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Attualità

Bimba nata dal seme congelato del padre ha diritto al cognome paterno

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Valentina Crea

La Cassazione ha stabilito che una bimba nata dal seme congelato del padre ha diritto al cognome paterno. Anche se al momento della nascita è morto.

Una donna, che ha concepito una figlia con il seme del marito morto, si è vista negare dal suo Comune di residenza la possibilità di poter registrare la paternità. La Corte Suprema ha deciso in favore della donna e quindi si è potuto attribuire il cognome del padre della bambina anche se era nata dopo la morte del marito.

La decisione della Cassazione: cognome paterno anche per i figli nati con la procreazione assistita

Un figlio nato con la tecnica della procreazione assistita anche “post mortem” ha diritto ad avere il cognome del padre. Un figlio ha il diritto di avere il cognome del padre, anche se è stato concepito dopo la sua morte con una fecondazione artificiale, tecnica che è vietata in Italia.

Lo ha stabilito la Cassazione, a patto che entrambi i genitori abbiano dato il consenso. La Cassazione ha dato ragione ad una donna che era rimasta vedova e che era in causa con il Comune di residenza. L’ufficio Anagrafe si era rifiutato di registrare la bambina come figlia di due genitori e di assegnarle il cognome del padre.

La Cassazione ha rinviato ad un nuovo appello, stabilendo però già con questa sentenza della Prima sezione civile, l’obbligo per i giudici di merito “di rettificare un atto non compilato correttamente”.

Come riportato da Tgcom 24, la donna si era sottoposta alla fecondazione in Spagna. Lì è una pratica consentita dalla legge anche post mortem, potendo contare sul consenso del marito.

Due anni fa, quando la bambina è nata, ha chiesto che fosse registrata la paternità nell’atto di nascita, ottenendo però un rifiuto dall’ufficio anagrafe del comune di nascita.

Il tribunale ha preso la stessa decisione dell’ufficiale di Stato civile e così anche la Corte d’Appello di Ancona. Ma per la Cassazione, il padre ha prestato il consenso, sapendo di dover morire, il bambino “è da considerarsi figlio nato nel matrimonio“, “dovendosi individuare” nel momento del consenso, “la consapevole scelta alla genitorialità“.

Leggi anche > Consulta e legge 40: fecondazione eterologa, diritti del neonato, adozione come alternativa. Varie ed eventuali.

Voi unimamme come giudicate questa sentenza della Corte di Cassazione? La ritenete giusta?

Valentina Crea

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