Ansia da matematica: da cosa è provocata secondo uno studio scientifico.
L’ansia da matematica esiste ed è un problema reale, non una suggestione o scusa degli studenti. Lo sostiene uno studio della prestigiosa Università di Cambridge che ha intervistato bambini e ragazzi dalle scuole elementari alle superiori, con uno studio condotto nel Regno Unito e anche in Italia. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.
Chi non ha mai tremato di fronte al compito in classe o all’interrogazione di matematica? Ma anche semplicemente davanti ai compiti, in presenza di un esercizio difficile? Si chiama ansia da matematica e non è un’invenzione o una scusa degli studenti, ma un problema molto serio e che riguarda numerosi studenti. I ricercatori del Centro per le Neuroscienze nell’istruzione (Centre for Neuroscience in Education) dell’Università di Cambridge lo hanno studiato molto seriamente, indagandone le origini, e hanno pubblicato un rapporto.
L’università inglese ha intervistato circa 2.700 bambini e ragazzi studenti dalle scuole elementari alle superiori, con interviste condotte sia nel Regno Unito che in Italia, e la conclusione è stata che l’ansia da matematica esiste, è reale, colpisce i bambini già a 6 anni e a trasmetterla sono i genitori e gli insegnanti. Dal rapporto emerge che nei ragazzi e nelle ragazze sono frequenti diverse emozioni negative legate alla matematica, “dalla rabbia alla disperazione“.
Un problema che non riguarda solo chi ha scarsi risultati in questa materia, ma anche chi ha voti normali o perfino buoni. Secondo un altro studio, il 77% degli studenti che soffrono di ansia da matematica va bene in questa materia. Una situazione paradossale, che alla lunga porta ad un peggioramento di risultati. Infatti è come un cade che si morde la coda: l’ansia da matematica può condurre a risultati scarsi e a loro volta questi risultati negativi aumentano l’ansia da matematica.
Va aggiunto, poi, che l’ansia da matematica colpisce di più le bambine, probabilmente a causa degli stereotipi di genere. Una situazione che riguarda soprattutto i 1.000 studenti italiani intervistati dai ricercatori.
Invece, per 1.700 studenti britannici la convinzione generale che matematica fosse più difficile rispetto alle altre materie ha spesso contribuito a suscitare l’ansia da matematica, che ha portato ad una mancanza o ad una perdita di fiducia. Gli studenti hanno indicato voti bassi o risultati nei test scarsi o confronti negativi con i loro compagni o fratelli come ragioni per sentirsi ansiosi.
Lo studio è stato condotto in un momento di crisi per la matematica nel Regno Unito. Secondo un rapporto della National Numeracy britannica, quattro adulti su cinque hanno competenze matematiche basse, paragonati a meno della metà degli adulti del regno Unito con bassi livelli di alfabetizzazione funzionale.
La matematica è sicuramente una materia difficile, ma non tutte le difficoltà con la materia derivano da difficoltà cognitive. Molti bambini, ma anche adulti, sperimentano sentimenti di ansia, apprensione, tensione o disagio quando quando hanno di fronte un problema di matematica.
L’ansia da matematica è una condizione individuale e personale, ognuno ha la propria. Ad ogni modo esistono dei punti in comune, sia tra gli studenti della scuola primaria che tra quelli della scuola secondaria. I metodi differenti di insegnare matematica possono dare luogo a confusione e da qui ansia, specialmente nei bambini delle scuole elementari. Invece, per gli studenti delle scuole superiori, invece, spesso l’ansia è dovuta anche a scarse relazioni interpersonali. Inoltre il passaggio da una scuola all’altra (dalla primaria alla secondaria), con il drastico cambio del modo di apprendere, il maggior carico di compiti da fare a casa e la pressione nel fare i test. Sono tutti elementi che alimentano l’ansia da matematica.
I ricercatori di Cambridge avvertono: “Chi insegna e anche i genitori devono essere coscienti del fatto che l’ansia da matematica ha un effetto sulle performance e del fatto che la loro stessa ansia può influenzare quella di studenti e figli. Anche gli stereotipi di genere riguardo alle abilità matematiche possono contribuite alle differenze di genere nelle performance”.
Maggiori approfondimenti sul sito web dell’Università di Cambridge.
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