Casi di tetano, in Italia il primato d’Europa, soprattutto tra anziani. L’allarme del ECDC.
L’Italia ha il triste primato di casi di tetano in Europa, in particolare tra gli anziani. Il motivo è dovuto all’assenza di richiamo vaccinali. Il vaccino, infatti, andrebbe rifatto ogni dieci anni
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Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (European Center for Disease prevention and Control – ECDC) ha pubblicato nei giorni scorsi il suo rapporto sui casi di tetano in Europa nel 2017. In quell’anno sono stati segnalati 82 casi, di cui 46 confermati, soprattutto tra gli anziani sopra i 65 anni, la fascia di età più colpita, e soprattutto donne. L’ECDC rileva i dati dei Paesi dell’Unione Europea e di quelli dello Spazio Economico Europeo (SEE) che include oltre ai Paesi Ue anche l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia.
Questa analisi vede purtroppo primeggiare l’Italia, con il 40% dei casi si tetano segnalati, che salgono al 63% di quelli confermati. Un primato dovuto chiaramente all’assenza dei richiami del vaccino che di regola andrebbero fatti ogni dieci anni. Perché l’immunità contro il tetano non è per sempre, ma va rinnovata. Viene somministrata una dose di Tdpa, il vaccino contro tetano, difterite e pertosse per gli adulti. Anche la pertosse, infatti, non dà l’immunità per sempre, né la malattia né il vaccino, che pertanto va ripetuto, soprattutto se si è a contatto con i neonati per i quale la pertosse può essere fatale.
La pertosse è causata da un batterio (come anche il tetano) e persone che hanno avuto la malattia da bambini possono contrarla di nuovo in età adulta o avanzata, anche se in forma più attenuata e/o atipica. Inoltre, anche senza presentare alcun sintomo, le persone malate di pertosse possono trasmettere l’infezione ad altri soggetti suscettibili, come i neonati.
Tornando al tetano gli anziani sopra i 65 anni di età e i bambini sono i soggetti che corrono i rischi maggiori di contrarre la malattia e purtroppo anche di morirne. Il tetano, infatti, è mortale, sebbene si possa curare con una terapia a base di immunoglobuline. Per questi motivi, l’ECDC raccomanda di essere sempre in regola con i richiami del vaccino.
Nel 2017 dei 46 casi di tetano confermati in Europa ben 30 si sono verificati in Italia. Un primato assolutamente non invidiabile. Dovuto purtroppo a trascuratezza o pigrizia nel rinnovare i richiami vaccinali, se non purtroppo a scetticismo nei confronti dei vaccini. Abbiamo visto quanto l’esitazione vaccinale sia diffusa e dannosa in Italia.
Gli altri Paesi europei che completano i casi di tetano sono: la Romania con 7 casi, la Francia con 4, la Danimarca con 2 e poi Spagna, Paesi Bassi, Malta con 1 caso ciascuno.
Tra i casi denunciati (ma non confermati) di tetano nel 2017, l’Italia è sempre in testa, con 33 su 82 casi in Europa, seguita dalla Polonia con 11 casi, di cui nessuno però confermato. Poi troviamo ancora la Romania con 7 casi denunciati di tetano, la Francia con 4 casi (tutti confermato), la Spagna con 6 di cui solo 1 confermato, quindi il Regno Unito con 5, la Svezia con 2, la Slovacchia con 1, uno anche in Estonia e in Irlanda, mentre sono 2 in Croazia e in Grecia, di cui nessuno confermato e poi ancora dai casi, stavolta tutti confermati, della Danimarca (2), Malta e Paesi Bassi (entrambi con un caso).
L’Italia e la Polonia hanno il 54% di tutti i casi notificati, poi ci sono dieci Paesi non hanno segnalato casi. Il tasso di notifica UE/SEE è stato di 0,02 casi ogni 100.000 abitanti, compreso nell’intervallo segnalato dal 2012. Il tasso più alto è stato segnalato da Malta (0,22 casi per 100.000 abitanti).
Il numero dei casi di tetano in Europa nel 2017 è simile a quello del 2016. Il tetano ha colpito più frequentemente nei mesi estivi, quando si praticano più attività all’aperto. L’attuale epidemiologia del tetano in Europa, spiega l’ECDC può essere spiegata da una copertura vaccinale inferiore o comunque con una riduzione dell’immunità nelle popolazioni più anziane.
L’ECDC sottolinea che a causa della gravità del tetano è necessario mantenere alti tassi di vaccinazione in tutte le fasce di età e continuare ad attuare e sviluppare strategie per proteggere gruppi specifici, in particolare gli anziani, nei Paesi con tassi più alti di malattia. Come appunto l’Italia.
Nel periodo che va dal 2013 al 2017, l’Italia ha riportato il 44,3% (231) di tutti i casi (522) segnalati da 26 Stati membri dell’UE/SEE e dei 231 casi il 78% si è verificato nella fascia d’età di 65 anni e oltre. Dunque sempre tra persone anziane.
I casi di tetano segnalati in tutto il mondo riguardano soprattutto le nascite e si verificano in Paesi a basso reddito da madri non vaccinate.
La mortalità del tetano può variare dal 10% al 70% a seconda del trattamento, dell’età e della salute generale del paziente. Nelle fasce di età più giovani e più anziane e in assenza di terapia intensiva, i casi mortali si avvicinano al 100 per cento.
Il fatto che siano stati segnalati più casi di tetano tra le donne anziane, si spiega con il fatto che in passato gli uomini hanno avuto più opportunità di vaccinarsi grazie al servizio militare di leva obbligatorio. In ogni caso, la frequenza del tetano tra gli anziani e purtroppo anche la mortalità sono il segnale preoccupante di una scarsa copertura vaccinale, che necessita un’azione urgente da parte degli Stati per sensibilizzare gli anziani a fare il richiamo del vaccino contro il tetano.
A causa della sua gravità, il tetano rappresenta un rischio per le persone non vaccinate o insufficientemente vaccinate, ribadisce l’ECDC. Quindi è necessario mantenere un’elevata immunità da vaccino in tutte le fasce di età e la consapevolezza della potenziale minaccia per i non immunizzati. Strategie per proteggere gruppi specifici, in particolare gli anziani, devono essere considerate nei Paesi con tassi più alti di malattia. Conclude l’ECDC.
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I dati completi sui casi di tetano 2017 nel rapporto ECDC.
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