Nuova disciplina nelle scuole del Veneto: dare del Lei ai professori, alzarsi quando entrano in classe e denunciare i genitori aggressivi.
Gli studenti del Veneto vedranno irrigidirsi alcune regole di comportamento a scuola, a seguito della determinazione dell’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan a far rispettare una ferrea disciplina. Addio atteggiamenti amichevoli e troppo confidenziali con gli insegnanti, ma anche i genitori dovranno fare molta attenzione a come si comporteranno.
Uomo avvisato, mezzo salvato dice il proverbio e questo è più o meno il senso della nuova disciplina nelle scuole della Regione Veneto, annunciata dall’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan.
Gli alunni devono tornare a dare del Lei agli insegnanti, ad alzarsi quando un docente entra in classe e devono vestirsi in modo adeguato, magari ripristinando il grembiule. o una divisa scolastica, “segno di decoro e appartenenza“, ha sottolineato l’assessore. Sono i nuovi “precetti” sanciti dall’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan, di Forza Italia, per ricostruire i fondamentali di riferimento del mondo della scuola.
La proposta di tornare al grembiule circola in questi giorni, proposta anche dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un’idea che incontra un favore trasversale. Il grembiule aiuta a tenere puliti i vestiti dei bambini, quando disegnano, colorano, dipingono, giocano all’aperto o fanno attività in cui ci si sporca facilmente. Soprattutto, indossando il grembiule si evitano le disparità tra bambini dovute ai vestiti e che possono mettere in evidenza le differenze di ceto sociale. Una proposta che Salvini ha lanciato soprattutto per gli alunni delle scuole elementari. I presidi, tuttavia, hanno ribadito l’autonomia scolastica nel prendere questa decisione, pur senza mostrare alcuna preclusione ideologica.
Sul ritorno del grembiule nelle scuole elementari si era espresso lo scorso novembre anche il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, facendo salva l’autonomia scolastica: “Se la scelta del grembiule a scuola è condivisa e accettata dall’istituto è una cosa sulla quale si può anche riflettere sicuramente“.
Per quanto riguarda dare del “Lei” agli insegnanti, ci sembra doveroso. Mentre l’alzarsi in classe ogni volta che entra l’insegnante sa più di scuola dei vecchi tempi. L’importante è che gli alunni si comportino educatamente, salutando l’insegnante con un buongiorno quando entra in classe.
Non solo studenti, le regole per una nuova rigorosa disciplina sono rivolte anche agli adulti, ai genitori dei ragazzi. Purtroppo la frequenza di episodi di genitori che aggrediscono, verbalmente o addirittura fisicamente, gli insegnanti dei loro figli per un brutto voto o una nota disciplinare, richiede misure drastiche anche verso di loro. In questo caso, dunque, sarà introdotto un giro di vite nei confronti dei genitori più aggressivi e violenti, che insultano gli insegnanti, li minacciano o li aggrediscono verbalmente o fisicamente. Da questo momento in poi, spiega Dozzan, chi si presenterà negli istituti in modo violento e aggressivo prendendosela con gli insegnanti e interferendo con l’attività didattica, sia a livello verbale se non addirittura alzando le mani, verrà denunciato.
Anche in questo caso non è una vera novità. Si sono verificati già diversi casi di genitori aggressivi o violenti nei confronti degli insegnanti dei loro figli che sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Probabilmente non è abbastanza o sono stati denunciati solo i casi più clamorosi. Ora, invece, il Veneto adotterà il pugno di ferro contro i genitori che non rispettano gli insegnanti. Del resto interrompere l’attività didattica in una scuola pubblica è un reato: interruzione di pubblico servizio.
La decisione di essere inflessibili verso genitori che aggrediscono gli insegnanti arriva a seguito di aggressioni avvenute in in Veneto, e in altre parti d’Italia, e di recente culminati in un brutto episodio accaduto in una scuola media di Morgano, in provincia di Treviso. Qui il genitore di un alunno ha fatto irruzione nella scuola urlando per contestare il brutto voto ricevuto dal figlio durante un’interrogazione in classe. L’uomo è stato denunciato proprio per interruzione di pubblico servizio per aver interrotto la lezione in corso. Questo ennesimo episodio di aggressione ai danni di un insegnante è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Violenze verbali e fisiche, ingerenze inaccettabili” minano il corretto instaurarsi di un rapporto pedagogico tra gli alunni e gli insegnanti, ha spiegato Donazzan “mettendo in dubbio l’autorevolezza di chi è chiamato al ruolo di educatore delle future generazioni”. Per questo motivo l’assessore ha invitato a denunciare all’autorità giudiziaria tutti i fatti negativi che accadono nelle scuole, perché le varie istituzioni scolastiche “devono tutelare il loro personale, evitando intromissioni ed ingerenze da parte di genitori violenti che, con la loro condotta, di certo non rappresentano un esempio da seguire per i propri figli”. L’obiettivo della nuova intransigenza verso questi episodi, come ha spiegato l’assessore Donazzan, è quello di rilanciare l’autorevolezza delle istituzioni educative.
Non solo buone maniere a scuola e severità verso i genitori aggressivi, l’altra battaglia della Donazzan è quella contro la diffusione delle droghe tra i giovani. Ogni droga. Proprio l’assessore all’Istruzione aveva proposto di sottoporre gli studenti della Regione Veneto ai test antidroga, per favorirne la frequenza scolastica e lo studio, attraverso un controllo sulla lucidità e sulla padronanza delle capacità percettive e cognitive degli studenti. Come riporta Il Giornale.
Che ne pensare di queste regole unimamme? Le ritenete applicabili? Siete d’accordo con una maggiore severità anche per i genitori degli studenti?
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