La Cannabis di ultima generazione è più potente e pericolosa. Lo dice uno studio recente.
Attenzione mamme alla cannabis di ultima generazione: ha un maggiore contenuto di tetraidrocannabidiolo (Thc), la sostanza psicotropa della pianta e dunque hanno un effetto più forte e anche pericoloso.
La cannabis in Europa è cambiata negli ultimi dieci anni, diventando più potente e potenzialmente più dannosa. Lo dice uno studio scientifico britannico. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Negli ultimi dieci anni la cannabis in commercio in Europa è diventata più potente per via dell’aumento del contenuto di Thc, il delta-9-tetraidrocannabidiolo, il principio attivo che la rende una sostanza psicoattiva. Questo fa sì che la cannabis sia anche più pericolosa. Lo ha stabilito uno studio recente, condotto dai ricercatori dell’Università di Bath e del King’s College di Londra.
Per i consumatori si tratta di un prodotto di migliore qualità, con maggiori effetti psicoattivi, ma una cannabis più potente può causare maggiori danni a lungo termine, avvertono i ricercatori. I rischi sono quelli di aumentata capacità di creare dipendenza e di sviluppare malattie psicotiche.
Lo studio inglese è stato pubblicato sulla rivista Addiction e si tratta di una ricerca innovativa, la prima nel suo genere. Gli studiosi hanno esaminato i dati raccolti dall’Osservatorio europeo per le droghe e le tossicodipendenze tra il 2006 e il 2016 in 28 Stati dell’Unione europea, in Norvegia e in Turchia.
I ricercatori hanno riscontrato un deciso aumento della concentrazione di delta-9-tetraidrocannabidiolo (Thc)
Circostanza che ha portato anche ad un aumento dei prezzi dei prodotti a base di cannabis.
Tom Freeman, principale autore dello studio, ha spiegato che la cannabis in circolazione oggi in Europa “è più potente e di migliore qualità” di quella di 10 anni fa, ma per questa caratteristica anche più pericolosa. Infatti, altri studi scientifici hanno associato il consumo di cannabis con elevati livelli di Thc a maggiori danni a lungo termine, come lo sviluppo di dipendenza e un aumentato rischio di malattie psicotiche.
La maggiore pericolosità della cannabis sarebbe dovuta al fatto che all’aumento della concentrazione di Thc rimane stabile il contenuto di cannabidiolo (Cbd), soprattutto nella resina da cannabis. Infatti, il cannabidiolo è una sostanza di cui recentemente sono stati evidenziati gli effetti positivi nel trattamento di condizioni patologiche come l’epilessia infantile, la psicosi e l’ansia. Inoltre, nei prodotti della cannabis, il cannabidiolo ha anche la capacità di compensare alcuni degli effetti dannosi del tetraidrocannabidiolo, come la paranoia e la perdita di memoria. Dunque, ad un aumento della sostanza psicoattiva Thc, con tutte le conseguenze che comporta, non corrisponderebbe quello della sostanza che ha serve a contenerne gli effetti negativi e a sua volta ne produce di positivi.
“Il Cbd ha il potenziale per rendere la cannabis più sicura, senza limitare gli effetti positivi cercati dai consumatori”, ha detto Freeman. “Quello che stiamo vedendo in Europa è un aumento del Thc a dispetto di livelli di Cbd stabili o in diminuzione, che potenzialmente rendono la cannabis più dannosa“. Questa è la conclusione degli studiosi inglesi, che deve far riflettere sulla larga diffusione della cannabis.
Se da una parte, infatti, la legalizzazione della cannabis ha il pregio di sottrarne il commercio alla criminalità organizzata, dall’altra il frequente consumo, soprattutto da parte dei più giovani può avere conseguenze negative anche gravi sulle loro funzioni cerebrali: dalla perdita della memoria agli stati ansiosi e psicotici. Una circostanza che fa sì che la comunità scientifica abbia ancora dubbi sull’opportunità della sua legalizzazione del consumo di cannabis.
I risultati dello studio inglese sono stati pubblicati dall’edizione italiana Wired, rivista che si è occupata in più occasioni di cannabis e marijuana, citando diversi studi scientifici sui rischi causati dal suo consumo.
Voi unimamme che ne pensate?
Vi ricordiamo anche il nostro articolo sui rischi della “cannabis light” secondo gli esperti.
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