Non si arresta il fiume di persone che cercano di entrare in America superando la frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti d’America. Tra di loro sono presenti molti bambini, insieme ai loro genitori, che cercano si entrare in America sperando in un futuro migliore.
Purtroppo qualche giorno fa è successo che uno di questi bambini è morto, poco dopo la mezzanotte di Natale, per cause ancora ignote.
Questi piccoli migranti sono rinchiusi nei centri di accoglienza con i loro genitori ed è difficile sapere con precisione quanti siano. I migranti che chiedono asilo negli Stati Uniti non vengono più fatti entrare subito in territorio statunitense, ma tenuti in zone di frontiera.
Felipe Alonzo Gomez era uno dei piccoli migranti proveniente dal Guatemala ed il 18 dicembre scorso era stato arrestato dallo US Customs and Border Protection, dopo aver cercato di attraversare illegalmente il confine con il padre nella zona di Paseo del Norte.
Dai rapporti ufficiali si evince che il bambino insieme al padre erano stati detenuti, inizialmente, nel centro locale per le gestione dei migranti. Qui erano stati dati loro cibo caldo, succo di frutta e acqua. Successivamente erano stati trasferiti alla stazione di El Paso e poi erano arrivati nel centro di Alamogordo, New Mexico, per completare la registrazione.
Ai primi sintomi di malessere il bambino era stato trasferito al Gerald Champion Regional Medical Center di Almogordo, qui era stato eseguito l’esame per lo streptococco e dimesso con una diagnosi di raffreddore. In seguito avevano notato che la febbre era salita a 40 °C e dopo avergli somministrato l’antibiotico e l’ibuprofene erano stati portati in un centro di detenzione. Purtroppo dopo poche ore le condizioni di salute non sono migliorante, anzi, dopo aver vomitato era poi diventato letargico e così è stato riportato in ospedale.
Durante il tragitto aveva vomitato ancora e perso conoscenza. Giunto in ospedale, i medici hanno tentato di rianimarlo, ma ne hanno dichiarato il decesso.
Si è trattato del seconda vittima in un mese: a metà dicembre, infatti, un’altra bambina guatemalteca di sette anni aveva perso la vita a causa della disidratazione e della mal nutrizione.
Siccome in pochi giorni sono avvenuti due casi simili c’è il sospetto di una possibile epidemia e/o di una mancanza di assistenza. Proprio per questo si è deciso che verranno effettuati controlli medici su tutti i bambini in custodia della polizia di frontiera al confine fra il Messico e gli Stati Uniti.
Il deputato democratico del Texas, Joaquin Castro, ha dichiarato che:”Molte domande restano senza risposta, inclusa quella di quanti bambini siano morti mentre erano nella custodia del CBP” (Dogana e Polizia di Frontiera degli Stati Uniti).
Secondo la legge i piccoli non possono essere detenuti per più di 72 ore, ma Felipe Alonzo Gomez lo è stato per almeno 130 ore, sfruttando l’ormai comune pratica di trasferire il migrante da un centro di detenzione ad un altro, in modo da non superare le 72 ore, ed essere le autorità costrette al loro rilascio.
ll governo del Guatemala ha chiesto una indagine “chiara” sulla morte del bambino.
La tragedia del piccolo Felipe Alonzo Gomez è avvenuta mentre cominciava lo shutdown (blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti d’America) del governo voluto dal presidente Donald Trump, per costringere i democratici a stanziare ben 5 miliardi necessari a cominciare la costruzione di un muro divisorio dei confini tra il Messico ed gli USA.
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