Una donna che rischia la condanna a morte non ricorda come è rimasta incinta mentre era in custodia.
La ventiseienne Latoni Daniel, si trova in una prigione dell’Alabama dove è in attesa del processo dove in ballo c’è la pena di morte.
Latoni ha partecipato a una rapina, conclusasi con l’omicidio dell’ottantasettenne Thomas Chandler, nel dicembre del 2017, compiuta dal suo fidanzato Ladaniel Tuck. La donna, rinviata a giudizio nell’Aprile del 2018, non è accusata di aver materialmente partecipato al crimine, ma di aver guidato l’auto con cui la coppia è fuggita dalla scena dell’omicidio.
La legge dell’Alabama consente però di condannare a morte anche i complici in caso di rapina, rapimento, stupro o furto in abitazione.
Latoni, però, in custodia da 17 mesi, è rimasta incinta e non si ricorda come. Suo fratello, Terrell Ransaw, ritiene che la donna sia stata violentata dopo che le sono stati iniettati forti sedativi per trattare delle convulsioni, problema che Latoni non aveva mai avuto prima.
Terrell Ransaw ha dichiarato in un’intervista alla Cnn: “deve essere successo nella notte in cui è rimasta incosciente dopo aver preso la medicina che le ha dato il medico”.
I farmaci risultano nella cartella clinica della Coosa County Jail. Sempre il fratello commenta “darà alla luce un bimbo che non progettava di avere. Nessuno chiede di essere stuprata e drogata, solo perché una persona è in prigione non vuol dire che sia cattiva o che abbia commesso il crimine di cui è accusata”.
Il piccolo, si tratta infatti di un maschietto che, a quest’ora, mentre ne parliamo, dovrebbe essere già venuto alla luce, è stato concepito in Agosto. In dicembre Latoni è stata trasferita nella prigione di Talladega dove le hanno detto che era incinta.
Il suo avvocato, Mickey McDermott, ha osservato: “è la prova di un crimine, non importa quali siano le circostanze, perché è illegale fare sesso mentre si è in custodia“.
In Alabama, come in molti altri Stati degli Usa qualsiasi rapporto sessuale di un dipendente del penitenziario con una detenuta è considerato stupro, per via della condizione di subordinazione della donna.
I parenti di Latoni avrebbero chiesto che alla donna fossero concessi i domiciliari in attesa della sentenza definitiva, ma questo è stato negato.
Sempre il fratello di Latoni ha spiegato che la donna non ha mai considerato di abortire o di dare il piccolo in adozione “lei ritiene che sia una benedizione dal Signore, non importa le circostanze”.
Al momento non è chiaro se sia in corso o meno un’indagine su quanto accaduto.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su The Appeal.org?
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