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Attualità

Candreva pagherà la mensa a i bambini poveri: così eviteranno tonno e cracker

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Maria Sole Bosaia
Candreva paga la mensa ai bimbi poveriCandreva paga la mensa ai bimbi poveri
fonte: web

Candreva pagherà la mensa a tutti i bimbi poveri di Minerbe.

Nuovo colpo di scena, ancora una volta positivo, nella vicenda della picola alunna di una scuola elementare lasciata a tonno e cracker perché i genitori non pagano la mensa.

Bambina discriminata a mensa: Candreva stupisce tutti

Andrea Girardi, sindaco di Minerbe, in paese in provincia di Verona, è ormai diventato famoso per la decisione di somministrare come pranzo una scatoletta di tonno e dei cracker a una bimba i cui genitori non riuscivano a pagare la mensa della scuola.

Ecco come il sindaco ha motivato il suo gesto.  È una questione di principio. Noi siamo disposti ad aiutare ma bisogna anche avere voglia di essere aiutati”.

Girardi ha aggiunto che ci sono stati diversi tentativi di contattare la famiglia della piccola e di offrire loro alternative, ma a quanto pare loro si sarebbero sempre rifiutati.

Come vi avevamo annunciato anche noi oggi Candreva si era offerto di finanziare la mensa della bimba, ma non solo.

“Mi ha telefonato ieri sera. Mi ha detto che vuole pagare i pasti di tutto l’anno alla bambina in questione, ma non solo. Si è proposto di sanare anche le altre situazioni di mora che abbiamo in essere” ha specificato il sindaco “sono rimasto sorpreso. Dalla sua voce traspariva grande interesse per la questione. Ha voluto sapere quanti altri sono in questa condizione per pagare tutto. Stiamo facendo i conteggi, gli faremo sapere in giornata”.

A Minerbe ci sono 30 persone al giorno che non pagano su un totale di 200. Sei di questi bimbi provengono da famiglie italiane, le altre da straniere.

“Il nuovo regolamento introdotto prevede che si possa andare in negativo di due pasti, dopo di che scatta la razione tonno”.

Se però gli si fa notare la crudeltà del trattamento, risponde: “mi sembrerebbe più crudele lasciarli senza cibo”.

Infine Girardi ci tiene a ribadire la sua scelta “siamo stanchi di essere presi in giro. Io devo agire anche in base a un principio di giustizia nei confronti di chi paga. Tutti fanno sacrifici in questa vita. Mio padre faceva due lavori per mantenere me e la mia famiglia”.

Unimamme, da questa storia di discriminazione è comunque uscito l’esempio positivo di un calciatore sensibile e generoso che speriamo possa ispirare altri coetanei o magari giovani fan.

Cosa ne pensate dell’evoluzione di questa vicenda di cui si parla su Repubblica?

Apprezzate il gesto di Candreva? Il sindaco avrebbe dovuto trovare un’altra soluzione?

Maria Sole Bosaia

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