Manuel Bortuzzo racconta chi gli sta dando la forza di reagire.
Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore colpito da un proiettile durante una sparatoria, continua a parlare dall’Ospedale San Camillo dove è ricoverato. Manuel, rimasto paralizzato, in questi giorni ci sta dando una grande lezione di resilienza e coraggio.
“Di quella notte all’Axa ricordo tutto, il proiettile che mi colpisce, il dolore, io che cado a terra. Quando ho capito quello che mi era successo e ciò che mi aspetterà, ho immaginato il mio futuro “diverso” e ho pensato subito a lei: a Bebe Vio, è lei la mia eroina”.
Manuel viene curato ed è ancora un po’ debole per le terapie, ma determinato a riprendersi.
“Siete fantastici, siete ciò che mi faceva andare a dormire tranquillo la sera e ciò che mi faceva risvegliare con il sorriso” ha detto riguardo a tutti coloro che lo sostengono.
Manuel ha raccontato del sostegno che sta ricevendo, soprattutto attraverso la pagina facebook creata ad hoc.
“Sì, ed è incredibile. Oggi attraverso il mio smartphone ho potuto vedere personalmente la valanga di messaggi, di solidarietà e di auguri, che mi stanno arrivando da persone che nemmeno mi conoscono eppure mi voglio bene. Anche se non sto rispondendo, sappiate che li apprezzo. Grazie. So che ci sono ragazzi e ragazze che questa domenica hanno gareggiato con la mia maglia, bambini che sono entrati in vasca disegnando una “M”, la mia M, sulla spalla. Tutto questo che sta accadendo in maniera tanto spontanea non me lo so spiegare, ma è bello”.
A questo ragazzo non interessa chi gli ha sparato e per quale motivo.
“Sinceramente, non me ne frega niente adesso. Voglio solo concentrarmi su me stesso, pensare ai miei amici, a migliorare la mia condizione. Non vedo l’ora di tornare a casa, anche se, mi sa, dovremo cambiarla: è a tre piani, non va più bene“.
Manuel ha in mente solo una cosa: uscire il più presto possibile da questo ospedale e riprendersi la sua vita.
“Voglio tornare più forte di prima“.
A ispirarlo è la campionessa Bebe Vio.
“Sì. A Bebe Vio. È lei la prima persona a cui ho pensato immaginando il mio futuro “diverso”. La mia mente è andata subito a lei. Come se il suo volto fosse lì davanti a me, a incoraggiarmi, a dirmi di non mollare. Sarà il modello da seguire. Se ce la fa lei, mi sono detto, ce la faccio pure io“.
Ora Manuel e la sua famiglia stanno valutando il centro migliore per la riabilitazione.
Unimamme, cosa aggiungere? Noi auguriamo a Manuel una pronta ripresa e siamo certe che tornerà più forte di prima, proprio come Bebe Vio.
Cosa ne pensate di quanto riportato su Il Messaggero?
Noi vi lasciamo con un precedente messaggio audio di Manuel a tutte le persone che lo stanno supportando.
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