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“Anni in solitudine, senza uscire di casa”: il racconto di un ex Hikikomoro

Published by
Valentina Crea
Credits: Huffingtonpost

Un Hikikomoro che per tanto tempo è rimasto chiuso in casa, isolandosi dal mondo esterno. Ha trovato, però, la forza per uscirne.

Un problema grave e che non deve essere sottovalutato è la chiusura in se stessi degli adolescenti. Questa chiusura può portare all’isolamento sociale, depressione, all’incomunicabilità ed può casusare disturbi ossessivo-compulsivi. Le persone che vivono di notte, che trascorrono anche anni senza uscire di casa, ma che spesso usano la rete per comunicare con l’esterno, vengono chiamate “Hikikomori”. In giapponese significa “stare in disparte” e sono gli adolescenti i più colpiti.

Nel nostro paese, secondo le stime dell’associazione Hikikomori Italia, ce ne sono almeno 100mila, per lo più maschi tra i 14 e i 20 anni.

Un hikikomoro è Frederick Allen un ragazzo che è rimasto isolato dal mondo per moltissimi anni, circa un decennio.

Hikikomoro: la storia di Frederick Allen rimasto chiuso in casa per quasi un decennio

Come riportato da Huffingtonpost, Frederick Allen è un ragazzo che, a seguito di alcuni episodi, è caduto in una depressione che lo ha portato ad annullarsi. Ha 21 anni e come lui stesso dichiara, i segni di avvertimento sono iniziati verso i 12 anni. Stava sempre da solo: “Non ho parlato con i miei genitori per sei mesi di seguito. Nemmeno un messaggio. La cosa peggiore di quel periodo è proprio l’assenza di ricordi, di cose memorabili. Era come se non esistessi.”

Frederick racconta di una pulsione che gli veniva da dentro che lo “incoraggiava a stare da solo, a rinchiudersi per trovare un rifugio”. I genitori erano oberati con il lavoro e lo lasciavano da solo a casa per molte ore al giorno. Poi, al secondo anno di liceo, una delusione d’amore lo “aveva devastato completamente” fino a non aver più fiducia negli altri: “Da quel momento ho smesso di parlare. Sono andato a casa, mi sono buttato a letto e là sono rimasto”.

Frederick rimane in questo suo mondo quasi fino ai 18 anni, in questi anni usciva di casa solo “per i litigi con i genitori” e il suo passatempo è sempre stata la lettura. Proprio durante una delle sue letture gli è scattato qualcosa nella mente. Mentre leggeva la teoria del “Mondo delle idee” di Plantone ha avuto un’epifania: “Ho avuto questo momento di epifania per la filosofia. Da allora tutto il mio modo di interpretare la realtà è cambiato radicalmente”.

Grazie a questa lettura comincia a capire che ha bisogno di aiuto e lo trova anche grazie all’associazione Hikikomori Italia, fondata nel 2013 dal dottor Marco Crepaldi.

L’associazione ha l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e fornire sostegno e aiuto a tutti i ragazzi e ragazze ritiratisi dalla società, anche grazie a una nutrita squadra di psicologi.

Con l’associazione lavora anche Rosanna D’Onofrio, una psicologa che, sempre intervistata da Huffingtonpost, spiega cosa succede a questi ragazzi che diventano Hikikomori: “La causa madre è sicuramente la pressione di realizzazione sociale. Viviamo in una società molto competitiva, narcisista, in cui dobbiamo sempre essere al meglio di noi. Alcune persone non riescono a sostenere tutte queste pressioni, e scelgono di ritirarsi”.

Inoltre racconta le caratteristiche dell’Hikikomori: “Preferenza per le attività solitarie, alterazione del ritmo sonno-veglia, abbandono scolastico, disinteresse per le relazioni con gli altri”.

Migliaia di ragazzi e ragazze, “animali sociali per definizione”, che decidono di autoingabbiarsi in un mondo privo di aspettative e contatti con l’altro, dove rifugiarsi in attesa di trovare la forza di affrontare quello reale.

Leggi anche > Adolescenti e dipendenza da smartphone: i 10 campanelli di allarme

Voi unimamme cosa ne pensate della storia di Frederick?

Valentina Crea

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