Il figlio malato della mamma yemenita che non poteva entrare negli Usa a causa del travel ban di Trump è morto.
È finita come era stata annunciato: è morto il bambino di due anni di origine yemenita, ma cittadino statunitense, gravemente malato e con la mamma alla quale era stato vietato l’ingresso negli Usa perché cittadina dello Yemen, Paese per il quale il presidente Donald Trump aveva introdotto il travel ban.
Per fortuna, nel frattempo, alla donna era stato concesso all’ultimo minuto un visto umanitario, per raggiungere il figlio e il marito in California. La triste storia di Natale che ha commosso tutti.
Il piccolo Abdullah Hassan, il bimbo di due anni cittadino Usa ma di origine yemenita come il padre Ali, è morto all’ospedale Benioff Oakland di San Francisco. Il piccolo, purtroppo, era malato terminale e non c’erano speranze per lui. Abdullah soffriva di una grave malattia cerebrale che gli impediva di respirare ed ara ricoverato in ospedale assistito dal ventilatore artificiale.
La sua vicenda è stata resa ancora più drammatica, ed è stata conosciuta in tutto il mondo, a causa del divieto di ingresso negli Stati Uniti per sua madre, Shaima Swileh, cittadina yemenita e non statunitense. Per i cittadini dello Yemen, infatti, il presidente Trump aveva introdotto il travel ban (il divieto di ingresso), perché Paese considerato a rischio terrorismo.
La mamma del bambino si trovava da mesi bloccata al Cairo, in Egitto, in attesa dell’autorizzazione a partire per la California e raggiungere il figlioletto e il marito. L’uomo e il bambino, avendo il passaporto americano, erano autorizzati ad entrare e spostarsi negli Stati Uniti. Non la donna, però, non avendo la cittadinanza Usa e nonostante il legame di sangue con il bambino. Ali Hassan e suo figlio Abdullah avevano raggiunto gli Stati Uniti lo scorso 1° ottobre. Il padre cercava cure migliori per suo figlio. La madre avrebbe dovuto raggiungerli in un secondo momento, ma per lei è stato applicato il travel ban.
Il tempo scorreva inesorabilmente e la mamma yemenita rischiava di non poter dire addio al figlioletto prima che morisse. Il marito Ali aveva fatto di tutto per ottenere l’autorizzazione per la moglie ad entrare negli Stati Uniti, sostenuto dal Centro per i diritti civili degli islamici (Cair California). L’ultimo tentativo disperato è stato un appello video, in cui l’uomo in lacrime chiedeva al Dipartimento di Stato Usa di far entrare la moglie nel Paese per permetterle di abbracciare il figlioletto per l’ultima volta. “Tutto ciò che la madre desidera è tenere la mano di Abdullah per l’ultima volta, prima che gli stacchino il supporto vitale“, aveva implorato Ali.
Alla fine, per fortuna, Shaima Swileh ha ottenuto il permesso di entrare negli Usa grazie alla concessione di un visto umanitario da parte del Dipartimento di Stato Usa, lo scorso 19 dicembre. La donna è partita subito per San Francisco ed è riuscita a trascorrere qualche giorno con il figlioletto. Il bambino è deceduto il 28 dicembre.
Il padre di Abdullah ha detto alla stampa che lui e sua moglie Shaima hanno il cuore spezzato per la perdita del loro unico figlio. Allo stesso tempo ha voluto ringraziare tutti quelli li hanno aiutati e hanno a preso a cuore la loro vicenda.
Il funerale del bambino sarà celebrato il pomeriggio del 29 dicembre nella città californiana di Lodi. “Nella sua breve vita, Abdullah è stato una luce guida per tutti noi nella lotta contro la xenofobia e la separazione delle famiglie“, ha commentato Saad Sweilem, avvocato per i diritti civili del Cair.
Questa storia è stata raccontata dalla CNN.
Che dire unimamme? In questa tragica storia almeno la mamma yemenita ha potuto abbracciare e dire addio al suo bambino prima che morisse
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