I dati del rapporto sulla salute mentale in Italia dimostrano che c’è ancora tanto lavoro da fare per garantire un’adeguata assistenza agli utenti.
É stato presentato il Rapporto sulla salute mentale in Italia che fa riferimento all’anno 2017. Il rapporto rappresenta un’analisi effettuata a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema informativo per la salute mentale (SISM). L’obiettivo è quello di offrire un valido strumento conoscitivo per i diversi soggetti istituzionali responsabili della definizione e attuazione delle politiche sanitarie del settore della salute mentale, per gli operatori e per i cittadini utenti del Servizio Sanitario Nazionale.
La società italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep) ha stimato che a causa di investimenti scarsi e alla mancanza di personale la capacità di assistere le persone che soffrono di disturbi mentali è molto ridotta. Infatti, si riesce ad assistere solo la metà del fabbisogno nazionale, circa il 55.6%.
Proprio per questo motivo, il Ministero della Salute ha deciso di formare un “tavolo tecnico sulla salute mentale”, come riportato da Il Fatto Quotidiano. Il presidente della Siep e membro del tavolo, Fabrizio Starace, spiega gli obbiettivi di questa decisione: “Dopo un vuoto di 15 anni finalmente i servizi psichiatrici tornano a far parte dell’agenda politica. Uno degli obiettivi sarà verificare l’implementazione delle linee guida e l’appropriatezza e la qualità dei percorsi di trattamento. Sarà difficile trovare delle realtà in grado di applicare gli standard richiesti purtroppo. Nei Centri di salute mentale gli interventi psicoterapici, cardini nella cura di schizofrenia, depressione e ansia sono garantiti a un paziente su dieci. Con pochi psicologi a disposizione e lunghe liste di attesa si è costretti a ricorrere all’intervento farmacologico”.
Anche il Ministro per la Salute, Giulia Grillo, si è espressa sul Rapporto presentato: “Le malattie mentali, compromettono tutti gli aspetti della vita di una persona, compresa la sua famiglia e hanno prospettive di guarigione molto lunghe. Per questo la presa in carico è molto complessa e oggi richiede nuovi investimenti. C’è necessità di potenziare soprattutto l’assistenza domiciliare e il supporto lavorativo”.
Dal rapporto sulla salute mentale in Italia emerge che nel 2017 sono stati 851 mila le persone che hanno richiesto un aiuto psichiatrico. Rispetto al 2016 c’è stato un incremento di 40mila persone. Delle 851 mila utenti psichiatrici, più della metà è rappresentata da donne, il 53,5 %, quasi il 70% con più di 45 anni.
Per entrambi i sessi, si legge dal rapporto, risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni, mentre la più alta concentrazione si ha nella classe 45-54 anni: 25,3% nei maschi e 23,5% nelle donne.
Le donne presentano, rispetto agli uomini, una percentuale più elevata nella classe over 75 anni, il 7,2% nei maschi ed il 12,0% nelle femmine.
I pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno 2017 con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 335.794 di questi il 91,7% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 307.812 unità).
Inoltre, anche le patologie diagnosticate sono legate al genere:
Il rapporto ha dato una stima del consumo di farmaci nazionali. Sono state prese in considerazione le seguenti categorie di farmaco: antidepressivi, antipsicotici e litio erogati sia in regime di assistenza convenzionata e sia in distribuzione diretta. Gli antidepressivi sono quelli che registrano la spesa più alta: oltre 350 milioni di euro lordi per più di 35 milioni di confezioni, in regime di assistenza convenzionata. Nella distribuzione diretta sono gli antipsicotici quelli con la spesa maggiore, 88milioni di euro con un numero di confezioni pari a 6,5milioni.
Persiste anche una grande diseguaglianza dei finanziamenti che vengono stanziati tra Nord e Sud. A sottolinearlo è stato Claudio D’Amario, il direttore generale della programmazione sanitaria, nel corso della presentazione del rapporto: “C’è bisogno di standardizzare i finanziamenti, di migliorare la formazione di operatori e medici di medicina generale, e di promuovere progetti di cura personalizzati”.
Per un’adeguata presa in carico del paziente serviranno sicuramente nuove assunzioni. La dotazione complessiva del personale all’interno delle unità operative psichiatriche pubbliche, nel 2017, risulta pari a 28.692 unità. Di queste il 18,6% è rappresentato da medici (psichiatri e con altra specializzazione), il 7,1% da psicologi, il personale infermieristico rappresenta la figura professionale maggiormente rappresentata (44,9%), seguita dagli OTA/OSS con il 10,3%, dagli educatori professionali e tecnici della riabilitazione psichiatrica pari al 6,6% e dagli assistenti sociali con il 4,5%. Il presidente della Siep afferma che nel futuro, la situazione è destinata a peggiorare: “Già oggi in molte regioni sono sotto organico e, entro il 2025, mancheranno quasi mille psichiatri per raggiunti limiti di età. Le carenze principali saranno in Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna”.
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Voi unimamme conoscevate questo rapporto sulla salute mentale in Italia?
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