Uno studio ha dimostrato che le persone sole perdono la capacità di riflettere i sorrisi degli altri.
Unimamme, da studi precedenti sappiamo che la solitudine è molto pericolosa, ha un rischio di morte che equivale a consumare 15 sigarette al giorno. Inoltre, negli anni, sono state riscontrate diverse forme di solitudini e individuata la più dannosa che comporta la mancanza di relazione prossime.
Nuovo studio sulla solitudine: danneggia la mimica facciale
Ora, una nuova ricerca svela il modo in cui la solitudine viene mantenuta.
Secondo un modello popolare la solitudine viene mantenuta tramite un anormale processo di alcuni segnali sociali come:
- sorriso
- e contatto visivo
Una conseguenza di questo anormale processo è l’incapacità di imitare le espressioni facciali delle altre persone, un fenomeno che si verifica con naturalezza nella maggior parte delle interazioni sociali.
Per indagare questo aspetto , Andrew Arnold e Piotr Winkielman, dell’università della California, hanno:
- osservato 35 studenti volontari
- gli studenti hanno completato tre scale per definire la loro solitudine, depressione e personalità
- poi gli sono stati attaccati elettrodi a due paia di muscoli facciali che generano le espressioni.
- le regioni erano quelle della parte superiore degli zigomi (il sorriso), i muscoli nelle guance
- e le sopracciglia (avere un’espressione corrucciata)
- poi gli sono stati mostrati dei video di uomini e donne che facevano espressioni facciali come rabbia, paura, gioia e tristezza.
Alla fine è risultato che sia i ragazzi soli che quelli non soli erano egualmente bravi a distinguere le espressioni facciali, non c’erano differenze nella forza delle emozioni negative.
A ogni modo c’erano invece importanti differenze in come i volti dei partecipanti rispondevano ai video.
Quando i membri di entrambi i gruppi hanno visto i video delle persone arrabbiate hanno imitato subito le loro espressioni.
Quando sono stati mostrati i video della gioia solo le persone non tristi hanno imitato le loro espressioni.
I ricercatori hanno scoperto anche che il gruppo delle persone sole può imitare deliberatamente sorrisi, come espressioni crucciate.
Il gruppo delle persone sole inoltre sorrideva automaticamente vedendo immagini non socialmente positive.
Le immagini però non includevano persone (e se lo facevano le espressioni facciali non erano ovvie).
Il fallimento nell’imitare automaticamente le persone che sorridono potrebbe giocare un ruolo importante nella solitudine. Il fallimento nell’imitare un sorriso può mandare un segnale antisociale agli altri, danneggiando le interazioni sociali e portando a una disconnessione sociale.
“Data la serietà del problema della solitudine e il suo pericolo per la salute un maggior numero di ricerche sulle interazioni sociali è utile per comprendere meglio questo fenomeno e trattare questa condizione”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa ricerca presentata su: PsyArXiv?
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