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Salute e benessere bambini

Scabbia nel modenese: due casi riguardanti minori, avvisati compagni di scuola e famiglie

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valeria bellagamba
Scabbia (Wikipedia)

Scabbia nel modenese: accertati due casi su minori, avvisati compagni di scuola e famiglie.

Sono stati segnalati due casi di scabbia riguardanti minorenni in due comuni della provincia di Modena: Bomporto e Sassuolo. Lo ha comunicato la Azienda Usl di Modena. Sono stati avvisati i compagni di scuola dei due minori e le loro famiglie. I casi non suscitano particolare preoccupazione.

Due casi di scabbia nel modenese

Torna la scabbia nella provincia di Modena, dopo i quattro casi segnalati lo scorso ottobre, sono stati registrati due nuovi casi, riguardanti minori, uno nel comune di Bomporto e l’altro nel comune di Sassuolo. I casi sono stati rilevati dalla Pediatria di Comunità.

Come previsto dai protocolli per le malattie infettive, sono state informate le famiglie dei compagni di classe dei due minori.

Nel caso di Bomporto, sono state avvisate anche le  famiglie degli alunni di due classi che svolgono attività didattica congiunta con la classe del malato. In considerazione dell’età degli alunni, non è stato offerto il controllo a scuola, ma le famiglie sono state invitate a rivolgersi al pediatra o al medico di famiglia in caso di comparsa di lesioni cutanee associate a prurito.

La scabbia è una malattia provocata da un acaro (Sarcoptes scabiei) invisibile a occhio nudo; colpisce persone appartenenti a tutti gli strati sociali, senza distinzione di età, sesso o condizione di igiene personale. È una malattia molto fastidiosa, ma la cura è semplice e si effettua solo con l’uso di prodotti da applicare sulla cute.

La trasmissione della scabbia nelle comunità scolastiche è un evento molto raro, spiega la Asl modenese: al 9 novembre 2018 i casi segnalati in minori che frequentano istituti scolastici del territorio si attestano intorno allo 0,02% sul totale della popolazione della provincia di Modena, tra 0 e 14 anni, vale a dire circa un caso ogni 4000 bambini. Inoltre il periodo di incubazione della malattia è di 6-8 settimane quindi spesso viene contratta nel periodo estivo.

Il contagio, si legge sul sito della Asl, si verifica solo per contatto diretto e prolungato dall’individuo con la scabbia ad uno sano. Inoltre il parassita non sopravvive al di fuori del corpo umano quindi non è necessario disinfestare gli ambienti, come pavimenti, tavoli, ecc.

Comunque, a scopo di estrema cautela e tenuto conto delle imminenti festività natalizie, la Pediatria di Comunità ha offerto il controllo dermatologico a scuola dei bambini. Come riporta Sassuolo 2000.

LEGGI ANCHE —> Pidocchi, acari e ossiuri: come difendere i nostri bambini

Cos’è la scabbia e come si cura

Scabbia (Wikipedia)

La scabbia è una malattia contagiosa della pelle. Si manifesta negli esseri umani e negli animali. Come abbiamo detto sopra, è causata dall’acaro Sarcoptes scabiei var homini, un parassita molto piccolo e di solito non direttamente visibile.

Gli acari della scabbia sono distribuiti in tutto il mondo e colpiscono allo stesso tutte le età, le etnie e le classi socio-economiche a tutte le latitudini e nei climi diversi. A livello mondiale a partire dal 2009 si stima che si verifichino 300 milioni di casi di scabbia ogni anno, anche se si tratta di un dato molto discusso. Si stima che dall’1 al 10% della popolazione mondiale sia infestata dalla scabbia, ma in alcune popolazioni il tasso di infezione può raggiungere il 50-80%.

La scabbia è una parassitosi che si contrae da contatto interumano prolungato, come ad esempio nei casi in cui si condivida lo stesso letto o si indossino gli stessi indumenti. Invece, il contagio indiretto è raro, può avvenire attraverso il passaggio dell’acaro alla biancheria e lenzuola se sono stati contaminati da poco dal malato. Lontano dall’ospite umano gli acari possono vivere oltre le 72 ore.

La scabbia è una malattia riconoscibile dalle lesioni che si formano sulla pelle, chiamate cunicoli scabbiosi, si tratta di una specie di microscopiche gallerie di circa 2-3 millimetri, di colore biancastro che servono ai parassiti femmine dell’acaro della scabbia per deporre le uova. Le larve attive emergono dopo 3-4 giorni e invadono la cute circostante.

L’infestazione della scabbia si manifesta con eruzioni cutanee pruriginose, dovute alla reazione allergica provocata dall’assorbimento degli escrementi degli acari nei capillari della pelle. Il prurito è generalizzato e viene avvertito specialmente di notte. Il rash cutaneo e le gallerie degli acari compaiono soprattutto in alcune zone: tra le dita, sui polsi e sui gomiti, ma possono manifestarsi anche sui piedi, sulle caviglie, sui genitali (nei maschi), sui capezzoli e sul palmo delle mani.

La scabbia si cura con l’applicazione di specifiche creme sulla pelle pulita e asciutta, secondo indicazione del medico.

In Italia il numero dei casi di scabbia è in aumento: infatti si è passati dai 2.000/3.500 casi degli anni 1989-2000 ai più di 5.700 del 2003.

Infine esistono alcune forme di scabbia che sono tipiche dei soggetti immunodepressi, come le persone che utilizzano farmaci immunosoppressori o i malati di Hiv. Si parla in questo caso di scabbia “crostosa”, detta anche scabbia norvegese, che si manifesta con lesioni crostose su mani, piedi, cuoio capelluto, orecchie e le zone sotto le unghie. Questa forma di scabbia può essere asintomatica e alle volte può assomigliare ad un eczema o ad una psoriasi. La presenza di molti acari nei pazienti con questa forma di scabbia ne favorisce la trasmissione attraverso l’ambiente. La diagnosi viene effettuata con l’esame obiettivo, però non sempre il cunicolo scabbioso è visibile e in alcuni casi l’acaro può essere ricercato mediante entodermoscopia, ovvero la ricerca del parassita della scabbia mediante un comune dermatoscopio a luce polarizzata.

Per saperne di più segnaliamo il sito web di Nurse24.it.

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valeria bellagamba

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