Minori italiani esposti a fumo, alcol, pornografia e videogames per adulti. L’inchiesta del Moige che fa riflettere.
Bambini e adolescenti italiani oggi sono esposti senza filtri a contenuti sul web non adatti a loro, come la pornografia o i videogames e il gioco d’azzardo per adulti, ma anche alla vendita di alcol, fumo, dal tabacco alla cannabis. Tutta una serie di pericoli che dovrebbero allarmare genitori ed educatori. Un’inchiesta del Moige ha rilevato le dimensioni del fenomeno.
L’indagine promossa dal Moige si chiama “Venduti ai Minori” e riguarda appunto la vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, tabacco, cannabis, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+. L’obiettivo è quello di inquadrare il fenomeno, come spiega il Moige sul suo sito web, per comprendere i termini della complicità dei venditori verso i minori attraverso un atteggiamento di illegalità, unito ad scarsa attenzione alla salute e alla crescita sana dei nostri figli.
L’indagine è stata curata dal prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma e dal suo team, su un campione di ricerca di 1.388 minori tra gli 11 e i 17 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con un’età media di 14 anni. Con la seguente collocazione geografica:
Alcol
I luoghi dove i minorenni hanno il principale accesso all’alcol sono pub, discoteche e bar (64%: pub e discoteche al 41,5% e bar al 23%). Poi acquistano alcolici al supermercato (18,5%), al ristorante (7%) o all’alimentari (2,4%). Mentre il 65% dei rivenditori, 2 su 3, non ha controllato l’età dei ragazzi al momento dell’acquisto della bevanda alcolica e nel 38% dei casi, nonostante sia stata verificata la minore età dell’acquirente, gli esercenti non si sono rifiutati di vendere le bevande alcoliche. Ancora più grave il fatto che nel 48% dei casi i venditori hanno continuato a vendere alcolici ai minori, nonostante il loro visibile stato di ubriachezza.
Tabacco e sigarette
I minori si procurano tabacco e sigarette attraverso le tabaccherie (51%) oppure dicono di non acquistarle direttamente, ma di prenderle dagli amici (40%). Il 5% dei ragazzi acquista le sigarette dai distributori automatici, mentre il 4% nei bar. Per l’acquisto presso i distributori automatici, i ragazzi intervistati nella ricerca hanno ammesso aver aggirato il controllo della verifica dell’età tramite tessera sanitaria chiedendo in prestito la tessera ad un amico più grande (66%) o utilizzando quella di un genitore o un fratello (19%). Inoltre, il 15% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di avere accesso ai distributori automatici di sigarette che vendono senza chiedere la tessera sanitaria e quindi sono illegali. Nell’accesso al fumo di sigaretta, dunque nel 63% dei casi non è stato controllato il documento di identità oppure è stato controllato sporadicamente (34%).
Non solo sigarette tradizionali. I ragazzi fumano anche sigarette elettroniche, che se fanno meno male delle sigarette con tabacco non sono esenti da rischi. Nei negozi che vendono sigarette elettroniche, ha accertato la ricerca, il 78% ha venduto la ricarica di nicotina ai minori, senza verificarne età chiedendo un documento. Inoltre, 3 volte su 4 il rivenditore non si è rifiutato di vendere il prodotto nonostante fossero minorenni.
Cannabis
I ragazzi hanno anche facile accesso alla cannabis. Non solo tramite i canali di spaccio illegale, ma anche tra mite i cannabis shop, dove si vende la cosiddetta cannabis light, che tuttavia secondo alcuni esperti light non sarebbe. Per quanto riguarda la cannabis light, i ragazzi non conoscono la norma che ne regolarizza la vendita e l’utilizzo e solo il 27% di loro sa che è un prodotto tecnico e da collezione, non adatto alla combustione, quindi ad essere fumata, e vietato ai minori di 18 anni. Gli altri rispondono che è legale e si può fumare (27%) o che è sempre illegale (26%).
Come ha accertato l’indagine del Moige, nei negozi che vendono cannabis ligh non erano presenti cartelli di divieto di vendita ai minorenni nel 30% dei casi, mentre il 35% dei ragazzi ha detto di non averci fatto caso (quindi non esposti in luogo visibile). Solo il 21% degli intervistati li ha visti in alcuni negozi e il 14% dichiara di averli visti sempre. Inoltre il 69,6% dei ragazzi ha riferito dell’assenza di cartelli nei negozi per spiegare il corretto utilizzo della cannabis light; solo il 3,1% di loro ha riferito di averli visti sempre.
