Durante una partita di calcio un arbitro donna è stata offesa per tutta la partita dai genitori sugli spalti Inoltre un brutto gesto di un giovane giocatore.
Un episodio molto spiacevole è avvenuto su di un campo di calcio della città di Mestre. Non si tratta di litigi tra le tifoserie o tra i giocatori in campo, ma di offese sessiste nei confronti di un arbitro donna. L’arbitro, Giulia Nicastro, ha dovuto subire dall’inizio alla fine della partita gli insulti che le venivano rivolti sia dai genitori in tribuna e sia dai giocatori in campo. In più la provocazione di un quattordicenne che si abbassa i pantaloncini in campo.
Durante il torneo “Sottana” per Giovanissimi tra le squadre di Treporti e Miranese sul campo della Gazzera a Mestre, diversi genitori dei ragazzini del Treporti si sono scagliati contro l’arbitro donna.
Giulia Nicastro di 23 anni e con diverse partite alle spalle, è stata offesa dei genitori presenti ed è stata invitata a dedicarsi al mestiere più antico del mondo piuttosto che calcare i campi di calcio. Una vicenda assurda ed incivile alla quale la dirigenza e lo staff del Treporti non hanno fatto nulla per richiamare i propri tifosi.
Se le offese non fossero sufficienti, al momento dell’esecuzione di un calcio d’angolo un 14enne si è abbassato i pantaloncini in mezzo al campo sfidando apertamente l’arbitro: “Vediamo se hai il coraggio di espellermi oppure…” e qui l’invito a pratiche sessuali.
Al rosso per il ragazzino i toni dei genitori sugli spati si sono fatti sempre più pesanti. A fine partita uno dei giovanissimi della Miranese è andato a rimproverare i genitori avversari per il disgustoso comportamento. In seguito sono arrivate anche le scuse da parte del dirigente, del Trepodi, Marco della Puppa: “Il nostro tesserato ha perso la testa: abbiamo già chiesto scusa alla società organizzatrice, lo stesso faremo all’arbitro che stiamo cercando di contattare. A scaldare la situazione è stato un gruppo di circa venti persone, in gran parte genitori, che hanno rivolto al direttore di gara diversi insulti. Ed è stato in questo contesto che il nostro tesserato ha perso la testa e si è lasciato andare ad un gesto bruttissimo“.
Fortunatamente Giulia Nicastro non ha dato molto peso alle parole dei genitori e dei ragazzini. Infatti domenica è ritornata in campo a Martellago, venti chilometri da Venezia, per dirigere un torneo internazionale di giovanissimi, come riportato da il Corriere.
Al Presidente Associazione Italiana Arbitri di Venezia, Franco Verando, Giulia ha detto: “Mi è tornato il sorriso”.
Il Presidente dell’Aia ha raccontato al Corriere: “I fatti accaduti sono talmente riprovevoli che non possono finire qui. Durante quella partita non solo è stata offesa sul campo una giovane donna, ma anche chi ha il ruolo di far rispettare le regole del gioco del calcio”.
A favore dell’arbitro c’è anche Giuseppe Ruzza, il presidente della Figc Veneto: “Ai ragazzini è concesso sbagliare, ma non sbagliare così tanto. È stato un assalto schifoso e non ci sono altre parole per commentarlo. Non so cosa possano dire i genitori di questo ragazzino: l’arbitra può aver fatto la peggiore partita della vita, e noi non lo sappiamo, ma se anche fosse, niente giustifica un comportamento del genere”.
Il presidente del Treporti, Renzo Mavaracchio, dice: “Il mio primo pensiero va a Giulia Nicastro, alla quale faccio le mie scuse personali e quelle della società: una cosa così non era mai successa in quindici anni che ricopro il ruolo. Ma devo ammettere che mi sento accoltellato alle spalle dai genitori dei ragazzi, che dovrebbero essere miei collaboratori. La storia l’ho letta sui giornali locali, a me dopo la partita persa avevano riferito di un brutto arbitraggio, neanche sapevo che il direttore di gara fosse una donna. Nessuno ha avuto il coraggio di raccontarmi cosa fosse successo”.
Il presidente ha convocato i genitori-tifosi: “Sono spiazzato, ma dovranno assumersi le loro responsabilità. Non è giusto che per un gesto sconsiderato paghi tutta la società: qui in paese sembra si siano dimenticati cosa abbiamo fatto in tutti questi anni, i bambini vengono da noi che ne hanno cinque, siamo un punto di aggregazione e in certi casi senza alternative. È successa una cosa più grande di noi e come società prendiamo le distanze da chi ha insultato l’arbitra. Chi ha sbagliato, se necessario sarà allontanato”.
Tanti i gesti di solidarietà che arrivano dal mondo del calcio e non solo. Solo il quattordicenne, protagonista del gesto pensa di non aver fatto una cosa gravissima. Ieri nella sua ultima storia su Instagram scriveva: “Me par de exer massa cagae“, “mi pare di leggere troppe cavolate”.
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