In Francia, anche i figli dei preti potranno essere riconosciuti.
All’interno della Chiesa si stanno verificando molti cambiamenti, una volta impensabili. In molte parti del mondo si stanno prendendo seri provvedimenti per combattere la pedofilia, provvedimenti fortemente voluti da Papa Francesco.
Tre figli di preti, membri dell’associazione Les Enfants du silence (I figli del silenzio) sono stati ricevuti da un responsabile ecclesiastico.
L’incontro si è svolto il 4 febbraio scorso a Parigi, nella sede della Conferenza episcopale. I tre figli di preti sono stati ascoltati dal segretario generale: monsignor Olivier Ribadeau-Dumas.
Il prelato ha commentato il colloquio come “costruttivo”. Dumas ha sottolineato come queste persone abbiano affrontato delle notevoli sofferenze, poiché costrette a crescere tra vergogna e segreto come “figli del peccato”.
Il monsignore si è dimostrato molto disponibile, ha infatti proposto di dialogare con alcuni vescovi in una serie di riunioni di cui la prima è stata già fissata per il 13 giugno.
Una delle tre persone che hanno parlato con monsignor Dumas è Anne-Marie Jarzac, una sessantasettenne figlia di un prete e di una suora. Lei è la presidente di Les Enfants du silence.
Ecco cosa dichiara: “per la prima volta abbiamo sentito che la Chiesa ci apriva le porte, che non c’era più negazione ma una presa di coscienza”.
Sono state prese in considerazione tematiche importanti: la sorte dei preti che hanno avuto figli durante il sacerdozio e il riconoscimento di questi figli nelle comunità parrocchiali.
“Penso a tutti quei figli di preti che cercano disperatamente di sapere chi era il loro padre“ aggiunge Jarzac.
Sempre Monsignor Dumas ha lanciato un messaggio molto chiaro: i sacerdoti che diventano padri devono lasciare l’abito talare, devono farlo per il bene supremo dei loro figli.
Infine ha aggiunto che la Santa Sede: “cerca di fare il possibile perché la dispensa dagli obblighi dello stato clericale sia ottenuta nel più breve tempo possibile, un paio di mesi, così che il prete possa rendersi disponibile accanto alla madre nel seguire la prole”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su Le Monde? Non pensate sia un grande passo in avanti?
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