Un uomo ha commesso un femminicidio ma ha avuto la pena dimezzata.
Unimamme, forse ricorderete il recente caso dell’uomo a cui una sentenza ha dimezzato la pena da 30 a 16 anni dopo aver strangolato la compagna.
Ora si è verificato un nuovo caso.
Uomo uccide compagna: il verdetto
Il cinquantenne Javier Napoleon Pareja Gamboa ha ucciso la sua compagna durante una lite con una coltellata al petto, nell’aprile scorso.
L’uomo è stato condannato a 16 anni con rito abbreviato, ma è solo in questi giorni che la vicenda è venuta alla luce.
Il giudice Silvia Carpanini ha condannato Gamboa quasi al minino della pena possibile.
Il legale di Jenny, la donna uccisa, la quale ha lasciato un figlio orfano, ha commentato così: “forse alcune di queste donne hanno voluto dimostrare una più alta imparzialità, non lo so, ma è un’ipotesi che mi è sorta in mente perché proprio non capisco. A Gamboa sono state concesse le attenuanti generiche per quella stessa “tempesta emotiva” che è stata citata dalla sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Ma tutti i delitti passionali hanno una componente emotiva. In questo modo si apre una sorta di terra di nessuno giuridica“.
L’avvocato Gallo ha aggiunto: “si abbassa l’asticella per chi può pensare di “cavarsela” con pene relativamente miti per questi omicidi”.
Nelle motivazioni della sentenza di legge che “Gamboa era mosso da un misto di rabbia e disperazione, profonda delusione e risentimento; ha agito sotto la spinta di uno stato d’animo molto intenso, non pretestuoso, né umanamente del tutto incomprensibile“.
La moglie aveva detto di aver lasciato l’amante Luis, ma non era vero e quindi trattava Gamboa “prima con amore e poi con disprezzo”.
La donna gli diceva: “sei vecchio mi fai schifo”.
Nelle motivazioni si legge: “l’uomo non ha agito sotto la spinta della gelosia ma come reazione al comportamento della donna, del tutto incoerente e contradditorio, che l’ha illuso e disilluso allo stesso tempo”.
«Il contesto in cui il gesto si colloca vale a connotare l’azione, in un’ipotetica scala di gravità, su un gradino più basso rispetto ad altre” ha scritto il giudice.
Infine si è data credibilità al fatto che la donna l’avesse istigato e provocato a compirla e che non l’avrebbe fatto “perché non era un uomo“.
A quel punto l’uomo l’ha accoltellata ed è fuggito.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa storia di cui si parla su Il Corriere?