Mattarella difende la legge Merlin contro le “case chiuse”: basta schiavitù delle donne.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso una posizione netta e decisa a tutela della legge Merlin del 1958 che bandì le cosiddette “case chiuse” e contro lo sfruttamento sessuale delle donne, che non ha esitato a definire “schiavitù“. Una posizione espressa durante le celebrazioni al Quirinale per la Giornata Internazionale della Donna.
Mattarella difende la legge Merlin contro la schiavitù sessuale delle donne
Non poteva esserci occasione migliore, la Giornata Internazionale della Donna, chiamata in Italia anche Festa della Donna, per ribadire un netto no alla riapertura delle “case chiuse” e allo sfruttamento della prostituzione femminile, che non è altro che una forma di schiavitù. A ribadirlo è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni ufficiali al Quirinale per la Giornata Internazionale della Donna.
Alla cerimonia, Mattarella ha invitato Stefania e Hope, due ex prostitute vittime di tratta che hanno dato raccontato la loro terribile storia. Una testimonianza cruda, ma necessaria, che il Presidente della Repubblica ha voluto come simbolo della giornata. “Abbiamo scelto questo tema per celebrare una giornata che per molte non è una festa“, ha sottolineato Mattarella, nel suo discorso conclusivo.
Il Presidente ha aggiunto: “Il fatto che anche in Italia esistono donne che vengono rese schiave e costrette a prostituirsi non è un bene. La condizione femminile è uno di quegli elementi che rappresentano il grado di civiltà di un Paese”.
Quindi, Mattarella ha difeso strenuamente la legge Merlin: “Ci sono lezioni del passato su cui è opportuno meditare. Sessantuno anni fa, una legge dello Stato, promossa da una senatrice, partigiana e costituente, dichiarò fuorilegge lo sfruttamento della prostituzione. Dovette lottare, in Parlamento e fuori da esso, contro pregiudizi e stereotipi inaccettabili, duri a morire. Vi erano parlamentari che sostenevano persino che alcune donne nascevano prostitute e pertanto non sarebbero mai cambiate. Quella legge fu una tappa importante nel cammino di liberazione della donna. Oggi quella senatrice, Lina Merlin, sarebbe in prima linea contro la tratta di questo nostro tempo“. Parole nette, che non lasciano adito a dubbi.
Lo sfruttamento della prostituzione è una forma di schiavitù e non può essere in alcun modo legalizzata, non si può tornare indietro all’epoca delle “case chiuse”, le strutture in cui le prostitute venivano rinchiuse e in cui lo sfruttamento sessuale, il favoreggiamento e l’induzione alla prostituzione erano perfettamente legali. C’è chi vorrebbe tornare indietro, a quell’epoca, ma il Presidente della Repubblica ha fatto capire chiaramente di essere assolutamente contrario e anche la Corte Costituzionale negli ultimi giorni ha ribadito la legittimità costituzionale della legge Merlin. La Consulta ha stabilito che è conforme alla Costituzione italiana la scelta della legge Merlin di non punire come reato la prostituzione di per sé, ma di punire invece tutte le condotte messe in atto da terzi che la agevolino o la sfruttino. Da qui i reati di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Infine, nel suo discorso conclusivo alle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna al Quirinale, Mattarella ha sottolineato “l’apporto delle donne alla crescita civile, culturale, sociale, economico del nostro Paese“, definendolo “immenso“. Allo stesso tempo, però, ha sottolineato: “Ancora oggi paghiamo storture e disparità che, penalizzando le donne, ci penalizzano come insieme. È nostro compito costante rimuovere gli ostacoli che, limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza“, ha aggiunto Mattarella.
Il Capo dello Stato, poi, ha ricordato che “il tasso di occupazione femminile è ancora insoddisfacente, soprattutto se paragonato ad altri paesi europei“.
Che dite unimamme? Condividete queste parole del Presidente della Repubblica?
Purtroppo la cronaca ci ha riportato di recente casi orribili di genitori che hanno fatto prostituire i figli, come quello di una mamma ludopatica.