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Attualità

Abusi dei religiosi: le nuove norme nel Motu proprio del Papa

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valeria bellagamba
Papa Francesco (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Abusi dei religiosi: le nuove norme nel motu proprio del Papa, con l’obbligo di segnalazione.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte” (Mt 5,14). Inizia così la Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” con cui Papa Francesco introduce le nuove norme per contrastare gli abusi sessuali nella Chiesa. La lettera era stata preceduta lo scorso marzo dalla nuova legge che prevede l’obbligo di denuncia degli abusi sessuali commessi dai religiosi contro minori o persone vulnerabili.

Ora, con la nuova lettera apostolica, il Papa dispone le procedure per la segnalazione degli abusi, l’ambito di applicazione e le competenze nel raccogliere la denuncia.

Il Motu proprio del Papa sugli abusi sessuali dei religiosi

Nostro Signore Gesù Cristo chiama ogni fedele ad essere esempio luminoso di virtù, integrità e santità. Tutti noi, infatti, siamo chiamati a dare testimonianza concreta della fede in Cristo nella nostra vita e, in particolare, nel nostro rapporto con il prossimo“, scrive Papa Francesco nella Lettera Apostolica in forma di Motu proprio.

I crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa“, si legge nella Lettera.

L’impegno di tutti nella Chiesa richiesto dal Papa riguarda l’obbligo per chierici e religiosi di segnalare gli abusi alle autorità religiose e di tutelare le vittime.

Questa responsabilità – spiega il Papa – ricade, anzitutto, sui successori degli Apostoli“, ovvero i vescovi, “preposti da Dio alla guida pastorale del Suo Popolo“. I vescovi devono seguire l’esempio di Gesù Cristo, guidando le loro chiese con il “consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà, della quale però non si servono se non per edificare il proprio gregge nella verità e nella santità“. Le regole stabilite per i vescovi, valgono anche per “tutti coloro che in diversi modi assumono ministeri nella Chiesa, professano i consigli evangelici o sono chiamati a servire il Popolo cristiano. Pertanto – aggiunge il Pontefice – è bene che siano adottate a livello universale procedure volte a prevenire e contrastare questi crimini che tradiscono la fiducia dei fedeli“.

Papa Francesco all’udienza generale (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Abusi dei religiosi: come vanno segnalati

Il Motu proprio del Papa “Vos estis lux mundi“,  “voi siete la luce del mondo“,  è stato disposto per fare in modo che tutte le molestie e le violenze del clero vengano segnalate internamente e, insieme, assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato. Il Motu proprio vuole contrastare le azioni “dirette a interferire o eludere le indagini sugli abusi“, spiega sull’Osservatore Romano Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione. “Il documento rappresenta un ulteriore frutto dell’incontro sulla protezione dei minori tenutosi in Vaticano nel febbraio 2019 – spiega Tornielli -. Stabilisce nuove norme procedurali per combattere gli abusi sessuali e assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato. È una normativa universale, che si applica all’intera Chiesa cattolica.

La Lettera Apostolica precisa che le nuove norme procedurali si applicano in caso di segnalazioni relative a chierici o a membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica che abbiano commesso abusi sessuali nei confronti di minori o persone vulnerabili, anche con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, o che detengano o producano materiale pedopornografico, anche inducendo minori o persone vulnerabili a partecipare ad esibizioni pornografiche. Inoltre, le norme si applicano nei confronti di religiosi che con azioni od omissioni abbiano cercato di interferire o eludere le indagini civili o le indagini canoniche, amministrative o penali, nei confronti di un chierico o di un religioso riguardo ad abusi sessuali.

Il riferimento all’abuso di autorità include anche le violenze nei confronti delle religiose e le molestie verso seminaristi o novizi maggiorenni. Inoltre, per “persona vulnerabile” si intende non solo chi ha perso l’uso della ragione, ma include anche i casi occasionali e transitori di incapacità di intendere e di volere, così come le disabilità di ordine fisico.

Il Motu proprio del Papa stabilisce che entro un anno dall’entrata in vigore delle presenti norme (giugno 2020) le Diocesi devono stabilire, “uno o più sistemi stabili e facilmente accessibili al pubblico per presentare segnalazioni, anche attraverso l’istituzione di un apposito ufficio ecclesiastico“. Inoltre, ed è questa la principale novità, la nuova normativa prevede l’obbligo per tutti i chierici e i religiosi di “segnalare tempestivamente” alla competente autorità ecclesiastica gli abusi sessuali di cui vengano a conoscenza e anche le omissioni e coperture nella gestione dei casi di abusi.

Finora la segnalazione era lasciata alla coscienza individuale, ora diventa un obbligo di legge, sancito a livello universale. Comunque anche i laici possono utilizzare il sistema per segnalare abusi e molestie all’autorità ecclesiastica. L’obbligo di segnalazione, poi, non interferisce né modifica qualsiasi altro obbligo di denuncia esistente nelle leggi dei rispettivi Paesi. Le norme, infatti, “si applicano senza pregiudizio dei diritti e degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali, particolarmente quelli riguardanti obblighi di segnalazione alle autorità civili competenti“.

Motu proprio: tutela per le vittime di abusi sessuali

La Lettera Apostolica prevede la tutela di chi presenta una segnalazione di abusi o di coperture  degli abusi. Sono vietate le discriminazioni e le ritorsioni nei confronti di chi ha presentato una segnalazione. Questi comportamenti discriminatori potrebbero rientrare nelle attività di copertura degli abusi o di interferenza nelle indagini. “A chi effettua una segnalazione non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo al contenuto di essa“, stabilisce il Motu proprio.

Il Motu proprio introduce l’impegno delle Autorità ecclesiastiche a proteggere chi fa la segnalazione e sostiene di essere stato molestato. Le vittime, insieme alle loro famiglie, vanno trattate con dignità e rispetto. Come va attuata questa tutela:

  • accoglienza, ascolto e accompagnamento, anche tramite specifici servizi;
  • assistenza spirituale;
  • assistenza medica, terapeutica e psicologica, a seconda del caso specifico.

Inoltre, sono tutelate l’immagine e la sfera privata delle persone coinvolte,nonché la riservatezza dei dati personali.

Il Motu proprio regola le indagini a carico dei vescovi, dei cardinali, dei superiori religiosi e di quanti abbiano a vario titolo e anche solo temporaneamente la guida di una diocesi o di un’altra Chiesa particolare.

Nel caso in cui la persona denunciata sia un vescovo, le indagini vengono affidate all’arcivescovo Metropolita, che riceve il mandato dalla Santa Sede. Il Metropolita “è tenuto ad agire con imparzialità e privo di conflitti di interessi“, spiega il Motu proprio. Mentre alla persona indagata è riconosciuta la “presunzione di innocenza“.

Maggiori informazioni sulle nuove norme stabilite dal Papa le trovate sul sito web del Vaticano.

Che ne pensate unimamme? Ritenete che le nuove regole del Papa aiuteranno a scoprire e denunciare gli abusi sessuali nella Chiesa? Evitando gli insabbiamenti che purtroppo hanno caratterizzato diversi casi nel mondo?

valeria bellagamba

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