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Bambino disabile “ride” troppo al cinema e viene cacciato – FOTO

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Maria Sole Bosaia

Una mamma e suo figlio con una disabilità sono stati cacciati da un cinema.

Jennifer Daly e i suoi figli hanno vissuto un’esperienza davvero traumatica quando hanno deciso di recarsi a una proiezione di Dumbo, al cinema.

Bambino disabile cacciato dal cinema: la mamma si sfoga

Uno dei due figli di Jennifer, Jonathan, un piccino di 3 anni e mezzo, è affetto da una rara forma di nanismo. Questo comporta altri problemi che richiedono l’uso di una sedia a rotelle.

Il piccino non può parlare ma solo fare dei versi, tra cui ridere.

I figli di Jennifer desideravano assistere a una proiezione di Dumbo e la loro mamma aveva deciso di accompagnarli.

Così, tutti e tre, si sono recati in un cinema della AMC, presso Lake in the Hills, in Illinois. Dopo un’ora dall’inizio del film, il piccolo Jonathan ha iniziato a ridere e ad emettere qualche suono, segno che si stava divertendo molto.

Dieci minuti dopo un impiegato si è avvicinato alla mamma dicendole che qualcuno si era lamentato dei rumori.

L’impiegato ha chiesto a Jennifer e ai suoi figli di andarsene. La donna è rimasta così sconvolta e ferita dalla situazione da scoppiare a piangere.

Ero arrabbiata, non riuscivo a credere che mi stavano buttando fuori da una proiezione, non mi hanno mai cacciato da niente in 43 anni”.

WGNTV, che ha seguito l’accaduto, ha raggiunto Ryan Noonan, Corporate Communications per i cinema AMC.

Questi ha dichiarato che il gestore aveva ricevuto numerose lamentale per una proiezione con interruzioni.

“Per consentire una fruizione di qualità del film per tutti un comportamento simile non è permesso durante un film si legge nella dichiarazione del manager.

Alla mamma è stato offerto un rimborso del biglietto, ma anche di sedersi in un luogo diverso o avere una proiezione privata.

La AMC ha informato la mamma della programmazione “sensorialmente amica”, offerta a famiglie con bisogni speciali.

La mamma dei bambini però è rimasta sconvolta e col cuore spezzato dalle lamentele. A quel punto voleva solo andare a casa.

“Non posso dire di essere stata discriminata, non penso che fosse l’intenzione della donna” ha dichiarato Jennifer.

In un post poi diventato virale su Facebook Daly ha dichiarato che persino uscire dal cinema con i due figli si è rivelata un’impresa a causa della carrozzina di Jonathan, l’ossigeno e il tubo dell’alimentazione.

Lei aveva attentamente selezionato i posti in fondo al cinema per non intralciare la visione di nessuno.

“Non mi muovevo abbastanza velocemente e lei voleva farmi velocizzare perché dovevo stare in piedi e preparare Jonathan e prendere tutto il suo equipaggiamento. Forse non vi importa che ci siano voluti due viaggi per arrivare lì”.

Una volta uscita Jennifer non riusciva a smettere di piangere.

Sa bene che il manager le ha offerto diverse opzioni, ma ha spiegato che per lei e i suoi figli, organizzare un’uscita al cinema non è così facile.

“Non capisce quale conquista sia per me riuscire a portare i miei figli a vedere questo film? Per me è davvero difficile” ha detto Jennifer, che lavora a tempo pieno.

Inoltre, nemmeno gli altri spettatori sono stati completamente silenziosi.

“Il telefono di qualcuno ha suonato per un minuto, qualcun altro teneva il telefono in alto con la luce accesa per registrare il film, qualcun altro parlava e io sono stata buttata fuori…?”

Cambiare posto non era possibile, perché gli unici posti disponibili erano nella prima fila, ma Jonathan, a causa della sua condizione, non può piegare il collo in avanti o girare la testa per problemi alla spina dorsale.

“Non voglio niente da loro, voglio solo che addestrino meglio il loro staff, voglio che le persone sappiano che dobbiamo essere più gentili gli uni con gli altri e metterci nei panni degli altri una volta ogni tanto, ricordarci di essere gentili prima di saltare alle conclusioni”.

Unimamme, cosa ne pensate di quanto raccontato da questa mamma?
Voi cosa avreste fatto?

leggi anche > Una mamma e suo figlio di 2 anni sono stati cacciati da un volo: lui piangeva troppo

Maria Sole Bosaia

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