Il ministro Bussetti vuole misure severe per chi ha commesso gli atti di vandalismo nell’istituto di Pisa. “Linea dura per i vandali”.
E’ di qualche giorno fa la notizia che un gruppo di ragazzi durante un’occupazione ha vandalizzato la propria scuola. I ragazzi, incappucciati e con il volto coperto hanno prima occupato l’istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione Giacomo Matteotti di Pisa e successivamente hanno distrutto tutto quello che avevano a portata di mano. Inotre hanno anche rubato una ventina di computer.
Al resto degli studenti, al personale docente e scolastico è stato impedito l’accesso ai locali della scuola, e solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco la situazione è stata ristabilita.
La notizia è diventata virale grazie ad un video dell’emittente televisiva Rtv38, girato all’interno della scuola mentre era in fase di occupazione.
Sull’accaduto è intervenuto il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti, intervistato dal quotidiano Tirreno, che vorrebbe che si prendessero dei seri provvedimenti nei confronti dei “vandali”.
Il ministro Bussetti, responsabile del Miur, esprimendosi sulla vicenda ha affermato che è gravissimo quello che nell’istituto i ragazzi hanno effettuato compiendo dei veri atti vandalici: ”Parliamo di veri e propri reati che come tali devono essere giudicati e respinti dall’intera comunità scolastica e dalla società civile”.
Il ministro vorrebbe una linea dura nei confronti di questi ragazzi e comunque verso tutti quelli che commettono atti di vandalismo: “Va adottata una linea dura. Sono certo che ci saranno provvedimenti severi. I danni sono gravi e ricadono purtroppo su tutta la comunità scolastica. Credo sia importante interrogarsi profondamente sulle implicazioni educative di questa vicenda”.
Bussetti ha inoltre dichiarato che il dirigente scolastico dovrà essere supportato e nessun docente o alunno deve sentirsi non protetto a scuola: “Nessuno deve sentirsi in balia dei vandali. La scuola deve essere un luogo di formazione sicuro e protetto. Tutti insieme dobbiamo operare anche sul piano educativo”. Il ministro vuole puntare sull’educazione civica, da renderla obbligatoria anche alla scuola per l’infanzia.
Inoltre invita i docenti, ma non solo, a chiedersi come mai questi ragazzi abbiano danneggiato la scuola e cosa nel percorso formativo non abbia funzionato: “L’intera comunità, scuola, famiglia, agenzie formative, deve interrogarsi sul perché un gruppo di violenti abbia scelto di danneggiare una scuola per avere visibilità. Allo stesso tempo, dobbiamo domandarci che cosa, nel percorso educativo di questi ragazzi, non ha funzionato”.
Non vuole, però, che passi un messaggio sbagliato a seguito di eventi come questo: ”La netta presa di distanza degli altri studenti è un segnale positivo. E’ doveroso dare attenzione ad eventi come questi, senza cascare però nell’errore di pensare che la scuola intera stia fallendo la propria missione educativa”.
Il ministro conclude affermando che per lui l’occupazione non è il modo migliore per dialogare e che i rappresentati degli studenti sono coloro a cui è demandata la comunicare dei disagi scolastici e/o per proporre soluzioni: “Un conto è discutere ed un conto è occupare. La dialettica è l’unico modo per intavolare un confronto costruttivo”.
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