La madre di Marco Vannini, il ragazzo ucciso a Ladispoli da Antonio Ciontoli commenta l’ultimo episodio di Storie Maledette.
Ormai sono 4 anni che Marina Conte, madre di Marco Vannini, il ragazzo ucciso a Ladispoli mentre si trovava in casa della sua ragazza, Martina Ciontoli, cerca verità per suo figlio.
Di recente, la conduttrice Franca Leosini, nel corso del suo show: Storie Maledette, ha avuto come ospite Antonio Ciontoli, l’uomo ritenuto responsabile della morte di Marco Vannini e condannato a 5 anni per omicidio colposo.
Dopo la messa in onda delle due puntate dedicate alla vicenda Maria Conte ha deciso di sfogarsi su Facebook per come è stata condotta la puntata e, in particolare, per essere stata definita una “madre disperata” e “una Madonna addolorata.
“Cara Signora Leosini, non intendo, in questo momento, entrare in merito al modo in cui ha condotto l’intervista all’assassino di mio figlio. Volevo però dirle che mi ha fatto molto male sentirmi appellare da lei come ‘la Madonna Addolorata’ ed essere definita più volte durante la sua trasmissione come una ‘madre disperata”. Naturalmente sono disperata per aver perso mio figlio, ma sono una madre assolutamente lucida e determinata, che sta lottando con tutte le sue forze da quattro anni per avere la giusta giustizia e non mollerò mai, fino a quando non avrò ottenuto la giustizia che mio figlio merita. Io non vorrei essere più nominata da lei, ma, se proprio dovesse farlo e se lo ritenesse opportuno e consentito, mi descriva per quello che realmente sono e non per quello che fa più comodo a lei o ai suoi ospiti”.
Marina Conte è convinta che il vero responsabile della morte di suo figlio sia Federico Ciontoli, il figlio di Antonio Ciontoli.
La Leosini, durante l’intervista, ha commentato: “i media dovrebbero aiutarla in qualche modo, aiutare una madre che comprensibilmente prova rabbia per la perdita di un figlio di 20 anni, bello come il sole e buono come il pane. A lei è dovuto e permesso tutto, principalmente da me, ma aiutarla non significa innescare dei dubbi per il solo processo mediatico. Bisognerebbe starle vicino veramente con affetto e con amore”.
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