Parla il padre di una delle vittime di Rigopiano.
Alessio Feniello è il padre di una delle vittime della tragedia avvenuta a Rigopiano ormai due anni fa. Il 18 gennaio prossimo si commemorerà il secondo anniversario, ma papà Feniello, oltre ad essere addolorato, si sente anche oltraggiato.
Papà di una vittima di Rigopiano condannato a 2 mesi di carcere o a pagare 4550 euro
Alessio Feniello ha pubblicato su Facebook la comunicazione della condanna ricevuta, scrivendo:
“Cosa posso dire? Oggi mi hanno notificato questo!
Siccome mi sono recato a rigopiano a portare dei fiori dove hanno ucciso mio figlio Stefano Feniello, introducendomi secondo loro in un’area sottoposta a sequestro, pare che questo magistrato mi faccia una proposta: o paghi 4.550,00 euro, o ti fai due mesi di carcere. Io rispondo a questo magistrato che non pago un centesimo e, se necessario, mi sconto tre mesi di carcere.
Ma ti invito a fare i processi seri! Visto che sei pagato da noi contribuenti Italiani, non perdere tempo con le cose futili.
Adesso se vuoi fammi arrestare, fai pure.
Italiani è arrivata l’ora di ribellarsi!
Quelli che non hanno fatto niente per salvare 29 persone a Rigopiano, stanno tutti ancora a piede libero; io invece devo pagare…
Se sono colpevole. io non mi tiro indietro perché sono un uomo non una merda.
Dimenticavo: ma secondo voi io cosa ho da perdere?
Scusate fate arrivare questo messaggio al ministro Salvini vediamo cosa ne pensa”
L’uomo è stato condannato per aver portato fiori all’hotel Rigopiano, il luogo che è diventato la tomba di suo figlio Stefano, un ventottenne ucciso dalla valanga.
Stefano era in vacanza con la fidanzata Francesca Bronzi che è tornata a casa illesa quando sono stati sorpresi dalla valanga.
Ora Alessio Fanelli deve pagare una multa di 4550 Euro per aver violato i sigilli.
“Sono disgustato. A Pasquetta lì c’era gente che festeggiava, si faceva i selfie, se ne andava con i souvenir. Ci sono foto e video. E un magistrato fa questo a me? Mi si vieta di portare fiori dove hanno ucciso il mio ragazzo. Io non pago, che mi processino. Ha detto bene il mio avvocato Camillo Graziano: è arrivata la prima condanna per la strage. Solo che riguarda il padre di una vittima” ha dichiarato questo papà.
Dopo aver sentito della condanna di questo papà, sul web in molti hanno preso le sue parti sostenendolo con forza.
Ecco come Fanelli ha spiegato quanto accaduto: “era maggio, mia moglie voleva portare fiori a Rigopiano, quella è anche la tomba di nostro figlio, è un luogo che ci dà conforto. Il cancello era aperto, siamo entrati. Non abbiamo scavalcato niente, non abbiamo rotto niente. C’erano gli operai al lavoro, hanno chiamato i carabinieri. Siamo stati scortati fino al punto dov’è morto Stefano e riaccompagnati all’uscita. Pensavo fosse finita lì”.
Poi ha saputo che la posizione della moglie era stata archiviata, ma la sua no.
Alessio Feniello non teme però i problemi giudiziari.
“Mi hanno ucciso un figlio e dovrei preoccuparmi di questo? Io non ho paura. Chiedo giustizia. E lo ripeto sempre, per farmi tacere mi devono ammazzare. Piuttosto, non vorrei essere diventato troppo scomodo. Ma se mi vogliono intimorire hanno sbagliato persona. Io e mia moglie abbiamo mangiato pane e cipolla per crescere i nostri figli.”
I genitori di Stefano dopo la tragedia sono distrutti.
“Mia moglie prende 50 euro di medicine a settimana per sopravvivere. Qualcuno si è mai preoccupato di sapere se posso pagare? Nessuna istituzione l’ha fatto. Io mi sono rifiutato di incontrare anche Mattarella. Non vado a prendere pacche sulle spalle“.
Unimamme, cosa ne pensate di quanto accaduto a questo papà e raccontato su Quotidiano net?
Noi vi lasciamo con la vicenda di un’ostetrica che ha sfidato la neve in Puglia.