Il videogioco dello stupro “Rape Day”, rimosso dal web

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Rape Day

Il videogioco dello stupro “Rape Day”, rimosso dalla piattaforma web sulla quale doveva uscire ad aprile.

Un videogame sconvolgente, in cui i partecipanti possono “giocare” a violentare una o più donne. Si chiama “Rape Day” e simula scene di stupro in modo molto realistico, come sono i videogame di oggi. Per fortuna è stato ritirato prima di essere disponibile on line.

Ma perché vengono realizzati videogiochi come questo? Sappiamo già la risposta: per perversione e per sollecitare gli istinti più bassi, guadagnando soldi.

Il videogioco dello stupro “Rape Day”

Si dice è “solo un gioco”. Ma non è “solo” né semplicemente un “gioco”, quando si tratta di un videogame che simula in modo spaventosamente realistico scene di violenza e stupro. Si chiama Rape Day e prima ancora della sua uscita sul web, sulla piattaforma americana Steam, ha scatenato accese polemiche e proteste. Per fortuna.

Così il videogame è stato ritirato prima della sua pubblicazione online, prevista per aprile.

In Rape Day il giocatore impersona un uomo alto e robusto e dalla faccia inquietante che può molestare, violentare, stuprare e uccidere le donne che incontra sulla sua strada, nello svolgimento della storia. Più che un videogioco, infatti, si tratta di un “visual novel”, una sorta di romanzo interattivo, con immagini e un testo fatto di parole violente, come violenza sessuale, sesso non consenziente, linguaggio osceno e incesto.

Sebbene il gioco non uscirà più, una anteprima del videogame è stata a disposizione degli utenti per circa tre settimane sulla piattaforma Steam, popolare piattaforma per appassionati di videogame di proprietà della società americana Valve.

Quando hanno iniziato a diffondersi alcune immagini e le informazioni sul gioco, subito è scoppiata un’accesa polemica, soprattutto sui social, in cui si critica duramente il videogame e la cultura dello stupro che promuove. Le scene sono spaventose. Pur di non non far pubblicare “Rape Day” sul web è stata anche aperta una petizione su Change.org che ha ottenuto subito un grande successo. Visti i numeri e poiché tutte la aziende americane prestano molta attenzione alle reazioni del pubblico, che alla fine portano o tolgono soldi, la società americana Valve, proprietaria della piattaforma Steam, ha deciso di non pubblicare più il videogioco dello stupro. Il gioco doveva essere disponibile dal prossimo aprile, ma è stato rimosso dalla piattaforma.

Più che rimosso, in realtà, ne è stata impedita la pubblicazione, finora era stata pubblicata su Steam solo la pagina ufficiale. Il ritiro della pubblicazione è stato annunciato ufficialmente dalla società Valve. Rape Day non vedrà mai la luce, hanno fatto sapere dalla società.

Dopo averne discusso – hanno spiegato da Valve – , siamo arrivati alla conclusione di considerare Rape Day come un gioco che presenta diversi rischi e per questo non arriverà su Steam. Rispettiamo la volontà degli sviluppatori di esprimersi – hanno aggiunto -, e lo scopo di Steam è quello di aiutare gli sviluppatori a trovare un pubblico, ma questo sviluppatore ha reso la cosa molto difficile attraverso il contenuto del gioco e il modo di rappresentarlo“. Questa la spiegazione di circostanza dell’azienda.

Non la pensa allo stesso modo lo sviluppatore Desk Plant, che ha spiegato: “Il gioco è rivolto al quattro per cento della popolazione, i sociopatici, contenti di interpretare un minaccioso assassino seriale durante un’apocalisse di zombie“. Una spiegazione insufficiente e che non tiene conto della pericolosità nel diffondere certi contenuti e nel promuovere una cultura della violenza.

Le proteste sui social e la petizione, comunque, sembrano aver funzionato.

Comunque, la società Valve non è la prima volta che pubblica videogiochi violenti. Giù nel maggio di un anno fa era finita nella bufera, negli Stati Uniti per aver pubblicato un videogame che simulava una sparatoria in una scuola, dal nome “Active Shooter“. Impressionante. Anche in questo caso il videogame è stato rimosso dalla piattaforma Steam dopo le polemiche.

La notizia è stata pubblicata su The Post Internazionale.

Possibile unimamme che la scelta se pubblicare o meno certi videogame e certi contenuti sia rimessa solo al consenso del pubblico e non a valutazioni a priori sull’opportunità di diffonderli? Siete d’accordo con il ritiro del videogioco dello stupro?

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