Ai dipendenti del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, il Papa li ringrazia per il loro lavoro e li sprona ad andare avanti con entusiasmo.
“Voi siete al servizio dei più poveri della terra: persone che, in maggioranza, vivono in zone rurali, in regioni lontane dalle grandi città, spesso in condizioni difficili e penose. A tutti voi qui presenti, come pure ai vostri colleghi ai quali non è stato possibile essere tra noi – siete tanti che lavorate qui! –, rivolgo un saluto cordiale”.
Sono le parole che Papa Francesco ha rivolto al personale del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), l’agenzia delle Nazioni Unite impegnata contro fame e povertà nel mondo. Il Papa li ha incontrati alla sede Fao di Roma. Papa Francesco ha paragonato il loro lavoro alle radici di un albero: non si vedono ma portano linfa.
Il Papa si è recato alla sede romana della Fao per incontrare 8 delegati di 31 differenti popoli indigeni arrivati da America, Africa, Asia e la zona del Pacifico.
Dopo aver rivolto un Discorso al Consiglio dei Governatori ed aver salutato un gruppo di rappresentanti delle popolazioni indigene si è rivolto, in italiano, al personale dell’IFAD. Li ha ringraziati per il loro lavoro anche a nome dei tanti poveri che sono stati aiutati dall’organizzazione, circa 480 milioni di persone in tutto il mondo.
Li ringrazia per andare controcorrente in un mondo dove la ricchezza è nelle mani di pochi: “Grazie perché andate controcorrente: la tendenza di oggi vede il rallentamento della riduzione della povertà estrema e l’aumento della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Pochi hanno troppo e troppi hanno poco. Pochi hanno troppo e troppi hanno poco, questa è la logica di oggi. Molti non hanno cibo e vanno alla deriva, mentre pochi annegano nel superfluo. Questa perversa corrente di disuguaglianza è disastrosa per il futuro dell’umanità”.
Oltre a ringraziarli, il Papa li incoraggia ad “andare avanti”, a mettere entusiasmo nel loro lavoro senza cedere alla rassegnazione: “In questo modo, si vincono i pericoli del pessimismo, della mediocrità e dell’abitudinarietà, e si riesce a mettere entusiasmo in quello che si fa giorno per giorno, anche nelle cose piccole, le cose che io non vedo come finiranno. La parola “entusiasmo” è molto bella: possiamo intenderla anche come “mettere Dio in quello che si fa” – viene da lì: en-theos, entusiasmo, mettere Dio in quello che si fa. Perché Dio non si stanca mai di fare il bene, non si stanca mai di ricominciare. Ognuno di noi ne ha esperienza: quante volte abbiamo ricominciato nella nostra vita! E questo è bello. Non si stanca mai di dare una speranza. Egli è la chiave per non stancarsi. E pregare –per chi può pregare – aiuta a ricaricare le batterie con energia pulita. Ci fa bene chiedere al Signore che lavori al nostro fianco. E la persona che non può pregare perché non è credente deve allargare il cuore e desiderare il bene. Come dicono gli adolescenti: “mandare buone onde”, desiderare il bene degli altri. È un modo di pregare per coloro che non hanno la fede e non sono credenti ma possono fare così”.
Il Pontefice dà un suggerimento ai dipendenti presenti: “In ogni documento che trattate, vi consiglio di cercare un volto. I volti delle persone che stanno dietro quelle carte. Mettersi nei loro panni per capire meglio la loro situazione. È importante non rimanere in superficie, ma cercare di entrare nella realtà per intravedervi i volti e raggiungere il cuore delle persone. Allora il lavoro diventa un prendersi a cuore gli altri, le vicende, le storie di tutti”.
Il Papa conclude il suo discorso ricordando l’importanza di amare quello che si fa senza pensare al peso che comporta: “Per andare avanti c’è bisogno di amare. La domanda da porsi non è “quanto mi pesano queste cose che dovrò fare?”, ma “quanto amore metto in queste cose che ora faccio”? Chi ama ha la fantasia per scoprire soluzioni dove altri vedono solo problemi. Chi ama aiuta l’altro secondo le sue necessità e con creatività, non secondo idee prestabilite o luoghi comuni. È un creatore: l’amore ti porta a creare, è sempre avanti”.
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