Avvocata incinta, il tribunale nega il rinvio dell’udienza fissata il giorno dopo il parto, ma poi ci ripensa.
Una vicenda che ha dell’incredibile per l’assurdità delle circostanze e che purtroppo è emblematica della assoluta mancanza di considerazione per le mamme che lavorano e per le lavoratrici in gravidanza. Che tutto questo, poi, accada in un’aula di tribunale, ovvero in un luogo deputato all’applicazione delle leggi, anche quelle a tutela delle mamme lavoratrici, è assolutamente inaccettabile. Purtroppo c’è voluto lo “scandalo pubblico“, con la denuncia sui mezzi di comunicazione per far tornare su suoi passi la decisione del Tribunale di Roma di concedere ad un’avvocata incinta il rinvio dell’udienza fissata negli stessi giorni della data presunta del parto.
In Italia quando si tratta di mamme lavoratrici si fa una gran fatica a far rispettare le leggi che pure le tutelano. Tra mobbing, minacce, licenziamenti e obbligo anticipato di presentare dimissioni in bianco nell’eventualità di una gravidanza, siamo al livello di un Paese sottosviluppato. Le leggi ci sono, anche con una buona tutela, ma è la loro applicazione corretta che spesso viene a mancare. Quando questo, però, accade in aula di tribunale si arriva al grottesco.
Sembra assurdo, ma è quello che è accaduto ad una donna avvocato, incinta, che si è vista negare dal tribunale il rinvio dell’udienza di una causa di separazione, che era stata fissata proprio il giorno prima in cui la donna avrebbe dovuto partorire.
È accaduto a Roma, dove il Tribunale prima ha rinviato d’ufficio l’udienza di una causa di separazione, senza dare spiegazione di tale rinvio, poi ha respinto la richiesta di ulteriore differimento avanzata dall’avvocata, essendo stata fissata tale udienza il 16 aprile 2019, giorno precedente la data presunta del parto della legale che i medici avevano indicato al 17 aprile seguente.
Una vicenda surreale, in merito alla quale il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma non ci ha pensato due volte a prendere posizione in favore della collega, denunciando la violazione da parte del Tribunale della legge che tutela gli avvocati in gravidanza.
Nell’estratto del verbale dell’adunanza del Consiglio dello scorso 14 marzo 2019 si legge: “Il Presidente Galletti riferisce di avere appreso che alla collega (omissis), nell’ambito del procedimento civile per la separazione dei coniugi pendente dinanzi al Tribunale di Roma, Sezione Prima, con RG (omissis), è stato negato il differimento dell’udienza del 16.4.2019, nonostante lo stato di gravidanza (con data presunta del parto al 17.4.2019) rappresentato e documentato nell’istanza depositata il 5.3.2019. In particolare, il Giudice ha riservato ogni valutazione all’esito dell’acquisizione delle ‘determinazioni della controparte, attesa la natura del procedimento e degli interessi sottesi'”.
Il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma ha sottolineato “la gravità dei fatti e la violazione della disciplina finalmente dettata dalla legge di bilancio 2018 (all’art. 1 co. 465, 466 L. 27 dicembre 2017, n. 205) che ha disciplinato la possibilità per gli avvocati in stato di gravidanza di chiedere rinvii di udienza e decorrenza di termini, tenendo conto del periodo gestazionale di due mesi anteriori alla data presunta del parto e di tre mesi successivi (cfr. artt. 81 bis c.p.c. e 420 ter c.p.p.). Con siffatta disciplina – si spiega nel verbale – si è posto fine alla mancanza di tutele per gli avvocati in gravidanza, quale vera e propria lesione del diritto di difesa e di parità sostanziale, nonché pregiudizio per la salute delle colleghe e del nascituro”.
Insomma, anche per le avvocate o avvocatesse vale la stessa disciplina di legge che tutela tutte le altre donne lavoratrici in gravidanza, che hanno diritto a congedo retribuito per cinque mesi (due prima della data, presunta, del parto, e tre successivi; in alcuni casi è possibile scegliere anche la formula di un mese prima del parto e quattro mesi successivi).
Sempre nel verbale della riunione del Consiglio degli Avvocati di Roma si legge che “nella fattispecie, peraltro, l’udienza era stata fissata a seguito di un rinvio d’ufficio di quella già fissata al 31 ottobre 2018 con buona pace della ‘natura del procedimento e degli interessi sottesi’ che evidentemente sono cedevoli rispetto alle esigenze organizzative del Tribunale, ma non di fronte ai sacrosanti diritti della difesa, della collega e del nascituro e, oltretutto, non è comprensibile il rilievo delle ‘determinazioni della controparte’ (dunque, non del difensore della controparte, ma proprio della controparte…) rispetto al fatto oggettivo della gravidanza quale legittimo impedimento”.
Date le circostanze, il Presidente Galetti ha fatto presente “la gravità dei fatti al Presidente del Tribunale e, qualora la situazione non dovesse mutare, ritiene doveroso denunciare la situazione a tutti i capi degli uffici giudiziari romani, al Consiglio Giudiziario, al Procuratore Generale presso la Suprema Corte e alla competente Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura; chiede sin da ora a tutti i Consiglieri di rendersi disponibili per la sostituzione della collega all’udienza del 16 aprile 2019 e si riserva di disporre la convocazione di un consiglio straordinario in adunanza pubblica presso la sala avvocati del Tribunale civile di Roma alle ore 9.30 del 16 aprile 2019 in coincidenza con la celebrazione dell’udienza, ponendo all’ordine del giorno ‘1. tutela e valorizzazione del ruolo dell’avvocato madre, 2. varie ed eventuali'”.
Parole durissime, ma assolutamente legittime, condivisibili e necessarie. C’è voluta questa presa di posizione netta del Consiglio degli avvocati romani e la pubblicazione del caso sui media nazionali per far tornare su suoi passi il Tribunale di Roma. Infatti, è notizia appena uscita che lo stesso Tribunale alla fine ha deciso di concedere all’avvocata incinta il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento. La nuova data sarà fissata in modo da rispettare i tempi del parto della mamma avvocato.
Grazie al deciso intervento del Presidente degli Avvocati di Roma Antonio Galletti, che ha richiamato il Tribunale all’osservanza delle leggi a tutela della gravidanza, si è evitata una palese ingiustizia. Ma perché si è dovuti arrivare fino a questo punto, con lo scoppio dello “scandalo” sui media?
Che ne pensate unimamme? Vi siete mai trovate a dover fare i conti con simili ingiustizie nella vostra esperienza di maternità?
Il verbale dell’adunanza del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma sul sito web dell’Avvocato Guerrieri.
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