Melanoma: una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani sull’esposizione al sole.
Partita la campagna #soleconamore per sensibilizzare i giovani sul melanoma e proteggere la pelle dal sole in vista dell’estate. Tutto quello che bisogna sapere.
Gli adolescenti italiani sono poco informati sui rischi del melanoma, un tumore della pelle aggressivo per cui l’esposizione al sole è il principale fattore di rischio ambientale. I ragazzi non conoscono bene questo tumore e non sono pienamente consapevoli dei rischi di un’esposizione ai raggi ultravioletti prolungata e senza crema solare protettiva. Per questo motivo è stata lanciata la campagna di informazione e sensibilizzazione #soleconamore, promossa da Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e presentata in questi giorni presso il Ministero della Salute.
La campagna, condotta soprattutto tramite i social, punta ad informare sulla corretta esposizione al sole e sulla prevenzione del melanoma. Gli autori, che si rivolgono soprattutto ai più giovani, puntano a raggiungere oltre 100 mila ragazzi, grazie all’intervento degli influencer per stimolare il dibattito.
I ragazzi saranno chiamati a realizzare dei video e saranno coinvolti dagli influencer con delle interviste per approfondire la loro conoscenza sul tema ‘sole sicuro’. Dal mese di giugno, poi, verrà distribuito del materiale informativo sulle spiagge.
“I ragazzi devono essere informati anche grazie ai nuovi strumenti digitali, perché contro questo tumore è possibile adottare regole efficaci di prevenzione“, ha spiegato Monica Forchetta, presidente APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma). La prevenzione, infatti, inizia da giovanissimi, perché è dalla cattiva esposizione al sole nell’infanzia e nell’adolescenza che aumentano i rischi di contrarre il melanoma da adulti.
“Le scottature solari gravi, durante l’infanzia e l’adolescenza, triplicano il rischio di melanoma in età adulta, ma fra i teenager è ancora molto scarsa la consapevolezza di questi aspetti“, ha detto Paola Queirolo, responsabile scientifico del progetto #soleconamore e Direttore Unità Operativa Tumori Cutanei dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova.
I ragazzi hanno le idee confuse sul melanoma o non sono pienamente consapevoli dei rischi dell’esposizione solare, come ha rilevato un sondaggio condotto tra 3.500 adolescenti. Ad esempio:
Invece, “è dimostrato che il loro utilizzo, soprattutto in età inferiore ai 35 anni, aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma“, ha spiegato Stefania Gori, presidente nazionale AIOM e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar. “L’intensità degli ultravioletti artificiali è di 12-15 volte superiore all’esposizione solare naturale – ha aggiunto. Infatti, secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) le lampade solari sono ‘cancerogene’ per l’essere umano al pari del fumo di sigaretta e, dal 2011, il Ministero della Salute ne ha vietato l’utilizzo ai minorenni e alle donne in gravidanza“.
Gli adolescenti, poi, non sanno bene cosa sia un fototipo, ovvero le caratteristiche di una persona, come colore di occhi e capelli, che influenzano il tipo di risposta alle radiazioni solari. I fototipi più chiari sono più sensibili ai raggi del sole, alle scottature, e hanno maggiori rischi di contrarre il melanoma.
In spiaggia, i ragazzi tengono comportamenti non corretti:
“Il sole non è un nemico – ha precisato Paola Queirolo -, ma vanno seguite alcune regole, a partire dall’uso di creme solari con un fattore di protezione alto. È importante spalmarle in modo abbondante, più volte durante tutta la giornata: la quantità giusta è non meno di 40 grammi ogni ora di esposizione. Le creme, però, non possono fare miracoli, cioè non esistono solari in grado di garantire una protezione totale, per questo il sole va sempre evitato nelle ore centrali, fra le 12 e le 15“.
Sulla conoscenza del melanoma, il 52% dei ragazzi lo conosce e sa che è un tumore pericoloso, l’altra metà, invece, non lo conosce e lo scambia o per un problema alimentare o per una malattia degli anziani. Si tratta invece di un tumore grave che non va sottovalutato e che negli ultimi anni è tra quelli che hanno avuto “i più alti tassi di crescita“, ha avvertito Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione AIOM. “È il secondo tumore più frequente negli uomini under 50 e il terzo nelle donne nella stessa fascia d’età – ha sottolineato Nicolis -. In particolare, in un quindicennio in Italia, il numero delle nuove diagnosi è raddoppiato, passando da poco più di 7.000 nel 2003 a 13.700 nel 2018, con un incremento sia negli uomini (+3,4% per anno) che nelle donne (+2% per anno). La mancata conoscenza dei fattori di rischio gioca un ruolo decisivo e le diagnosi negli adulti di oggi sono la conseguenza dell’esposizione scorretta al sole da giovani in passato“.
Il melanoma lascia segni sulla pelle con la modifica dei nei già esistenti. Per questo motivo è importantissimo rivolgersi subito ad uno specialista appena si nota qualcosa di anomalo. È fondamentale tenere sotto controllo i nei e monitorarli con regolarità, soprattutto quelli strani per forma e colore. A maggior ragione, occorre aumentare l’attenzione in presenza di tatuaggi, che sebbene non aumentino il rischio di melanoma possono tuttavia rendere più difficile il controllo della trasformazione di un neo.
Nel controllo dei nei e per capire quando è il momento di rivolgersi ad un dermatologo, si devono seguire le regole dell’ABCDE:
“Se scoperto precocemente ed eliminato con una corretta asportazione chirurgica durante la fase iniziale, il melanoma è del tutto guaribile perché la probabilità che abbia invaso altri organi è pressoché nulla“, ha spiegato Paola Queirolo: “Se, invece, la diagnosi avviene in fase avanzata, oggi abbiamo a disposizione armi efficaci per tenere sotto controllo la malattia a lungo termine, garantendo ai pazienti una buona qualità di vita. E grazie ai test di biologia molecolare possiamo individuare i pazienti da trattare con terapie mirate“.
Della nuova campagna #soleconamore e dei rischi del melanoma ha scritto Repubblica.
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