Un bambino di una scuola di Palermo non parteciperà ad una gita scolastica. Il papà non ha letto la comunicazione su gruppo Whatsapp.
Chi ha dei figli che già frequentano la scuola sa benissimo dell’esisistenza dei gruppi Whatsapp di classe. Questi gruppi sono stati creati per scambiare comunicazioni tra i genitori. A volte si usano in maniera esagerata, trasformandosi in un luogo di polemiche ed a volte anche di insulti.
Una vicenda particolare è successa proprio a causa di un gruppo Whatsapp. Un papà non ha letto un avviso che la scuola ha comunicato tramite chat ed il figlio è stato escluso da una gita scolastica.
Un bambino di 8 anni, che frequenta una scuola a Villa Tasca a Palermo, è stato escluso dalla gita scolastica in programma per il prossimo 27 marzo. Il bambino non parteciperà alla gita con i suoi compagni perché il padre non ha letto la comunicazione nel gruppo Whatsapp.
La scuola, utilizzando la chiat, ha chiesto ai genitori di dare l’adesione all’escursione programmata. Il papà preso dai tanti impegni non ha letto il messaggio ed adesso il bambino non può andare in gita. L’uomo ha dichiarato a Palermo Today la sua difficoltà a gestire il gruppo: “Io ho tre bambini che vanno a scuola in classi diverse e quindi io e mia moglie dobbiamo seguire tre gruppi. Il gruppo del più grande di 8 anni lo gestisco io, ma io lavoro e le notifiche sono tantissime quindi a volte mi perdo qualche messaggio. E così mio figlio non potrà partecipare alla gita scolastica”.
Inoltre gli sembra assurdo che le comunicazioni importanti vengano fatte a mezzo chat: “Mi sembra assurdo che delle comunicazioni istituzionali vengano fatte su un gruppo Whatsapp e non tramite le docenti o attraverso una nota sul diario”.
Ha deciso così di abbandonare il gruppo e di lanciare una petizione tramite Facebook: “Non credo che i nostri genitori avessero Whatsapp, hanno sempre ricevuto le comunicazioni scolastiche per iscritto. Dopo l’accaduto ho deciso di abbandonare questo gruppo e lanciare una petizione sulla mia pagina Facebook per richiedere che questi gruppi vengano aboliti e ritornare al caro vecchio metodo delle comunicazioni scritte nei diari”.
Dalla scuola la vicepreside, Ornella Faraci, replica al padre del bambino: “Mi sembra impossibile che un genitore non sappia di una gita in programma perché i passaggi che portano all’organizzazione di una iniziativa come questa sono diversi e durano mesi. Quando si organizzano eventi come una gita i passaggi sono tanti: prima i docenti si confrontano per scegliere il luogo, poi si fa una riunione interclasse per informare i rappresentanti di classe, poi i rappresentanti parlano con i genitori per fare un sondaggio e capire in quanti parteciperanno, girano il dato ai docenti e solo dopo si procede con l’organizzazione della trasferta (prenotazione mezzi di trasporto e altro). E se questo non bastasse sul sito della scuola viene pubblicato il modulo per l’autorizzazione che i genitori devono firmare“.
A fine febbraio la rappresentate di classe aveva scritto sul gruppo per chiedere chi dei genitori voleva far partecipare i figli alla gita.
Come confermato dall’uomo, per i genitori che avevano dato l’ok tramite la chat, è stato chiesto di firmare l’autorizzazione anche sul diario: “Solo ai genitori che avevano già dato l’adesione sul gruppo, perché nel diario di mio figlio non c’è nulla, nessun messaggio. Essendo venuto a conoscenza della gita ho contattato la capoclasse per chiederle di inserirlo ma mi ha detto che il pullman era già stato prenotato ed era pieno. Quindi potrà partire solo se un compagno dovesse rinunciare“.
Quanto confermato dalla rappresentante potrebbe non essere vero, la vicepreside da una speranza al bambino: “Un rappresentante di classe non può assumersi la responsabilità di fare queste comunicazioni anche perché non ha queste informazioni. Quello che è stato fatto, se sono andate veramente così le cose, è grave. Verificherò che tutti i passaggi siano stati rispettati. Nel frattempo il papà del bambino mi contatti perché è la scuola l’interlocutore giusto in questi casi, solo io posso sapere se il pullman è pieno“.
Voi unimamme anche voi siete inserite e partecipate a qualche gruppo WhatsApp per la scuola dei vostri figli?
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