I ragazzi nel 72% dei casi hanno detto che non è stato chiesto loro un documento prima dell’acquisto della sostanza; il 19,5% di loro ha riferito che gli è stato chiesto almeno una volta e solo l’8,3% che è stato fatto sempre. Infine, il campione ha riferito che nel 68% dei casi il rivenditore non si è rifiutato di vendere il prodotto nonostante fossero minorenni.
Gioco d’azzardo
Riguardo al gioco d’azzardo, i minorenni non potrebbero giocare alle slot machine nei locali pubblici, nonostante nella realtà questo accada, perfino con ragazzini poco più che bambini, come un caso recente di vi abbiamo riferito. Al 62% dei minori non è stato mai chiesto il documento per verificare l’età e nel 54% dei casi, anche quando era stata verificata la minore età, i rivenditori non si sono rifiutati di far giocare i ragazzi. Sono soprattutto le scommesse il gioco d’azzardo più praticato i minori, scelte nel 58% dei casi.
Anche nel gioco d’azzardo on line i controlli non sono efficaci a fermare i ragazzi: il 50% dei giocatori dice di essere riuscito ad aggirare il controllo dell’età. Il 45% del campione ha detto di aver conosciuto i giochi di azzardo online dalla pubblicità in tv.
Pornografia
Sul web l’accesso alla pornografia è facilissimo. Su computer e dispositivi mobili si possono impostare filtri e parental control, ma non tutti i genitori lo fanno o lo sanno fare. Inoltre i ragazzi possono sempre prendere i dispositivi utilizzati dai loro genitori e privi di filtri. Secondo l’indagine del Moige, oltre 3 minori su 4 non hanno alcun filtro parental control sui propri device per impedire l’accesso ai siti porno. Per l’accesso ai contenuti pornografici i ragazzi utilizzano soprattutto smartphone (59,3%), tablet (14,1%), e computer collegato ad Internet (8,4%).
Il 76% dei minorenni partecipanti all’indagine ha ammesso di non avere alcun filtro parental control sui propri device, o di essere riuscito ad eliminarlo (6,3%). Il 95% dei ragazzi ha detto di non comprare contenuti pornografici, ma di cercarli gratuitamente navigando on line dai propri dispositivi. Comunque, anche i pochissimi che acquistano porno, lo fanno nel il 38,2% dei casi su internet. Gli altri ragazzi hanno comprato contenuti porno presso attività commerciali (26,5%), sulle bancarelle (16,2%) o sulla pay tv (10,3%). Sia per quanto riguarda la vendita fisica (59,2%) che la visione on line (78,8%) di materiale pornografico i ragazzi del campione hanno dichiarato che non c’è stata verifica dell’età. Presso i rivenditori fisici, il 56,3% di loro non ha avuto problemi a vendere materiale porno ai ragazzi pur sapendo della loro minore età.
Videogiochi per adulti
I videogames sono sempre più una forma di intrattenimento per adulti, per questo motivo hanno contenuti violenti o volgari, non adatti a bambini e ragazzi. Questi giochi si trovano online oppure si possono acquistare nei negozi specializzati di elettronica. L’indagine ha stabilito che il 56% dei rivenditori dei videogiochi non si fa problemi a vendere ai minori dei videogiochi per maggiorenni. I ragazzi intervistati tendono a sottostimare i rischi di questi giochi: il 33,6% ritiene che non vi sia alcun rischio, mentre il 42,3% che ce ne siano pochi. Inoltre, tra i minori che giocano è abbastanza diffuso il fenomeno dei videogames online e spesso i ragazzi utilizzano la connessione internet per giocare con amici (26,8%) o perfino con sconosciuti (4,8%).
Sulla ricerca, Antonio Affinita, direttore generale del Moige, ha affermato: “Sono dati molto gravi e preoccupanti che fanno emergere un grande pericolo per la tutela dei nostri figli. Occorre ripensare e ridefinire il sistema di sanzioni, controlli e formazione. L’impegno a proteggere i minori non può essere confinato solo in famiglia, ma riguarda tutti coloro che producono tali prodotti nocivi ai minori, che devono attivarsi fattivamente per garantire che non vadano a finire nelle mani dei nostri figli“.
“L’indagine del Moige apre uno squarcio molto ampio e decisamente preoccupante ed evidenzia la necessità di agire con urgenza per la tutela dei minori, rilanciando anche il tema dei controlli. Occorrono interventi normativi più stringenti verso chi compie atti così miserabili verso un minore“, ha dichiarato la senatrice Licia Ronzulli, Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. “Come Presidente di Commissione – ha aggiunto – intendo, quindi, garantire un concreto e vigile supporto alle iniziative parlamentari nella individuazione di regole efficaci e inderogabili, per ricordarci che la tutela dei minori non è un optional per un Paese come l’Italia che deve ripartire puntando sui più piccoli: il senso stesso della vita futura“.
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