Condannati i genitori di Eleonora Bottaro, la ragazza morta di leucemia dopo aver rifiutato la chemioterapia.
Sono stati condannati i genitori di Elenora Bottaro, la ragazza di 18 anni morta di leucemia nel 2016 dopo aver rifiutato la chemioterapia per curarsi con il “metodo Hamer”.
Rita e Lino Bottaro erano stati rinviati a giudizio lo scorso anno dalla Corte di Appello di Venezia con l’accusa di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. Secondo la Procura di Padova, infatti, i genitori avrebbero di fatto impedito alla figlia di curarsi, ricorrendo alla chemioterapia consigliata dai medici e che avrebbe avuto buone probabilità di successo, per seguire le folli teorie del dottor Hamer, medico tedesco radiato in Germania, che aveva inventato una cura per il cancro fantasiosa e priva di qualunque base scientifica.
Eleonora Bottaro, residente in provincia di Padova, si ammalò di leucemia tra il 2015 e il 2016. Aveva contratto la leucemia linfoblastica di tipo B2, una forma grave della malattia tuttavia curabile. Secondo i medici sarebbe potuta guarire con una probabilità dell’80% se si fosse sottoposta a chemioterapia.
I genitori, però, glielo impedirono quando la ragazza era ancora minorenne, convincendola piuttosto a seguire le indicazioni della cosiddetta Nuova medicina germanica, ideata dal medico tedesco Ryke Geerd Hamer e chiamata appunto “metodo Hamer”. Una teoria assolutamente priva di qualunque fondamento scientifico, secondo la quale il tumore si curerebbe con le emozioni, imponendo la rinuncia alle terapie scientificamente dimostrate, come chemioterapia, radioterapia, chirurgia.
Convinta dai genitori, quando aveva 17 anni ed era fragile e malata, Eleonora rifiutò la chemioterapia contro la leucemia per curarsi solo con cortisone e vitamina C. La ragazza morì il 29 agosto del 2016, due settimane dopo aver compiuto i 18 anni.
Subito dopo la morte di Eleonora, la Procura di Padova indagò i genitori della ragazza, ma il 30 novembre del 2017 il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Padova prosciolse i coniugi Bottaro sostenendo che “il fatto non costituiva reato”, perché i genitori della ragazza avrebbero agito in buona fede.
La procuratrice aggiunta Valeria Sanzani non si fermò davanti alla decisione del gup e presentò richiesta d’appello alla Corte di Venezia, sollevando una questione formale: non era il gup a doversi esprimere in maniera definitiva sul caso, perché molti elementi potevano essere esaminati nel dibattimento. La Corte di Appello di Venezia accolse la richiesta e i genitori di Eleonora furono rinviati a giudizio.
Ora con la conclusione del processo, la Corte di Appello ha riconosciuto la tesi della pm e ha condannato i coniugi Bottaro a due anni di reclusione per omicidio colposo aggravato dalla prevedibilità dell’evento.
In base alla ricostruzione dei fatti, Lino e Rita Bottaro avrebbero spinto la figlia a seguire i metodi alternativi del dottor Hamer a base di vitamine e cortisone. Secondo la pm Sanzari, la ragazza sarebbe stata convinta dai genitori a rifiutare le cure delle medicina ufficiale, senza una vera possibilità di scelta.
L’accusa sostiene che i genitori hanno impedito alla ragazza di essere liberamente informata e di fare le proprie scelte in maniera consapevole e libera. La procuratrice ha detto in aula che “Eleonora si sentiva nelle mani del padre, il quale decideva ogni terapia, precludendole l’unica che le avrebbe potuto salvarle la vita. Eleonora – ha aggiunto la pm – fino a pochi giorni prima di morire, era convinta di guarire, di compiere i suoi 18 anni e di poter andare in vacanza al mare”.
“Credo nella giustizia divina, non ho sbagliato nulla, rifarei tutto quello che ho fatto, solo Dio sa quanto ha sofferto mia figlia“, ha detto la madre di Eleonora, Rita Bottaro, dopo l’udienza.
La condanna dei genitori di Eleonora è stata riportata da Nextquotidiano.
Che ne pensate unimamme? Ritenete giusta la sentenza?
Purtroppo il metodo Hamer continua a fare vittime, solo poche settimane fa avevamo riportato il caso di una giovane mamma morta di tumore al seno per aver rifiutato le cure convenzionali.
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