylenia è tornata a casa. Ora la giovane sta bene, gestisce un bar insieme ai genitori a Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo).
“Si sa troppo poco del trapianto di organi, specie quello da vivente. Racconto la mia storia affinché chi legge abbia la voglia e la curiosità di informarsi. Non c’è nessun segreto, nulla per cui bisogna stare zitti quando possiamo fare qualcosa per stare meglio e continuare a vivere” ha concluso Ylenia.
Nel mondo ci sono più di 585 mila persone che vivono con un rene trapiantato. Secondo gli studi il rene trapiantato da vivente ha una miglior possibilità di sopravvivenza rispetto a quello ricevuto da donatore deceduto.
Al giorno d’oggi si può eseguire un trapianto di rene da vivente anche in assenza di compatibilità.
Unimamme, cosa ne pensate di questa bella storia d’amore tra mamma e figlia?
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