Oltre la metà degli studenti non andrà in gita scolastica. Ecco perché.
Sempre meno studenti in gita. Una volta l’appuntamento con la gita d’istruzione fine anno scolastico, che prevedeva alcune notti fuori casa, era atteso a lungo. I ragazzi aspettavano l’intero anno scolastico, trepidanti per poter partire con i compagni, alla scoperta di nuovi luoghi e città. Oggi non è più, per diverse ragioni.
Sono cambiate la abitudini e sono sopraggiunte anche delle difficoltà. Una tendenza iniziata già qualche anno fa.
Le gite scolastiche stanno diventando una rarità e i ragazzi che partono sono sempre meno: la metà degli studenti italiani quest’anno non andrà in gita. A riferirlo è l’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulle Gite Scolastiche di Skuola.net, che nel sondaggio su un campione di 12 mila studenti di scuole medie e superiori intervistati ha rilevato che la metà esatta non andrà in gita.
Al tradizionale viaggio d’istruzione di fine anno scolastico, con almeno una notte fuori casa, rinunceranno o dovranno rinunciare molti studenti italiani, soprattutto al Sud Italia.
Uno dei motivi principali della rinuncia, infatti, è di natura economica. Sono in aumento, tuttavia, anche i ragazzi che rinunciano volontariamente alla gita, pur potendo partire. Tra le cause, poi c’è anche la sempre minore disponibilità degli insegnanti, che non vogliono assumersi la responsabilità e il rischio di portare in gita i loro studenti, a maggior ragione se indisciplinati.
La gita scolastica, insomma, sta diventando una rarità per un numero crescente di studenti, ma si tratta di una tendenza che era in atto già da diverso tempo. Ora però la rinuncia a partire per la gita raggiunge il suo picco massimo.
Il rapporto dell’Osservatorio sulle Gite Scolastiche di Skuola.net sulla metà degli studenti italiani che non andrà in gita di istruzione riguarda quelli che non partiranno per decisione della scuola.
Inoltre, la maggioranza degli studenti del Meridione non andrà in gita: si tratta del 55% degli studenti.
A questi dati, poi, vanno aggiunti gli studenti che, pur potendo, non andranno in gita volontariamente, si tratta del 7%, quasi 1 su 10. Tra loro, il 28% salterà il viaggio per motivi economici, perché la famiglia non può permettersi di pagargli la trasferta; ma sono anche tanti (22%) quelli che non partecipano semplicemente perché, per le ragioni più varie, non hanno voglia di stare con i compagni al di là del tempo passato in classe.
Alla fine, dunque, appena il 43% dei ragazzi andrà in gita (quasi tutti lo faranno nei prossimi mesi). Mentre partiranno di più gli studenti dei Licei, gli unici indirizzi scolastici in cui i ragazzi che andranno in gita superano, anche se di poco, la maggioranza (51%).
Tra le cause principali che fanno saltare il viaggio d’istruzione, in 1 caso su 4 è “colpa” dei professori. Molti docenti non se la sentono più di accompagnare i propri alunni in gita: troppo rischioso, troppe responsabilità.
Incidono meno altri motivi, che possono sembrare più importanti, come ad esempio le questioni disciplinari (decisive nel 9% dei casi) o economiche (7%) oppure l’assenza di adesioni a sufficienza (7%).
Tra gli studenti che non partiranno per la gita c’è comunque chi si farà un viaggio al di fuori della scuola: il 19% dei ragazzi farà una breve vacanza con i genitori, il 16% partirà con gli amici.
Per chi parte, riguardo alle mete delle gite scolastiche ci sono anche in questo caso grandi novità nella scelta. Al posto delle destinazioni classiche, più di 1 studente su 3 visiterà una meta diversa, spesso lontana dal caos delle città più grandi. Probabilmente, una scelta dettata dalla necessità di tenere sotto controllo i ragazzi. Comunque pochi mutamenti. La maggior parte degli studenti (56%) resterà in Italia, con un picco, naturale, alle scuole medie: 80%.
Tra le città d’arte italiane, invece, le mete più gettonate sono quelle classiche: Firenze (11%), Napoli (9%) e Roma (9%). Per gli studenti che andranno in gita all’estero (44%) è confermata la varietà di destinazioni, con tante città europee tra cui si distribuiranno gli studenti. Le mete topo sono: Barcellona (9%), in netta risalita rispetto all’anno scorso, poi Londra e Berlino (8%).
L’interesse culturale è, invece, sempre più il parametro fondamentale utilizzato per selezionare la meta finale (70%). Molto più indietro (20%) i fattori economici. Mentre la minaccia terroristica non fa paura (5%). Così come la sicurezza del mezzo di trasporto non è tra le priorità (5%).
Per il trasporto, il pullman (46%) resta il mezzo più utilizzato, specie per i viaggi nazionali. Le compagnie aeree low-cost (19%) sono preferite rispetto a quelle tradizionali (17%). C’è anche chi viaggia in treno (12%).
Per quanto riguarda il periodo della gita scolastica di fine anno, si parte di più in primavera (75%, 3 gite su 4). In merito alla permanenza media, qualcuno azzarda quattro (20%) o cinque (23%) giorni, ma quasi 1 su 3 – il 31% – si limiterà ad un viaggio di massimo tre giorni. La spesa per la gita è contenuta entro paletti accessibili: il 43% sborserà tra 200 e 400 euro, ma 1 su 4 ce la farà con meno di 200 euro.
Che dite unimamme? I vostri figli partiranno per la gita quest’anno?
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