Papa Francesco: denuncia obbligatoria per i preti pedofili. Il Motu proprio del Pontefice e una nuova legge.
A tutela dei minori contro gli abusi sessuali commessi dai preti pedofili, Papa Francesco ha firmato tre importanti documenti: il Motu Proprio, la nuova legge per lo Stato della Città del Vaticano, estesa alla Curia Romana, e le linee guida pastorali. La novità sta nella denuncia obbligatoria alla autorità giudiziaria vaticana degli abusi sessuali sui minori.
Nella lettera apostolica in forma di Motu Proprio, Papa Francesco indica l’obiettivo di “rafforzare ulteriormente l’assetto istituzionale e normativo per prevenire e contrastare gli abusi contro i minori e le persone vulnerabili“, affinché “nella Curia Romana e nello Stato della Città del Vaticano” sia mantenuta “una comunità rispettosa e consapevole dei diritti e dei bisogni dei minori e delle persone vulnerabili, nonché attenta a prevenire ogni forma di violenza o abuso fisico o psichico, di abbandono, di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento“.
Per contrastare le violenze sui minori, il Pontefice indica della lettera: “Maturi in tutti la consapevolezza del dovere di segnalare gli abusi alle Autorità competenti e di cooperare con esse nelle attività di prevenzione e contrasto“.
“Sia efficacemente perseguito a norma di legge ogni abuso o maltrattamento contro minori o contro persone vulnerabili“, scrive nella lettera il Papa. Inoltre, “sia riconosciuto a coloro che affermano di essere stati vittima di sfruttamento, di abuso sessuale o di maltrattamento, nonché ai loro familiari, il diritto ad essere accolti, ascoltati e accompagnati“. “Sia offerta alle vittime e alle loro famiglie – aggiunge Francesco – una cura pastorale appropriata, nonché un adeguato supporto spirituale, medico, psicologico e legale“.
Nella Lettera apostolica, poi, il Pontefice stabilisce che i competenti organi giudiziari vaticani abbiano giurisdizione penale sui reati contro minori o persone vulnerabili commessi in territorio Vaticano. Inoltre, il Papa stabilisce che “venga rimosso dai suoi incarichi il condannato per aver abusato di un minore o di una persona vulnerabile e, al contempo, gli sia offerto un supporto adeguato per la riabilitazione psicologica e spirituale, anche ai fini del reinserimento sociale“. Inoltre, nella lettera si prevede che “sia fatto tutto il possibile per riabilitare la buona fama di chi sia stato accusato ingiustamente” e “sia offerta una formazione adeguata per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili“.
Sempre nella Lettera si legge che alle vittime degli abusi “è offerta assistenza spirituale, medica e sociale, compresa l’assistenza terapeutica e psicologica di urgenza, nonché informazioni utili di natura legale, tramite il Servizio di accompagnamento gestito dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”.
Il Motu Proprio si inserisce in un lungo percorso ed era stato già annunciato all’incontro sul tema “La protezione dei minori nella Chiesa“, tenutosi in Vaticano dal 21 al 24 febbraio scorsi.
Nella legge n. CCXCVII (n. 297)si precisa che al minore è equiparata la persona vulnerabile, ovvero ogni persona “in stato di infermità, di deficienza fisica o psichica, o di privazione della libertà personale che di fatto, anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere o di volere“.
L’articolo 2 della legge stabilisce che “il termine di prescrizione è di venti anni e decorre, in caso di offesa ad un minore, dal compimento del suo diciottesimo anno di età”. La norma prevede, poi, che nel procedimento penale, la persona offesa ha diritto “alla tutela della propria immagine e sfera privata, nonché nella riservatezza dei dati personali“. Ha anche diritto all’adozione di “misure idonee ad evitare un contatto diretto con l’imputato“.
Anche nella legge viene sancito l’obbligo di denuncia: i pubblici ufficiali dello Stato della Città del Vaticano sono obbligati a presentare “senza ritardo, denuncia al promotore di giustizia presso il tribunale dello Stato della Città del Vaticano ogniqualvolta, nell’esercizio delle loro funzioni, abbiano notizia o fondati motivi per ritenere che un minore o una persona vulnerabile sia vittima di uno dei reati di cui all’articolo 1 della Legge N. 297 (abusi sessuali su minori e pedopornografia, ndr)”. Si tratta dunque di reati “perseguibili d’ufficio”, secondo la nuova legge. Inoltre, si precisa che sono pubblici ufficiali, tra gli altri, i membri, gli officiali e i dipendenti dei vari organismi della Curia Romana e delle Istituzioni ad essa collegate, i legati pontifici ed ogni altra persona titolare di un mandato amministrativo o giudiziario nella Santa Sede.
Infine, nelle linee guida pastorali si sottolinea che nella scelta degli operatori pastorali deve essere accertata, in particolare, “l’idoneità dei candidati a interagire con i minori, attraverso un’indagine adeguata e verificando anche l’assenza di carichi giudiziari pregiudizievoli“. Inoltre, “gli operatori pastorali devono ricevere una formazione adeguata circa i rischi in materia di sfruttamento, di abuso sessuale e di maltrattamento dei minori, nonché circa i mezzi per identificare e prevenire queste offese“.
Le nuove norme sulla tutela dei minori e delle persone vulnerabili entreranno in vigore dal primo giugno. Le norme sono riportate da Vatican News.
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