Morbillo in Europa: esplosione di contagi nel 2017 e 2018. Casi moltiplicati.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme sull’esplosione dei casi di morbillo in Europa nell’ultimo biennio. Tra gli anni 2017 e 2018 i casi di morbillo nella Regione europea dell’OMS sono triplicati. Numeri preoccupanti, perché il morbillo è una malattia molto contagiosa e che può avere gravi conseguenze, con danni permanenti come la perdita della vista o dell’udito e la morte in un caso su mille.
L’esplosione dei casi di morbillo in Europa è dovuta alla insufficiente vaccinazione, nonostante le coperture siano cresciute nel 2017, ma non abbastanza da evitare la diffusione di epidemie o in modo non uniforme.
Noi in Italia ne sappiamo qualcosa, con l’epidemia di morbillo iniziata a fine 2016 e che nei due anni seguenti ha provocato migliaia di casi e oltre una decina di morti. Una situazione che ha spinto il governo italiano, anche su pressioni dell’OMS, ad aumentare le coperture vaccinali con l’introduzione della legge sull’obbligo vaccinale, la legge Lorenzin che tante polemiche e discussioni ha scatenato. In Italia negli anni 2017 e 2018 l’epidemia di morbillo ha provocato complessivamente circa 7.500 contagi (4.991 nel 2017 e 2.526 nel 2018) e 13 morti (5 nel 2017 e 8 nel 2018). Fonte Epicentro.
Il problema principale dell’Europa, tuttavia, riguarda soprattutto l’Ucraina, dove si sono verificati più della metà dei casi di morbillo di tutta la Regione europea dell’OMS.
Già a fine 2018, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva denunciato il boom dei casi di morbillo a livello mondiale per colpa della disinformazione.
È allarme epidemia di morbillo nella Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che comprende 53 Paesi: tutti quelli del continente europeo, Russia inclusa, insieme a Israele, Turchia e Kazakhstan. Nell’ultimo biennio 2017-2018 i casi di morbillo si sono moltiplicati in modo esponenziale, colpendo sopratutto quei Paesi che hanno visto un calo della copertura vaccinale o una copertura insufficiente sebbene in crescita.
In Italia lo abbiamo visto sotto i nostri occhi. I casi di morbillo hanno continuato a crescere, insieme ai morti, anche dopo l’introduzione della legge sull’obbligo vaccinale. Anche perché l’età mediana dei casi di morbillo in Italia è stata di 27 anni nel 2017 e di 25 anni nel 2018, ovvero i soggetti non coinvolti dalla legge sull’obbligo. Tanti, troppi, sono i giovani non vaccinati. Questo non significa, però, che la legge sull’obbligo vaccinale non sia servita, perché l’incidenza più elevata dei contagi riguarda i bambini sotto l’anno di età, i soggetti che rischiano le complicanze più gravi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che nel 2018 si sono verificati 82.596 casi di morbillo di cui 72 morti, in 47 dei 53 Paesi della Regione europea dell’OMS. Si tratta del più alto numero di casi dell’ultimo decennio, tre volte quelli già alti del 2017 quando furono 25.863 casi, con 42 morti, e ben quindici volte quelli del 2016 che furono 5.273 (quando si ebbe un record negativo di casi).
Nei Paesi che registrano i dati sulle ospedalizzazioni, nel 2018 il 61% (2/3) dei casi di morbillo ha richiesto il ricovero in ospedale. Riporta l’OMS in un documento, nel quale sono pubblicati i dati sul 2018.
L’aumento dei casi di morbillo nel 2018, spiega l’OMS, è avvenuto nonostante nel 2017 si sia raggiunta la più alta copertura vaccinale mai registrata. Questo può sembrare un paradosso, ma si spiega con la mancanza di uniformità di coperture vaccinali tra i Paesi e nel loro interno, lasciando crescere gruppi di individui suscettibili non protetti e portando ad un numero record di persone colpite dal virus nel 2018.
L’esplosione dei casi di morbillo nel 2018 ha fatto seguito ad un anno in cui la Regione europea dell’Oms ha raggiunto la più alta copertura mai registrata per la seconda dose del vaccino: il 90% nel 2017.
Un numero maggiore di bambini nella Regione europea ha ricevuto le due dosi di vaccino contro il morbillo, nei tempi previsti dai calendari vaccinali dei loro Paesi, nel 2017 più di qualsiasi altro anno, da quando l’OMS ha iniziato a raccogliere i dati sulla seconda dose nel 2000. Anche la copertura con la prima dose di vaccino è aumentata, avvicinandosi al 95%, il livello più alto dal 2013. Tuttavia, i progressi nella Regione, basati sui risultati a livello nazionale, possono nascondere delle lacune a livello interno, che spesso non vengono riconosciute fino a quando non si verificano epidemie.
“Dai dati del 2018 appare chiaro che il ritmo attuale di crescita delle vaccinazioni sarà insufficiente a fermare la circolazione del morbillo“, ha dichiarato Zsuzsanna Jakab, direttrice del’OMS Europa. “Mentre i dati indicano una copertura vaccinale eccezionalmente elevata a livello regionale, riflettono anche un numero record di persone colpite e uccise dalla malattia. Questo significa che le lacune a livello locale offrono ancora una porta aperta al virus“, ha aggiunto Jakab.
Alla luce dei dati sul morbillo per l’anno 2018, l’OMS sollecita i Paesi europei ad indirizzare i loro interventi verso quei luoghi e quei gruppi in cui persistono le lacune immunitarie.
Abbiamo detto del numero record dei contagi di morbillo registrati nel 2018 nella Regione europea dell’Oms: ben 82.596 casi e 72 morti, in 47 su 53 Paesi della Regione. Di questi casi, oltre la metà è stata registrata in Ucraina, un Paese in grandi difficoltà negli ultimi anni a causa del conflitto con la Russia e con i tassi di vaccinazione che erano precipitati: nel 2016 erano scesi al 31%, poi risaliti nel 2017 quasi al 90%. Nel 2018 sono stati registrati in Ucraina 53.218 casi di morbillo.
L’Italia si piazza al quinto posto per casi di morbillo nel 2018 nella Regione europea OMS, con 2.517 casi registrati dall’OMS (quelli di Epicentro sono 2.526), dietro Ucraina (53.218) , Serbia (5.076), Israele (2.919) e Francia (2.913).
L’unico sistema per evitare il morbillo e le conseguenze gravi che può portare è vaccinarsi. Ci si può vaccinare anche da adulti.
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