Rapporti sessuali a 17 anni per un adolescente italiano su tre. Lo studio di Mistero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.
Uno studio nazionale sulla fertilità, promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), ha svelato le abitudini sessuali degli adolescenti italiani e le loro conoscenze su sessualità e fertilità. Nel nostro Paese manca una vera educazione in merito: la scuola e la famiglia spesso sono assenti e i ragazzi cercano informazioni sul web.
Si chiama “Studio Nazionale Fertilità” e si tratta di vasto studio nazionale sul tema della fertilità, avviato ad aprile 2016, con il precedente governo, e concluso a ottobre 2018, di cui sono stati pubblicati ora i risultati. Lo studio è stato promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Una indagine durata più di due anni e condotta con oltre 40mila interviste, tra giovani e adulti, suddivise per fasce di età:
Dallo studio è emersa una scarsa preparazione degli italiani sulla fertilità. Le scarse informazioni riguardano sia la fertilità maschile che quella femminile.
Un dato che sorprende è che nove persone su dieci, praticamente tutti, conoscono poco come funziona la fertilità maschile. Per esempio in pochi sanno che anche per gli uomini l’età ha un ruolo importante nella fertilità: per l’87% degli intervistati la fertilità maschile declina dopo i 45 anni oppure non hanno dato alcuna indicazione. Addirittura, su un campione di 13.973 studenti universitari 4 intervistati su 10 hanno risposto che non esiste un orologio biologico maschile.
In merito alla fertilità femminile, invece, su un campione di 21.217 persone di età tra i 18 e i 49 anni, solo il 5% è consapevole che le possibilità biologiche per una donna di avere figli iniziano a ridursi già dopo i 30 anni; mentre per il 27% accade intorno ai 40-44 anni.
Molti medici specialisti italiani, invece, sono eccessivamente ottimisti sulle tecniche di procreazione assistita. Nello studio si legge che “è generalizzato un infondato ottimismo sulle possibilità delle tecniche di procreazione assistita di risolvere sempre i casi di infertilità“. Questo fa sì che la procreazione assistita venga consigliata dai medici anche a pazienti in cui è “evidentemente inutile, generando aspettative che procureranno frustrazione alle coppie“, hanno fatto notare gli esperti che hanno analizzato i dati dello Studio nazionale fertilità.
Inoltre dalle risposte date da medici specialisti in ginecologia e andrologia sono emerse purtroppo alcune lacune sull’età fertile maschile. Si legge nello studio che “non è chiaro per tutti che l’età, anche quella maschile, è una componente fondamentale della capacità riproduttiva e che bisogna insistere su questo tema con le coppie, quando c’è il tempo per intervenire“. Il tempo svolge un ruolo fondamentale nella capacità riproduttiva degli individui.
L’altra mancanza emersa dallo studio è che solo l’8% dei pediatri di libera scelta ed il 20% dei medici di medicina generale ha partecipato ad eventi di aggiornamento formativo in materia di tutela della fertilità e di salute riproduttiva.
Per quanto riguarda i ragazzi, lo studio nazionale sulla fertilità ha rilevato che la stragrande maggioranza degli adolescenti di 16-17 anni di età cerca informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva su Internet. Lo fa l’89% dei ragazzi e l’84% delle ragazze. Un dato che deve far riflettere e che è chiaro segnale dell’assenza di scuola e famiglia nel trattare di argomenti legati alla sessualità, alla fertilità e alla salute riproduttiva.
In famiglia difficilmente si parla di argomenti come lo sviluppo sessuale e la fisiologia della riproduzione, così come di infezioni e malattie sessualmente trasmissibili e metodi contraccettivi. Solo il 20% dei più giovani parla in famiglia di questi argomenti in maniera approfondita. Mentre a scuola i temi della sessualità e della fertilità non vengono quasi mai trattati.
Una mancanza grave se si pensa, e qui veniamo all’argomento lanciato nel titolo del nostro articolo, che un adolescente su tre a 16-17 anni ha già avuto un rapporto sessuale completo, avviene per il 35% dei ragazzi e il 28% delle ragazze. Ci sono alcune differenze anche per area geografica sull’età del primo rapporto sessuale, soprattutto per le ragazze: il 22% delle adolescenti al Sud ha avuto un rapporto sessuale completo a 17 anni, sono il 32-30% al Centro-nord.
I giovanissimi avrebbero bisogno di essere guidati nella loro educazione sessuale, anche e soprattutto per scongiurare le malattie sessualmente trasmissibili, come il virus dell’Hiv sul quale negli ultimi anni c’è stato un pericolosissimo calo di attenzione.
Un sondaggio, che vi abbiamo segnalato qualche mese fa ha rivelato, gravi lacune tra i giovani sulla conoscenza di Hiv/Aids.
Lo Studio Nazionale Fertilità era partito dal progetto del 2016 del Ministero della Salute sull’informazione e sensibilizzazione riguardo alle tematiche della fertilità, con l’obiettivo di promuovere la “cultura della fertilità nella popolazione giovanile e per la prevenzione dell’infertilità”. Progetto che aveva prodotto il discusso “Fertility Day“, con una campagna di informazione molto discutibile, che aveva suscitato aspre polemiche. Nel 2016, il modo di comunicare le problematiche legate alla fertilità era stato evidentemente sbagliato e grossolano, ma il problema della fertilità in Italia era e resta attuale, come conferma questo studio.
Non c’è tempo da perdere, dunque, bisogna intervenire e bisogna farlo in modo efficace, con la promozione di una cultura della fertilità che favorisca conoscenze e consapevolezza, per evitare brutte sorprese quando potrebbe essere troppo tardi per avere un figlio. Una promozione che deve avvenire, ovviamente, attraverso una campagna informativa seria ed efficace, evitando inutili paternalismi, come accaduto due anni fa.
La Ministra della Salute, Giulia Grillo, intervenendo sulla questione ha detto che c’è “un gap informativo“, per questo “servono ora informazioni online certificate e l’insegnamento di queste materie a scuola“. Pertanto è arrivato il momento di “promuovere nelle scuole una corretta educazione ai temi di salute, facendo sì che diventino materia di insegnamento trasversale, attraverso un’alleanza tra scuola e Servizio sanitario nazionale“.
Grillo ha aggiunto che questo è “il presupposto da un apposito documento messo appunto dai ministeri della Salute, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Speriamo che da quel documento nasca la strada per insegnare la salute nelle scuole con un capitolo dedicato alla salute riproduttiva e alla sessualità“, ha concluso Giulia Grillo.
Maggiori informazioni si trovano nel documento pubblicato sul sito web del Ministero della Salute.
Che ne pensate unimamme? Ritenete necessaria una maggiore educazione sessuale e sulla fertilità?
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