Il pedagogista Daniele Novara spiega, in un’intervista, perchè i genitori di oggi hanno una fragilità educativa molto alta. La colpa anche della televisione.
In un intervista rilasciata a Vita non profit, il pedagogista Daniele Novara ha rilasciato un’intervista nella quale spiega perché i genitori di oggi hanno una fragilità educativa molto forte.
Secondo Novara, che è anche il fondatore e direttore del centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, la colpa è generazionale. I trentenni di oggi sono stati i primi bambini che hanno sostituito il gioco con la tv, nella loro infanzia.
Il pedagogista Daniele Novara accusa i genitori di oggi di essere molto fragili da un punto di vista educativo: “Non ci sono colpevoli, noi siamo dalla parte dei genitori e lo dichiariamo. Non c’è nemmeno nostalgia dei genitori di una volta, perché non è vero che quelli erano migliori… Il punto però è che la storia in questo momento ci pone dinanzi al fatto che i genitori sono molto fragili: non è una questione di responsabilità individuale ma di storia. C’è quindi la necessità di aiutare i genitori, perché con tutto quello che oggi sappiamo, è possibile fare molto meglio in campo educativo”.
Per Novara la fragilità educativa dipende dall’infanzia che i bambini degli anni ottanta hanno avuto: “È generazionale. I genitori di oggi sono i bambini degli anni Ottanta, i primi ad aver avuto un’infanzia completamente diversa rispetto a tutte le generazioni precedenti: per la prima volta nella storia la televisione ha preso il posto del gioco spontaneo con i coetanei. I bambini degli anni ’80, che sono i genitori trentenni di oggi, sono la prima generazione ad aver avuto un’infanzia non infantile, cioè non basata sul gioco, sulla natura e sul gruppo”.
Quest’infanzia “diversa” ha sottratto i bambini dal gruppo di amici o cugini, portandoli a stare almeno due ore al giorno davanti alla televisione: “Negli anni ’80 i bambini sono stati fatti rientrare in casa, tolti “alla cucciolata”, cioè al gruppo spontaneo di amici e cugini, per “bloccarli” davanti alla tv commerciale. Tutti i bambini degli anni 80 si sono fatti due ore al giorno davanti alla tv”.
Il pedagogista afferma che non è stata tutta colpa della tv, ma il problema è dell’infanzia meno attiva e più passiva: “La tv è stato lo strumento, ma la tendenza sociologica è stata quella del ritiro del figlio dentro casa, del narcisismo che da malattia è divenuto uno stato psicologico collettivo, una dimensione sociale…Parliamo di una generazione che ha avuto un’infanzia meno attiva e più passiva, con molte meno esperienze di quelle relazioni spontanee con altri bambini che permettono lo sviluppo delle capacità autoregolative, specialmente sul piano emotivo. Due cose quindi: si è persa la fiducia nell’autoregolazione dei bambini e i bambini sono stati sottratti alla dimensione sociale, alla comunità educativa, per una privatizzazione del figlio, diventato una proprietà assoluta. La tv negli anni ’80 piuttosto che il tablet o lo smartphone oggi sono lo strumento per esercitare questa proprietà. I genitori di oggi, avendo avuto grossi deficit nella propria infanzia, gestiscono i figli secondo una logica che non corrisponde ai bisogni infantili semplicemente perché gli manca la memoria di cos’è l’infanzia”.
Per Novara un altro problema è l’autoregolazione dei bambini. I genitori di oggi tendono a sostituirsi con il bambino ed urlare per farsi ascoltare: “I genitori oggi urlano, tutti, ma urlare è legato a un eccesso emotivo: tu vuoi che tuo figlio ti ascolti, che però è una richiesta impropria perché nessun figlio ascolterà mai del tutto un genitore, e allora tu urli. Il tema è l’autoregolazione. Per secoli i genitori si sono fidati dell’autoregolazione infantile, mentre a un certo punto è venuta meno la fiducia nella capacità autoregolativa dei bambini tant’è che oggi i genitori si sostituiscono continuamento a loro. Se non ti fidi dell’autoregolazione emotiva ti sostituisci, ma siccome questo meccanismo è fallimentare, il bambino si blocca, riduce la sua autostima e le sue potenzialità e finisce nelle braccia del neuropsichiatra infantile. Per questo occorre restituire ai genitori la fiducia nell’autoregolazione dei bambini, ad esempio con le regole educative”.
Novara propone tre esempi della fragilità educativa dei genitori di oggi:
Il pedagogista sa che i genitori di oggi sono molto attenti e sensibili ai temi educativi, ma che molto spesso questa sensibilità è contraddittoria. Si cercano le informazioni, ma a volte le informazioni che si trovano sono sbagliate: “Se una trentenne che segue un’influencer pensa di imparare lì a fare la mamma, si trova nei guai. C’è una sensibilità, ma sono rari i genitori che seguono una linea pedagogica, più che altro sono sballottati a destra e sinistra tra una suggestione e l’altra, agiscono su una base emotiva sostenuta da informazione sbagliate. C’è il rischio del genitore-fai-da-te”.
Questo, sarà uno dei temi che verrà trattato durante il convegno “Dalla parte dei genitori”. Il convegno si svolgerà a Piacenza sabato 13 aprile.
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