Una ragazza ora quindicenne si lamenta del fatto che l’uomo che ha abusato sessualmente di lei sia ancora libero.
Unimamme, oggi vi raccontiamo la storia di una ragazza che non ha ricevuto giustizia a seguito di una violenza sessuale.
Le violenze sessuali sono state subite quando questa ragazza, ora quindicenne, aveva 13 anni. Lei, ancora ragazzina, si fidava completamente di quest’uomo di 51 anni che chiamava zio e che in realtà era un amico di famiglia.
La triste vicenda ha avuto inizio quando, in prima media, alla vittima è stata diagnosticata la fibrosi cistica. “Dovetti fare molte assenze a scuola e fui bocciata”.
In quel momento di fragilità l’uomo si è avvicinato alla bambina. “Mi dava dei bacini, mi sembrava normale, non avevo altri parametri di riferimento. Poi sono arrivate le carezze, verso il seno e l’inguine. Voleva chiudersi in camera con me quando andavo a casa sua, anche se c’era la moglie”.
L’uomo le inviava anche dei messaggi, di notte. Quando la mamma ha scoperto i messaggi è emerso quanto stava accadendo. A quel punto l’uomo è stato denunciato per violenza sessuale aggravata, ma non è finito in prigione.
La violenza sessuale, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio come riportato da “La Nuova Sardegna” è consistita in “palpeggiamenti di seno e glutei, baci sulla bocca benché la stessa manifestasse il proprio dissenso restando ferma, piangendo e allontanando le sue mani“.
Il pedofilo ha scelto il patteggiamento e così la pena da 7 anni e 6 mesi è scalata a 30 mesi perché i fatti sono stati considerati di “lieve entità“. L’accordo tra la difesa e il pm Angelo Beccu ha visto un’ulteriore riduzione di un terzo della pena che lo scorso giugno è stata fissata a 20 mesi con la sospensione della condizionale. Quindi niente prigione e niente misure restrittive.
“Solo dopo ho capito che grazie al patteggiamento non avrebbe fatto neppure un giorno di prigione ora potrà continuare a ridermi in faccia. Noi vittime non contiamo niente” ha detto la giovane.
La mamma dell’adolescente sta pensando di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Purtroppo dal momento che la sentenza è il frutto di un patteggiamento può essere rivista solo se si riscontra un vizio di legittimità.
“Oggi chi mi ha fatto del male passa davanti a casa mia e ride mentre io ho paura di uscire alla fine ha vinto lui” ha raccontato la giovane al Corriere.
Unimamme, cosa ne pensate di questa assurda vicenda?
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