Una modella inglese ha fatto partire una petizione per incentivare la presenza di donne inicnte nelle campagne pubblicitarie pre-maman.
Quando una donna è incinta è inevitabile che il corpo, anche se di poco, si vada a modificare. La modella inglese, Louise Boyce, ha evidenziato un problema che forse a molti non è noto. La modella ha riferito, attraverso il suo profilo social, che da quando è rimasta incinta non è stata contattata da nessuna agenzia per lavorare. Da qui decide di far partire una petizione su change.org per chiedere alle industrie più “onestà nella maternity advertising”.
La modella inglese Louise Boyce, attraverso il suo profilo Instagram “#MamaStillGotIt”, ha dichiarato che da quando è incinta non riceve più nessuna offerta di lavoro. La modella è incinta del suo terzo figlio e si trova in “maternità forzata”.
Il motivo non è da attribuire ad una crisi del mercato degli abiti pre-maman, ma alla consuetudine di fare foto con modelle con dei pancioni finti. Si, i grandi marchi legati alla maternità vogliono fare foto perfette, dove ci siano dei bellissimi pancioni in primo piano. Non si usano modelle che sono davvero in attesa, ma si preferiscono modelle non incinte alle quali si applicano delle perfette pance finte. Si usa questo “trucco” per mantenere le così braccia e gambe filiformi o le mani e le caviglie asciutte e non “contaminate” dalla metamorfosi della gravidanza, come riportato da Elle.
Si va così ad alimentare insicurezza in quelle donne che sono in realtà incinte, ma che vedono il loro corpo subire un’inevitabile trasformazione fisica.
Per questo, Louise ha deciso di far partire una petizione per chiedere all’industria della moda, soprattutto quella legata al mondo pre-maman, più “onestà nella maternity advertising”.
Su Instagram ha scritto, sotto una sua foto: “17 settimane e tecnicamente in congedo di maternità. La maggior parte degli shooting che vedi dei vestiti pre-maman sono realizzati da modelle non incinte che indossano finte pance che si legano intorno al loro ventre! E tutto ciò è estremamente frustrante per le modelle davvero in attesa che vogliono lavorare“.
Dopo la pubblicazione del messaggio, la foto di Boyce è stata commentata dalle future mamme che le davano ragione. Tutte hanno appoggiato il suo sfogo ed hanno ammesso che non si ritrovano in quei corpi che vengono visti in tv o sui giornali e di “sentirsi male e inadeguate tanto da voler iniziare una dieta proprio in gravidanza“, o di essere entrate in una spirale di “ansia e depressione“.
Per questo prende il via la campagna #PushItOut con tanto di petizione su change.org, affinché i brand pre-maman siano trasparenti sulle loro scelte. Inoltre si chiede, a chi utilizza modelle non in attesa e pance finte, di specificarlo con un apposito disclaimer sotto le foto o i video pubblicitari.
Inoltre Louise ribadisce: “I rivenditori devono riconoscere che esistono pance di tutte le forme e dimensioni e che durante la gravidanza prendiamo peso anche in altri parti del corpo, non solo nel girovita. Anche il seno, il sedere e le caviglie diventano più grandi“.
Il mondo della moda cerca di abbracciare anche le taglie plus size, ad esempio la Nike ha introdotto una nuova linea di abbigliamento con manichini curvy. Oppure il famoso marchio di abbigliamento svedese H&M ha scelto una modella dalla forme morbide per la sua campagna di costumi da bagno.
Voi unimamme eravate a conoscenza di questa petizione voluta dalla modella inglese Louise Boyce? Cosa ne pensate?
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