Bambine con Dna modificato: inchiesta negli Usa, sarebbero coinvolti alcuni ricercatori.
Lo scorso novembre vi avevamo dato la notizia abbastanza sconvolgente delle due gemelle nate con Dna modificato e immuni al virus dell’Hiv. Autore dell’esperimento era stato il genetista cinese He Jiankui, professore dell’Università di Scienza e tecnologia Shenzhen, in Cina. L’uomo aveva condotto studi di post dottorato negli Stati Uniti, presso l’Università di Stanford, in California, e ora c’è il sospetto che qualche ricercatore americano possa averlo aiutato dagli Usa, dove la tecnica usata per “creare” le bambine con Dna modificate è vietata.
Fa ancora discutere il caso delle gemelline fatte nascere con Dna modificato dal genetista cinese He Jiankui. Lo studioso aveva fatto nascere le bambine modificando il loro genoma affinché fossero immuni al virus dell’Hiv, come da volontà dei genitori. Il padre delle bambine è sieropositivo e insieme alla moglie aveva deciso di intraprendere questa sperimentazione per proteggere le figlie dal possibile contagio da Hiv nel corso della loro vita. Non dunque per evitare la trasmissione dell’Hiv con il concepimento, che oggi può essere evitata grazie ai farmaci antiretrovirali somministrati ai pazienti affetti da Hiv (con una bassa carica virale, grazie ai farmaci, non si trasmette il virus per via sessuale né ad eventuali figli).
La sperimentazione, tuttavia, ha suscitato forti polemiche, per via delle implicazioni etiche, ma anche per i rischi genetici che comporta.
Lo scienziato cinese He Jiankui per far nascere le due bambine con Dna modificato ha utilizzato la tecnica CRISPR/Cas9 che è vietata su cavie umane negli Stati Uniti e in molti altri Paesi proprio per i rischi e per motivi etici. L’esperimento sarebbe stato condotto in Cina, ma anche nel Paese erano state sollevate forti critiche, tanto che la Commissione Nazionale per la Sanità della Cina ha aperto un’inchiesta e il Ministro della Scienza e della Tecnologia ha fermato tutte le sperimentazioni in questo settore.
Ora però un’inchiesta è stata aperta anche negli Stati Uniti, perché il genetista He Jiankui ha condotto gli studi di post dottorato a Stanford, in California, e c’è il sospetto che qualche ricercatore americano possa averlo aiutato. Ben due inchieste sono state aperte negli Usa, una preso la Rice University e ora anche presso l’Università di Stanford. Quest’ultima ha aperto un’indagine interna per capire se qualche suo ricercatore abbia collaborato con lo scienziato cinese.
A Stanford sono finiti sotto inchiesta i ricercatori Stephen Quake, che dirigeva il lavoro di He durante il post dottorato, il bioeticista William Hurlbut e Matthew Porteus, uno dei pionieri della tecnica dell’editing genetico. Gli ultimi due hanno già preso le distanze dallo studioso cinese, sostenendo di aver tentato più volte di convincerlo a non realizzare l’esperimento. Da Stanford hanno dichiarato che stanno chiarendo le circostanze delle interazioni tra He Jiankui e i ricercatori dell’università.
Prima ancora era partita l’inchiesta della Rice University, che sta indagando sul ricercatore Michael Deem, che ha firmato diversi articoli scientifici insieme a He Jiankui.
Se i legami fossero confermati, ne deriverebbe uno scandalo internazionale. Nonostante le critiche della comunità internazionale, lo scienziato He Jiankui non si è fermato: a fine gennaio, è stata annunciata la seconda gravidanza di un feto con il genoma modificato, opera sempre del genetista cinese. La conferma è arrivata dal governo di Pechino, nonostante l’annuncio di voler fermare questo tipo di sperimentazioni.
Secondo le indiscrezioni, il genetista cinese avrebbe condotto dei test durante i trattamenti di fertilità di sette coppie e avrebbe alterato gli embrioni, modificandone il genoma, con l’obiettivo di creare dei bimbi con Dna resistente a future infezioni da Hiv.
La notizia delle inchieste negli Stati Uniti è stata riportata da SkyTg24.
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