La senatrice lancia un appello a Bussetti affinchè ripristini la storia all’esame di maturità. Chiede un’indagine per capire il perchè della decisione.
La senatrice a vita Liliana Segre ha lanciato un appello al ministro dell’Istruzione Busetti. La senatrice vuole che il ministro ripristini la traccia storica dalla prima prova scritta della maturità.
Sul sito del Miur sono state rese disponibili degli esempi della nuova prova scritta di italiano per l’esame di maturità del 2019.
Liliana Segre è diventata nel 2018 senatrice a vita, nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È una superstite dell’Olocausto e testimone dei campi di concentramento nazista.
In un intervista rilasciata a Repubblica, la Senatrice, Liliana Segre, chiede al ministro dell’istruzione di ripristinare la traccia storica all’esame di maturità già dal prossimo anno: “Un esame di maturità senza la storia mi fa paura. Per questo chiederò al ministro Bussetti di ripensarci”.
La Senatrice è da sempre impegnata a dare la sua testimonianza di quello che è accaduto con l’emanazione delle leggi razziali.
Per questo motivo è molto preoccupata della scelta di eliminare la storia dall’esame di maturità: “Vorrei capire il perché della soppressione della storia, che ritengo un atto molto grave. Io mi sono sempre occupata di memoria. Ma memoria e storia vanno insieme. Da trent’anni rendo testimonianza sulla Shoah nelle scuole, e vedo la fatica che talvolta fanno i professori per contestualizzare il mio racconto. Può capitare che nell’ultima classe delle superiori non si arrivi a svolgere l’intero programma e ci si fermi alla Grande Guerra. Invece sarebbe utile studiare i totalitarismi, i genocidi e la complessità di tutto il Secolo Breve”.
La senatrice ha chiesto un incontro con il ministro Busetti ed ha avviato un’indagine per capire le motivazioni della decisione ministeriale, anche se già ipotizza una possibile risposta: “Ci diranno che, negli ultimi otto anni, meno del 3 per cento degli studenti ha scelto la traccia storica. Troppo pochi”. Questo perché, secondo la senatrice, non si da molta importanza allo studio della storia e nel biennio degli istituti professionali si studia storia un’ora sola a settimana.
Oltre alla campagna per lo studio della storia, la senatrice vorrebbe che passasse il disegno di legge contro le parole dell’odio: “Se si ammettono le parole dell’odio nel contesto pubblico, se si accoglie lo “hate speech” nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l’odio l’ho visto. L’ho sofferto. E so dove può portare. Per questo vado a parlare con gli studenti. Gli racconto un passato figlio dell’odio e del rancore disumano e loro mi ascoltano con un’attenzione di cui non smetto di essergli grata“.
Conclude la sua intervista con un appello al ministro Busetti: “Al ministro Bussetti vorrei riuscire a dire anche questo. Non rubiamo la storia ai nostri ragazzi. Ne hanno un immenso bisogno“.
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