Ad Imola è stato scoperta e chiusa una scuola materna abusiva. L’associazione che gestiva la scuola l’ha camuffata come un “campo solare”. Normalmente i campi solari sono aperti da giugno a settembre per accogliere i bambini quando la scuola è chiusa ed i genitori lavorano. Questa scuola aveva chiesto l’autorizzazione per essere aperta da settembre a giugno, il contrario di quello che accade di solito.
A seguito di controlli effettuati da ispettori dell’Ausl la scuola è stata chiusa per diversi problemi.
Una scuola materna di Imola è risultata essere abusiva e si spacciava per un “campo solare”. L’Ausl ha scoperto che erano iscritti e frequentavano 12 bambini di età compresa tra i 3 ed i 6 anni. Dalla verifica degli obblighi vaccinali si scopre che, dei 12 bambini, sei non avevano la vaccinazione ed gli altri avevano un copertura vaccinale parziale. Nessuno, per esempio, aveva fatto quello trivalente per morbillo, rosolia e parotite.
La vicenda inizia a settembre, come riportato da Il Resto del Carlino, quando un’associazione invia, al comune di Imola, una segnalazione certificata di inizio attività, una Scia, nella quale si comunica l’intenzione di aprire un “campo solare”. Questa richiesta, insospettisce i funzionali comunali che avvertono l’Ausl. L’incongruenza riscontrata era perché i “campi solari” sono aperti nei mesi estivi, quando la scuola è finita e non durante i mesi invernali quando la scuola inizia regolarmente le sue attività.
Inoltre dopo i controlli effettuati dall’Ausl si evince che la scuola non ha i requisiti necessari per avviare una scuola materna. Inoltre non c’è nessuna attinenza con un campo estivo, ma è da intendersi come un’attività educativa, in quanto è anche previsto il pagamento di una retta. Perciò il Comune informa all’associazione di ritirare la Scia, che la ritira.
L’associazione però prosegue l’attività educativa anche senza autorizzazione. L’Ausl viene informata del continuo dell’attività e fa un ulteriore sopralluogo nel quale trova i bambini senza copertura vaccinale, un’educatrice e due genitori.
Il Comune emette, così, un’ordinanza specifica per la sospensione dell’attività date le carenze igienico-sanitarie, l’elevato rischio di diffusione di malattie infettive e “lo stabile non idoneo per l’attività scolastica”. All’associazione viene inviata una diffida il 5 febbraio, dando loro 5 giorni di tempo per rispondere. La risposta è arrivata al Comune il 9 febbraio: “Abbiamo cessato tutto, e sgomberato i locali”.
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