A Manduria altri minorenni sono stati coinvolti nelle indagini per le torture su Antonio Stano.
La tragica vicenda di Manduria che ha visto la morte del pensionato Antonio Stano dopo anni di persecuzioni da parte di alcuni ragazzi della cittadina pugliese, senza che nessuno lo difendesse o prendesse posizione con forza in sua tutela, vede l’estensione delle indagini a 4 nuovi soggetti.
Ora ci sono altri 4 indagati, appunto, altri 4 minorenni che hanno tra i 15 e i 17 anni che saranno interrogati il prossimo 22 maggio.
A interrogarli sarà il procuratore dei minorenni Antonella Montanaro. A questo punto la quota dei giovani coinvolti è di 18.
Come forse ricorderete i ragazzi di Manduria registravano i filmati dei pestaggi, delle torture e persecuzioni nei confronti di Antonio Stano, un uomo solo che aveva problemi mentali.
I giovani poi si scambiavano i video su una chat su WhatsApp e, proprio grazie alle immagini, sarrebbero stato identificati questi altri 4 ragazzi. L’accusa è di concorso in tortura con l’aggravante della crudeltà.
Con questa stessa accusa sono già in carcere, dal 30 Aprile scorso, sei minorenni e due maggiorenni.
Il più grande del gruppo, un ventiduenne, ha ammesso di aver partecipato a una sola delle “incursioni” a casa del pensionato, respingendo però di aver avuto un ruolo attivo.
A ogni modo, fino a questo momento sono sette gli episodi filmati e diffusi sul web e nelle chat da parte della “comitiva degli Oefanelli” di cui facevano parte alcuni degli indagati.
A breve, inoltre, i giudici del Tribunale del riesame potrebbero depositare la decisione sui ricorsi presentati dai legali dei maggiorenni arrestati.
Il 20 è prevista l’udienza per i minorenni sottoposti a misura cautelare nell’istituto penale minorile.
Antonio Stano è deceduto il 23 Aprile scorso, a 66 anni, dopo 18 giorni di ricovero e due interventi chirurgici. L’uomo era talmente terrorizzato dal branco da essersi chiuso in casa senza mangiare e provvedere a se stesso.
Nel corso delle indagini è emerso che diversi adulti erano al corrente di quanto stava accadendo, ma non hanno preso provvedimenti o, nel peggiore dei casi, hanno tentato di proteggere gli indagati.
Solo una sedicenne, fidanzata di uno degli appartenenti al branco, dopo aver visto i video ha denunciato ai carabinieri le violenze, dando avvio all’indagine.
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