Una donna morta cerebralmente ha compiuto un ultimo gesto d’amore: ha partorito in coma.
Catarina Sequeira era una campionessa di canottaggio che soffriva di asma fin dall’infanzia.
Questo però non le ha impedito di rappresentare il suo Paese, il Portogallo, in diverse competizioni sportive.
A 19 settimane i medici hanno scelto di metterla in coma farmacologico per tentare di salvare il figlio.
Catarina, anche se in coma, è riuscita a portare avanti la gravidanza per 56 giorni, rimanendo attaccata a un respiratore artificiale.
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Così, Salvador è venuto alla luce alla 31° settimana di gravidanza. Salvatore, questo il nome del bimbo, pesava 1,7 kg. Il bambino è nato una settimana prima del previsto per delle complicazioni respiratorie.
Purtroppo, per la mamma non c’è stato niente da fare e la donna è deceduta poche ore il cesareo, il 29 marzo scorso.
Catarina, vogliamo ricordarlo, è stata una campionessa di canoa: ha conquistato 41 medaglie di cui 17 d’oro.
Tornando al parto, le condizioni respiratorie della donna si erano aggravate nelle ore precedenti e per questo i medici avevano effettuato il parto d’urgenza.
Secondo la testimonianza di Felipe Almeida, il responsabile del comitato etico dell’ospedale, la decisione di mantenere il figlio in vita è stata presa col consenso della famiglia, in particolare il padre del piccolo.
Sequiera non aveva mai firmato un consenso alla donazione degli organi. Ma l’ospedale ha così commentato: “Essere un donatore non vuol dire soltanto dare un fegato, un cuore o un polmone ma essere in grado di dare se stessi per consentire al proprio figlio di vivere”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda del “bebè del miracolo” avvenuta in Portogallo di cui si parla anche sul Corriere della Sera?
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