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Il mestiere di maestra d’infanzia è usurante e causa disturbi psichici

Published by
valeria bellagamba
Maestra (iStock)

Il mestiere di maestra d’infanzia è usurante e causa disturbi psichici. Lo sostiene una ricerca della Cgil.

Lavorare come maestra d’infanzia è usurante, la metà delle maestre d’infanzia italiane ha la schiena dolorante e sempre la metà soffre di disturbi psichici. A sostenerlo è lo studio della Cgil “Abbi cura di te“. La metà delle lavoratrici degli asili nido e delle scuole per l’infanzia “riscontra la presenza di problemi fisici alla schiena e ha vissuto aggressioni verbali“, riporta la ricerca.

Maestra d’infanzia: un mestiere usurante

Lavorare a contatto con i bambini piccoli è gratificante ma anche molto stancante e perfino usurante. La fatica fisica di tenere per ore i piccoli in braccio e stare a lungo chinati causa problemi alla schiena, ma è anche lo stress di trascorrere molte ore con i bambini e i conflitti con i genitori che possono creare ansia e disturbi di carattere psichico.

Comuni tra le maestre e il personale delle scuole d’infanzia sono:

  • sindrome da burn out,
  • ansia
  • e problemi del sonno.

Che siano questi problemi a scatenare gli episodi di violenza delle maestre nei confronti dei bambini di cui la cronaca ci ha riportato purtroppo sempre più numerosi episodi? Secondo la Cgil è almeno in parte così. Lo stato di prostrazione di maestre ed educatrici può sfinirle, al punto di non riuscire a gestire più i bambini e commettere gesti inconsulti, di rabbia e violenza.

Per indagare quanto sia diffuso lo stato di malessere tra le maestre, le educatrici e il resto del personale delle scuole d’infanzia, il sindacato confederale, in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio, ha condotto una ricerca con un questionario. Hanno risposto alle domande 590 lavoratrici e 17 lavoratori, tra cui

  • maestre (l’11 per cento),
  • educatrici (il 65 per cento),
  • operatrici (il 12 per cento),
  • addette alla cucina (7 per cento)
  • e il resto personale ausiliario.

Le intervistate hanno descritto le loro giornate

  • con i bambini in braccio, anche per un quarto della nostra giornata” (il 41,6 per cento),
  • portate spesso a inginocchiarsi a terra per dovere didattico (in media il 63 per cento, il 75 per cento tra le educatrici).

I problemi fisici più importanti riguardano la schiena e le spalle, con disturbi soprattutto per educatrici e maestre. I 40,6 per cento delle intervistate ha riferito di soffrire di lombalgie acute. Disturbi, che interessano tutto l’apparato muscolo-scheletrico per il tipo di sforzi fisici e che possono aumentare o diminuire a seconda della funzione svolta.

Inoltre, quasi il 60% delle lavoratrici lamenta una riduzione sostanziale dell’udito.

Mentre il contatto giornaliero con i bambini provoca raffreddori durante tutto l’anno.

Le lavoratrici, poi, sono esposte a un elevato numero di rischi psico-sociali che provocano la riduzione dell’energia, una fatica profonda e disturbi del sonno che colpiscono più della metà del campione.

Nonostante l’impegno fisico, il momento più difficile della giornata per maestre ed educatrici è l’incontro con i genitori, che il più delle volte avviene al momento di riconsegnare i bambini. Si tratta di un momento, infatti, che può diventare conflittuale e fonte di stress psicologico. Nel 52% dei casi le maestre hanno subito aggressioni verbali da parte dei genitori o responsabili dei bambini.

Lavorare in una struttura per l’infanzia è logorante e la maggior parte del personale è sotto controllo sanitario: l’85,9 per cento delle educatrici e il 90 per cento del personale ausiliario. Nonostante le difficoltà e i problemi di salute, l’85 per cento delle lavoratrici del settore si dichiara “soddisfatta” o “molto soddisfatta” del mestiere.

Federico Bozzanca, segretario nazionale della Funzione Pubblica della Cgil, ha affermato che “negli ultimi anni anche a seguito dei tagli che sono stati fatti, alla carenza di personale il fenomeno delle mancate sostituzioni ha ulteriormente aggravato le situazioni. Spesso le educatrici si sobbarcano il lavoro del personale di assistenza o quello amministrativo. Quando si risparmia sul costo del personale chi ne paga le conseguenze è chi resta in servizio. Stiamo parlando tra l’altro di un personale sempre più anziano: il blocco del turnover ha portato ad un aumento dell’età. Stupisce che l’unico interesse della politica sia quello di mettere le telecamere di videosorveglianza nei nidi“. Il riferimento è al nuovo provvedimento del governo per installare le telecamere in tutte le scuole materne.

La ricerca è stata segnalata da Repubblica.

Che ne pensate unimamme? Eravate a conoscenza di tutti questi disturbi per le maestre delle scuole d’infanzia?

valeria bellagamba

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